Come cambiano le prospettive! Questo scritto di Alfredo Oriani è del 1903; descrive l'Agro romano come "una campagna calva e squallida, senza paesi e senza case, interrotta da lugubri stagni, solcata da rivoli morti", e discutendo "il sogno di ridurlo una campagna florida, ondeggiante di messi e di alberi, sparsa di case e di paesi, solcata da canali e da strade". E' tratto da Punte Secche, XVIII volume delle Opere di Alfredo Oriani, edito da Laterza, Bari 1921, ma era stato scritto quasi due decenni prima.