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Gloria Bertasi e Francesco Bottazzo
Case, servizi, grandi navi «Ma non hanno risposto alle raccomandazioni»
25 Gennaio 2017
Terra acqua e società
Lo show del sindaco di Venezia: chiacchiere e promesse col naso lungo, sorrisi, allusioni e scambio di doni. Poi si vedrà. L'importante sono i soldi promessi da Roma.

Lo show del sindaco di Venezia: chiacchiere e promesse col naso lungo, sorrisi, allusioni e scambio di doni. Poi si vedrà. L'importante sono i soldi promessi da Roma. Corriere del Veneto, 25 gennaio 2017, con postilla

Dice Italia Nostra con il suo vicepresidente Paolo Lanapoppi: «Nella nostra lettera all’Unesco spieghiamo che nessuno dei 10 punti richiesti dalla Convenzione di Istanbul è stato rispettato. Non capisco come possono collaborare quando una delle richieste principali della commissione di Istanbul era di portare le grandi navi e le petroliere fuori laguna mentre il sindaco ha ribadito il progetto delle crociere in Marittima». In effetti l’interrogativo resta. E’ stato uno dei temi al centro della discussione di ieri pomeriggio su cui però la nota a margine del Comune dedica solo quattro righe.

«Non c’è stata nessuna vittoria, la decisione su Venezia sarà presa a luglio, e sarà il governo a dover dare una risposta, è tutto fumo, il disaccordo resta in primis sullo scavo delle Tresse». Così il portavoce del Gruppo 25 Aprile commenta la stretta di mano di ieri tra la direttrice dell’Unesco Bokova e il sindaco Luigi Brugnaro. «Non si capisce a cosa si riferisca il sindaco dove dice di aver presentato i progressi fatti da Venezia negli ultimi 15 mesi — interviene il capogruppo Pd in consiglio comunale Andrea Ferrazzi- siamo in attesa di progetti concreti».

Sulle stesse note il segretario di Confartigianato Venezia Gianni De Checchi: «Mi fa molto piacere che l’Unesco abbia visto proposte concrete nel documento di Brugnaro, speriamo di vederle anche noi veneziani». Sindaco, assessori e dirigenti hanno cercato di spiegarlo nel dossier presentato mescolando idee, sogni e cose fatte. Perché se ad esempio è stato condiviso che uno dei problemi più evidenti sia la proliferazione di strutture ricettive non alberghiere, dall’altro la soluzione è stata individuata nella modifica della legge regionale «per la cui formulazione il Comune ha da sempre fornito il proprio supporto». In attesa resta tutto com’è. Hanno parlato di sicurezza e della riqualificazione delle parti più degradate o isolate della città. Quello che sindaco e assessori hanno cercato di spiegare ieri è che con la riqualificazione urbanistica e ambientale, la rigenerazione di Porto Marghera, la rivitalizzazione del tessuto socio-economico, la valorizzazione delle periferie, si possa far crescere il centro urbano.

postilla
Il grande battage pubblicitario della gita della troupe del sindaco Brugnaro a Parigi (18 persone) si è conclusa come doveva: con molte pagine di pubblicità per il piccolo trumpista italiano, molte cortesie sulla Senna tra i soggetti titolati, e nessuna decisione nel merito. Qualcuno, in Laguna e dintorni, ha rilevato che Brugnaro e la sua corte non hanno dato una risposta soddisfacente a nessuna delle questioni solleva dall'Unesco.

Ma, a cose fatte, e nell'attesa del responso finale dell'agenzia dell'Onu (che verrà a luglio), una domanda s'affaccia: che cosa (e chi) guadagna o perde Venezia, se l'Unesco cancella la Capitale del Veneto dalla sua lista? E del resto, in che cosa l'inclusione di Venezia in quella lista aumenta davvero la possibilità che Venezia e la sua Laguna ne traggano beneficio e che i suoi attuali saccheggiatori siano ostacolati nel proseguire il saccheggio?
Grazie al meritorio lavoro della sezione Venezia di Italia Nostra l'Unesco ha posto precise domande e stringenti raccomandazioni al Comune e allo Stato: ma se il Comune e lo Stato rispondessero picche (invece di far finta di obbedire continuando a operare peggio di prima) che cosa potrebbe fare l'Unesco? Nessuna regola certa e chiara quell'Agenzia internazionale può proporre, e nessuna sanzione può comminare in caso di infrazioni. Del resto, è noto che l'influenza del governo italiano sull'Unesco è forte, e che l'uomo più potente di quell'organizzazione è ancora Francesco Bandarin, sostenitore, in Laguna, della "corrente di pensiero" favorevole al MoSE.

C'è poco da illudersi, la battaglia per salvare Venezia si vince o si perde nella città, del cui popolo il primo compito è sostituire a Brugnaro e alla sua corte una diversa compagine per il governo della città.

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