Qualche anno fa una nutrita compagnia di buontemponi in cerca di consensi organizzò una processione per la valle padana al seguito di una boccetta dacqua sorgiva. Sembravano la caricatura, parecchio più tetra, di Panoramix e compagni, ma dicevano: riprendiamoci il territorio, perché senza quello sotto i piedi non potremmo esistere. Una affermazione che è difficile non condividere, anche se in una prospettiva ribaltata: non territorio di predatori e prede, o vaga categoria dello spirito, ma luogo di storia, identità, progetto, partecipazione. Anche dentro la dimensione identitaria detta megalopoli padana. Qui l'integrazione socioeconomica, e gli stimoli esterni dello sviluppo hanno fatto avanzare sia progetti "predatori" di trasformazione, sia vari movimenti che si oppongono a questa logica e ne prefigurano una alternativa. Questa nuova cartella di Eddyburg vuole esserne uno dei punti di flusso, a integrare gli approcci locali con le visioni complementari delle altre sezioni tematiche.