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Gli spazi pubblici: declino, difesa, riconquista

Il programma delle V edizione della Scuola estiva di pianificazione di eddyburg. In calce i moduli per l’iscrizione

Premessa

Mai come in questo momento, l’attenzione allo spazio pubblico della città travalica gli aspetti tecnici e progettuali per acquistare un significato più ampio. Il progressivo declino dell’uomo pubblico ha fatto smarrire la consapevolezza del diritto alla città e della necessità e possibilità di concepire e realizzare la città come un bene comune. Intendere la “città come bene comune” significa pensare la città come il luogo dove le esigenze e i bisogni dei suoi abitanti sono garantiti, dove è possibile accedere senza difficoltà ai servizi essenziali, dove è piacevole incontrarsi, dove le iniziative culturali consentono di emanciparsi dal pensiero unico ed elaborare un pensiero critico. Significa riconoscere l’esistenza di un “diritto alla città”, oggi non garantito. Richiede uno sforzo di pianificazione affinché le attrezzature di interesse collettivo siano previste in quantità adeguate e localizzate in modo opportuno. Comporta un investimento collettivo, affinché siano gestite con cura e continuità nel tempo, senza che ciò significhi piegare a logiche finanziarie ciò che deve misurarsi in termini di equità, benessere e felicità.

Eddyburg ha una visione molto ampia dello spazio pubblico nella città e una percezione molto viva dei rischi che esso corre. Per noi lo spazio pubblico ha il suo punto di partenza nell’archetipo della piazza, si estende all’insieme dei luoghi finalizzati alle necessità comuni, e permea l’intera concezione della “città come bene comune”. La lotta per una quantità e qualità adeguata degli spazi pubblici ha avuto un suo momento significativo, in Italia, nella faticosa conquista degli “standard urbanistici”, ma vuole allargarsi oggi ad altri elementi e altre esigenze; del resto, fin dagli anni sessanta la vertenza per i servizi e gli spazi pubblici si è saldata, diventando tutt’uno, con quella per “la casa come servizio sociale” e quella per il “diritto alla città”.

Attualmente gli spazi pubblici sono a rischio, minacciati da mille tentativi di privatizzazione e mercificazione. Il loro deperimento ha una matrice ideologica in quel declino dell’uomo pubblico che molti pensatori denunciano da tempo; ha la sia matrice strutturale nel dominio del diritto alla proprietà privata e individuale sopra ogni altro diritto, che costituisce il fondamento dei sistemi giuridici vigenti, in Italia e altrove. Questo rischio va contrastato con forza, indirizzando l’attenzione non soltanto verso le attrezzature e i servizi di prossimità, ma allargando lo sguardo ad una gamma più vasta di esigenze: la ricreazione nei grandi spazi naturali, il godimento dei patrimoni archeologici, storici e culturali disseminati sui territori, le attrezzature utilizzabili solo in una dimensione di area vasta.

Schema del programma

Nella V edizione della Scuola estiva di eddyburg intendiamo affrontare il tema degli spazi pubblici:

nella prima giornata, affidandoci all’intelligenza e alla sensibilità di alcune persone che – nei rispettivi campi professionali – hanno saputo descrivere con acutezza i cambiamenti che nella società e nella città hanno determinato il declino dello spazio pubblico e che possono aiutarci a definire e sostanziare il “diritto alla città”;

- nella seconda giornata, attraverso il racconto di tre momenti della storia urbanistica del nostro paese in cui si è cercato di fare incontrare urbs, civitas e polis a partire dalle questioni della “città pubblica”;

- nella terza giornata, attraverso una riflessione a tutto tondo sugli “standard urbanistici” e sul modo in cui si possono arricchire (e non derogare!) le indicazioni del decreto del 1968, tuttora il principale strumento di garanzia della città pubblica;

- nella giornata conclusiva attraverso un convegno pubblico, nel quale saranno invitati gruppi e associazioni impegnati direttamente nella difesa degli spazi pubblici.

La prima sessione: parole chiave

Come di consueto la premessa della prima sessione, coordinata da Edoardo Salzano, sarà costituita dall’analisi di alcune parole chiave, che saranno proposte da Ilaria Boniburini. Questa volta le parole avranno il loro titolo nel rapporto tra Spazio e Potere, e forniranno elementi di riflessione sui lemmi compresi in queste espressioni: Città e potere; Spazio/Sfera pubblico e privato; Diritto alla città.

Che cosa significa la rottura dell’equilibrio tra la componente privata e la componente pubblica della personalità umana? Come si è prodotta e che cosa ha comportato e comporta nell’uomo e nella società? La sociologa Antonietta Mazzette ci guiderà alla comprensione di questo tema.

In che modo le trasformazioni recenti della società e le nuove ideologie influiscono sull’uso dello spazio? Determinano o meno un diverso rapporto nella città tra spazio pubblico e spazio privato, e nella stessa configurazione dell’uno e dell’altro, e se si in che senso? Come le trasformazioni dello spazio della città retroagiscono sulla società? L’urbanista Paola Somma, proseguendo la comunicazione svolta nella precedente sessione della Scuola di eddyburg, di sviluppare questo tema.

Dopo aver esaminato la questione dello spazio pubblico in termini generali e in riferimento alle tendenze della società del nostro tempo, nella seconda parte della sessione, vogliamo approfondire l’analisi in riferimento alla concreta situazione. Nello specifico delle nostre città in che modo lo spazio del quotidiano viene usato? La sociologa, Elisabetta Forni, affronterà il tema dal punto di vista della società. L’urbanista Giovanni Caudo ci aiuterà a ragionare partendo dai risultati di una ricerca sul modo in cui sono fruiti gli spazi pubblici a Roma.

La sessione durerà l’intera prima giornata. Alcuni spazi di adeguata ampiezza saranno riservati alla discussione.

Seconda sessione: tre vicende esemplari

La seconda giornata, coordinata da Giovanni Caudo, è centrata sul racconto di tre vicende urbanistiche particolarmente significative che hanno avuto come protagonisti gli spazi pubblici:

- dal movimento femminile alla consulta dell’Emilia Romagna: nascono gli standard urbanistici; la politica (la sinistra, quantomeno) comprende l’importanza del tema degli spazi pubblici e lo fa proprio, nell’amministrazione prima e nella legislazione subito dopo (Edoardo Salzano, Marisa Rodano);

- la lezione urbanistica di Roma capitale: i fori e l’Appia; Petroselli e Cederna, intellettuali di avanguardia, hanno una prodigiosa intuizione sul valore ‘sociale’ della fruizione collettiva del patrimonio culturale, ma la sinistra questa volta non segue (Vezio Emilio De Lucia);

- in difesa di Macrico, Caserta: i cittadini si mobilitano per riconquistare lo spazio pubblico; la politica, anche a sinistra, è pressoché scomparsa e alcuni gruppi di cittadini si fanno diretti portavoce dell’esigenza di considerare la “città come bene comune”, a partire dalla difesa degli spazi pubblici (Maria Carmela Caiola).

Terza sessione: i nuovi standard urbanistici

Il dibattito disciplinare è appiattito sul problema dell’acquisizione dei suoli e l’opinione prevalente concorda sulla necessità di barattare metri cubi e attrezzature. Le cose stanno davvero così? A partire da una panoramica critica delle leggi regionali, di alcune esperienze concrete e di ricerche in atto nella terza giornata, coordinata da Mauro Baioni, si vuole proporre un modo differente di guardare agli spazi pubblici, ragionando attorno alle seguenti questioni aperte.

Se puntiamo all’arresto della crescita infinita delle città, come innalzare la qualità degli insediamenti esistenti? Oltre ad acquisire suolo pubblico, di quali aspetti dobbiamo farci carico? Che cosa costituisce il “sistema delle qualità”di un insediamento e in che modo possiamo restituire agli spazi pubblici la pienezza della loro funzione?

Nella città dello sprawl dobbiamo rassegnarci all’idea che lo spazio pubblico è surrogato dai mall commerciali o dai parchi di divertimento? La gestione condivisa dei servizi pubblici può essere un fattore decisivo per promuovere il coordinamento dei comuni? Possiamo ampliare il concetto di spazi pubblici e individuare nella fruizione dei beni culturali e ambientali un elemento peculiare per sostanziare la ‘dimensione pubblica’ della città in Italia? Che cosa possono fare le provincie?

A queste domande si cercherà di rispondere attraverso i contributi di Maria Cristina Gibelli, Giorgia Boca, Mauro Baioni e di funzionaridi amministrazioni pubbliche dell’area bologneseimpegnate nella pianificazione degli spazi pubblici (tra cui Maurizio Sani, Barbara Nerozzi, Graziella Guaragno, Elettra Malossi).

Convegno conclusivo

Negli anni del welfare urbano gli spazi pubblici hanno costituito l’obiettivo di significative lotte sociali, spesso coronate da successo. Oggi essi sono l’oggetto di fenomeni preoccupanti di degradazione, esclusione, commercializzazione, privatizzazione. Ma sono anche sempre più spesso l’obiettivo di azioni sociali per la loro difesa. In Italia e in Europa cresce il numero dei comitati, dei gruppi, delle associazioni, spesso tendenti ad aggregarsi in reti più ampie, per la loro difesa e promozione. Tra essi è presente, da alcuni anni, una Rete delle camere del lavoro – Cgil che è diventata protagonista, a livello nazionale e internazionale, della riflessione sull’attuale condizione urbana e, in molte città italiane, di azioni di stimolo e collaborazione per una migliore vivibilità ed equità per tutti gli abitanti.

Questa azione collettiva può costituire oggi il motore necessario per un rinnovamento del governo del territorio, può indurre gli amministratori a porre obiettivi giusti alla pianificazione territoriale: questa è la speranza nella quale anche noi scommettiamo. È allora utile consolidare il ponte tra persone, gruppi e interessi diversi, stimolare la conoscenza e il dialogo, la condivisione di competenze e esperienze, esigenze e bisogni diversi. In particolare, ci proponiamo di coinvolgere coloro che si mobilitano in difesa del territorio, delle città e degli spazi pubblici, in una iniziativa che da qualche tempo eddyburg, in collaborazione con altre associazioni, ha avviato: un progetto per la costruzione di una mappa degli spazi pubblici e, parallelamente ad essa, di una mappa degli spazi a rischio e dei conflitti per la loro difesa, o riconquista, o conquista.

Per affrontare questi temi, nella giornata conclusiva la scuola si apre all’esterno. In un convegno pubblico, organizzato con la Camera del lavoro territoriale – Cgil di Padova e con Legambiente Padova, oltre a rendere pubbliche le conclusioni delle tre giornate della scuola, si presenteranno e discuteranno i progetti e si scambieranno informazioni e proposte di iniziative con i rappresentanti di reti, comitati, associazioni, gruppi che interverranno alla manifestazione. (Vedi il programma del convegno)

Attività collaterali

Come ogni anno, la scuola non si esaurisce in una serie di comunicazioni frontali, ma prevede spazi organizzati di discussione (durante la prima giornata e il pomeriggio di venerdì), una visita al territorio (nel pomeriggio della seconda giornata, attraverso la collaborazione delle associazioni culturali Frammenti e di Antiruggine), una sessione conclusiva in cui far confluire le riflessioni maturate durante il corso delle giornata e la possibilità per gli studenti di condividere con i docenti anche i momenti liberi delle giornate.

Aspetti organizzativi

Sede

Sede della scuola è il centro storico di Asolo (TV), posto su un colle aguzzo tra Bassano del Grappa e Valdobbiadene. Le lezioni si terranno presso l’Istituto delle suore Dorotee di Asolo, dove si potrà soggiornare usufruendo di condizioni agevolate per gli iscritti alla scuola.

Chi desidera ulteriori informazioni sulla sede puà consultare

il sito dell’Istituto

e il sito del

Comune di Asolo

Periodo di svolgimento

La scuola si terrà dal 9 al 12 settembre 2009

Iscrizioni e aspetti logistici

Le iscrizioni e l’organizzazione degli aspetti logistici sono gestiti dall’associazione ZONE onlus, di cui la Scuola è attività. Sarà ammesso un numero massimo di 40 studenti.

Informazioni e documenti

Sul sito eddyburg.it è aperta una cartella dedicata alla V edizione della scuola, dove sono via via pubblicati il programma definitivo e i materiali di riferimento relativi agli argomenti trattati nelle lezioni.

La scuola

La quinta edizione della Scuola estiva di pianificazione “Scuola di eddyburg” (Asolo, 9-12 settembre). è dedicata quest’anno al tema: Gli spazi pubblici: declino, difesa, riconquista

Nel corso delle prime tre giornate si ragionerà sui cambiamenti che nella società e nella città hanno determinato il declino dello spazio pubblico, e che possono aiutare a definire e sostanziare il “diritto alla città”; ci si soffermerà poi nel racconto di tre momenti della storia urbanistica del nostro paese in cui si è cercato di fare incontrare urbs, civitas e polis a partire dalle questioni della “città pubblica”; si affronterà infine una riflessione a tutto tondo sugli “standard urbanistici” e sul modo in cui si possono arricchire le indicazioni del decreto del 1968, tuttora il principale strumento di garanzia della città pubblica.

Il quarto giorno (12 settembre 2009) sarà interamente dedicato a un convegno nel quale la Scuola si aprirà all’esterno e coinvolgerà nel dibattito le associazioni, i comitati, le reti che lavorano sul territorio per la difesa e la rivendicazione degli spazi pubblici.

Le intenzioni del convegno

Negli anni del welfare urbano gli spazi pubblici hanno costituito l’obiettivo di significative lotte sociali, spesso coronate da successo. Oggi essi sono l’oggetto di fenomeni preoccupanti di degradazione, esclusione, commercializzazione, privatizzazione. Ma sono anche sempre più spesso l’obiettivo di azioni sociali per la loro difesa. In Italia e in Europa cresce il numero dei comitati, dei gruppi, delle associazioni, spesso tendenti ad aggregarsi in reti più ampie, per la loro difesa e promozione. Tra essi è presente, da alcuni anni, una Rete delle camere del lavoro – Cgil che è diventata protagonista, a livello nazionale e internazionale, della riflessione sull’attuale condizione urbana e, in molte città italiane, di azioni di stimolo e collaborazione per una migliore vivibilità ed equità per tutti gli abitanti.

Questa azione collettiva può costituire oggi il motore necessario per un rinnovamento del governo del territorio: questa è la speranza nella quale anche noi scommettiamo. È allora utile consolidare il ponte tra persone, gruppi e interessi diversi, stimolare la conoscenza e il dialogo, la condivisione di competenze ed esperienze, esigenze e bisogni diversi. A questo fine abbiamo organizzato un convegno pubblico, con la Camera del lavoro territoriale – Cgil di Padova e con Legambiente Padova, nel quale, oltre a rendere pubbliche le conclusioni delle tre giornate della scuola, ci proponiamo di discutere a partire da esse con i portatori di esperienze che vanno nella stessa direzione.

Il programma del convegno

Il Convegno inizierà alle 10,30 del 12 settembre e sarà aperto dal saluto di Emilio Viafora, segretario del Comitato regionale Cgil del Veneto e dall’intervento di Andrea Castagna, segretario della CdlT-Cgil di Padova; seguiranno una comunicazione sullo svolgimento e la conclusione della Scuola di eddyburg (Mauro Baioni, Edoardo Salzano, Ilaria Boniburini), e una relazione sul modello di società e di territorio che emerge dalle vertenze aperte nella società (Oscar Mancini, responsabile Ambiente e territorio del regionale veneto della Cgil).

Dopo una breve pausa per il pranzo Sergio Lironi (presidente onorario di Legambiente Padova) aprirà gli interventi dei rappresentanti delle reti, associazioni, comitati, movimenti presenti. Sono previsti, tra gli altri, interventi di Cesare Melloni (Rete delle Camere del lavoro – Cgil), Paolo Baldeschi (Rete toscana dei comitati per la difesa del territorio), Mario Agostinelli (Rete lombarda dei comitati per la difesa del territorio), Domenico Finiguerra (Stop al consumo di suolo), Marco Boschini (associazione Comuni virtuosi), Franco Arboretti (Associazione Il cittadino governante – Giulianova), Paolo Cacciari (Cantieri sociali-Carta)

Le conclusioni saranno tratte da una tavola rotonda cui parteciperanno Mario Agostinelli, Chiara Sebastiani, Oscar Mancini, Edoardo Salzano.

Moderatore del convegno sarà il giornalista Francesco Erbani

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