Sono grato a Piero Bevilacqua per avermi insegnato due cose: lutilità della storia e le capacità del paesaggio. Per il primo argomento non cesserò di raccomandare la lettura del suo libro, che porta proprio quel titolo. Per il secondo, adopero le parole di Francesco Erbani, il quale ha scritto di lui che prova a ricostruire il nostro passato non limitandosi alle dinamiche dell'economia o alla vita sociale e politica, ma attribuendo dignità di soggetto storico alle forze ambientali.
Evidentemente, se i libri di Bevilacqua mi hanno colpito è perché ha toccato dei punti sensibili della coscienza, o di quello che cè sotto. Sono certo che succederà cosi per molti dei lettori di questo sito.\