«Il secondo comma dell'articolo 4 del decreto, pubblicato venerdì in Gazzetta Ufficiale, permette al progetto autostradale tra Lazio e Veneto di accedere ai benefici della "defiscalizzazione". Un contributo pubblico indiretto pari a quasi 2 miliardi di euro, su un totale di dieci, cui -secondo la legge in vigore fino all'altra settimana- l'opera non avrebbe avuto diritto».
Nell’alluvione di parole ognuno ci mette le sue. Qualcuno anche qualche ricordo virtuoso, da cui però oggi pochi propongono di riprendere la lezione, aggiornandone i termini. Ieri si chiamavano “New Deal” negli USA e “Piano del lavoro" in Italia. Oggi hanno un nome?
Le parole bugiarde e i fatti veri. Con lo "sblocca Italia si «confonde colpevolmente l'eccessiva burocrazia e le gravi inadempienze con le autorizzazioni e i permessi che garantiscono una corretta gestione di patrimonio immobiliare, terreni agricoli, beni ambientali e archeologici».Huffington post, 1 settembre 2014
Asili nido: NO, Difesa del suolo: NO,Trasporti pubblici locali: NO, Restauro e manutenzione dei beni culturali: NO, Salute: NO, Spazi e servizi pubblici per tutti: NO. Invece Grandi opere inutili SI, SI, SI, SI.
«Il patron frenato da Marino e Zingaretti. Ma anche dalle risse tra costruttori e banche. E si scopre che sarà di Pallotta ma non della società quotata in borsa». Il Fatto Quotidiano, 13 agosto 2014
«La bassa densità di popolazione cala a picco in più parti, e in assenza di presìdi sarà prossima allo zero in vaste aree. Eppure proprio questo carattere, l'estensione di tanta natura, si poteva volgere a vantaggio, bastava crederci in un moderno disegno di crescita agropastorale quando lì c'erano ancora energie».
06/08/2014 Roberto Della Seta e Francesco Ferrante
A proposito di Refrontolo , dello "sblocca Italia di Renzi e del condono perpetuo di Caldoro: non tutti i coccodrilli piangono, alcuni azzannano con gli occhi asciutti.
In tre articoli, alcune facce dell’incuria che provoca disastri. Il territorio è una realtà complessa, e solo un sistema complesso di regole (la sua pianificazione ) può garantire la sopravvivenza delle specie che lo abitano.
Tra gli esercizi intellettuali più difficili quello di non cadere nella disperazione quando si scopre (ahimè così spesso) che la memoria degli italiani è morta, o è seppellita dagli “affari”. Sono decenni che si sa perché i disastri accadono, e si fa il contrario di ciò che serve per evitarli.
La corruzione e il criminoso legame tra politica e affari sono condannati da tutti, e giustamente. Ma pochi hanno imparato che il MoSE è un progetto che non salva Venezia ma la distrugge, e lo scrivono sui giornali.
La sordità della Banca europea per gli investimenti alle denunce sulle Grandi Opere ha contribuito a far maturare lo scandalo oggi esploso nel Veneto (e non solo).
L'iniziativa "sblocca Italia", coronamento della politica renzusconiana del territorio, è un successo del gruppo di potere "Nimby forum". Il manifesto, 4 giugno 2014
"Rigenerare". Una delle tante parole alla moda che può assumere significati diversi, anche antitetici. E' utile cominciare a guardare che cosa può esserci dietro.
No della a commissione VIA al previsto nuovo canale per le Grandi navi rischierebbe di innescare processi erosivi in Laguna grazie al dragaggio di oltre 8 milioni di metri cubi di fanghi. Molti dubbi anche sul canale Vittorio Emanuele II proposto dal sindaco. La Nuova Venezia, 10 maggio, 2014 (m.p.r.)
Un appello sottoscritto anche da eddyburg perchè la ricostruzione poster remoto in Emilia, rispetti i centri storici e si adegui al principio del "com'era, dov'era", così come è successo dopo la guerra e dopo il terremoto del Friuli.
Gli eventi sportivi internazionali sono, abbastanza prevedibilmente, anche un'occasione per scoprire luoghi e società: ma quanti stereotipi culturali in certa informazione!
«Gli enti locali devono prendere atto di queste realtà e cominciare a proporre politiche di gestione territoriale che considerino davvero i beni e il bene comune».
«Il problema dei problemi però, non è stato ancora risolto. L’azienda infatti, non possiede le risorse per attuare gli investimenti previsti dal piano ambientale ed è in cerca di eventuali finanziatori (da individuarsi anche nello Stato, attraverso un intervento della Cassa Depositi e Prestiti)». Il manifesto 17 aprile 2014 (m.p.r.)
Tutto il mondo è malpaese. Ma anche all'estero primeggiano gli archistar italiani. «Tra l’altro questi grattacieli non rispondono al bisogno di alloggi popolari ma solo a speculazioni immobiliari che muterebbero per sempre l’aspetto della capitale».
Nel nostro paese «Un capitale produttivo composto da più case ed uffici, ma meno macchinari e mezzi di trasporto, è apparso poco capace nel creare nuova ricchezza».