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Redazione Re:common
«Anglo Italian job»: Leonardo spa e l’incrocio pericoloso tra armi e corruzione
9 Luglio 2018
2015-La guerra diffusa
Re:common 5 luglio 2015. La guerra è un grande affari per pochi che lucrano sugli armamenti, le sorveglianze e la sicurezza: un recente rapporto sugli illeciti di una grande società di cui il governo italiano è il maggior azionista. (i.b.)

Re:common

Pubblicato anche in italiano (con la collaborazione e il rilancio di Re:Common e Rete Italiana per il Disarmo) il Report elaborato da Corruption Watch sui possibili casi di corruzioni che coinvolgono il gigante italiano degli armamenti.

Una serie di scandali e possibili episodi di corruzione in almeno tre Paesi, che riguardavano contratti del valore di centinaia di milioni di euro e da cui sono scaturiti controversi versamenti per decine di milioni di euro ad agenti e intermediari collegati a figure militari e politiche. Uno spaccato di notizie e documenti sulla “zona grigia” che caratterizza in molti casi i principali appalti militari internazionali, tanto che il comparto produttivo militare-industriale risulta in testa a tutte le classifiche mondiali sulla corruzione. Tutti legati ad uno dei maggiori produttori armieri del mondo, il principale in Italia: Leonardo S.p.A (fino al gennaio 2016 denominata Finmeccanica). E’ questo il contenuto di “Anglo Italian job”, il Rapporto elaborato da Corruption Watch e da oggi disponibile anche in italiano grazie alla collaborazione con Re:Common e Rete Italiana per il Disarmo.

“Scorrendo gli elementi e documenti grazie ai quali siamo riusciti a ricostruire diversi casi problematici in cui è stata coinvolta Leonardo – commentano gli autori del Rapporto – risulta particolarmente inquietante il fatto che gli episodi di corruzione abbiano coinvolto i massimi dirigenti dell’azienda”. Società a partecipazione statale (con il Governo che detiene per legge una quota di controllo e nomina i vertici) frutto della fusione ed agglomerazione dei principali segmenti produttivi italiani del settore, Leonardo negli ultimi dieci anni è stata coinvolta in numerosi scandali per corruzione in tutto il mondo. Il Rapporto “Anglo Italian job” esamina i più eclatanti ed emblematici di questi scandali, rivelando in particolare le dinamiche interne di tre casi di possibile corruzione in cui l’azienda, le sue controllate o i suoi funzionari sono stati implicati in azioni illecite con il coinvolgimento dei più alti vertici.

Si parte dalla vendita di elicotteri Wildcat alle forze armate della Corea del Sud. AgustaWestland (controllata di Leonardo ora inserita integralmente nella divisione Elicotteri) avrebbe versato somme di denaro a favore di persone collegate all’establishment militare sudcoreano per garantire l’accordo. Fra i beneficiari di tali pagamenti figurerebbe un lobbista sotto la diretta supervisione di Geoff Hoon, già Segretario alla Difesa durante il mandato di Tony Blair e, dal 2011 al 2016, International Business Manager di AgustaWestland con sede nel Regno Unito. Il secondo caso riguarda invece la discussa vendita di Elicotteri VVIP all’India, nel cui contratto sarebbe compreso anche il pagamento di oltre 60 milioni di euro ad agenti e intermediari. AgustaWestland avrebbe inoltre effettuato dei versamenti ad uno di questi agenti per ottenere altri appalti in India. Le autorità indiane hanno dichiarato che, riguardo a tali lavori aggiuntivi, non è stata svolta alcuna operazione legittima, cosa che l’agente nega. Infine, la vendita di varie attrezzature (tra cui quelle per sorveglianza) al Governo di Panama. Proprio la diffusione sulla stampa di accuse di tangenti all’ex presidente di Panama, gestite attraverso un imprenditore italiano strettamente legato all’entourage di Silvio Berlusconi, avrebbero poi fatto svanire il contratto. Panama ha revocato l’affare sulla base di un accordo negoziale con Leonardo che ha comportato l’annullamento dei procedimenti giudiziari nel Paese.

Lo scenario che deriva da questi casi fa sorgere il dubbio che la società possa essere considerata sistemicamente corrotta con forti sospetti che possa essere nuovamente coinvolta in casi di corruzione anche in futuro. A riguardo, la risposta sembra essere positiva: stando alle ultime informazioni tratte da un’analisi sulla società recentemente pubblicata dal Comitato Etico norvegese si direbbe che Leonardo S.p.A. possa dare ancora motivi di dubitare sul rischio di corruzione.

Dopo l’analisi e la ricostruzione dei casi specifici il Rapporto si conclude con diverse raccomandazioni di intervento atte a ridurre gli impatti negativi e problematici di possibili percorsi corruttivi. In particolare viene suggerito:

Alle forze dell’ordine italiane di intraprendere senza ulteriori ritardi un’inchiesta sugli accordi di consulenza e rappresentanza passati e presenti di Leonardo S.p.A. in tutto il mondo per stabilire se la società sia stata coinvolta in episodi di corruzione in passato o potrebbe essere a rischio di ripetere tale condotta nel presente.
Al governo italiano, in quanto principale azionista di Leonardo S.p.A., di intraprendere una revisione urgente delle pratiche commerciali di Leonardo S.p.A., sia passate che presenti, e intervenire per garantire che la società metta in atto riforme immediate e sostanziali volte a limitare la propria esposizione al rischio di corruzione.
A Leonardo S.p.A. di impegnarsi a rivedere e riformare i propri meccanismi di compliance, adottando le misure necessarie per limitare il rischio di corruzione, compreso lo sviluppo di un piano concreto atto a ridurre il numero di agenti utilizzati dall’azienda in tutto il mondo. In tal senso sarebbe opportuno pubblicare un elenco completo degli agenti e degli intermediari attualmente e precedentemente utilizzati dalla società per ottenere commesse di vendita di apparecchiature e sistemi di difesa all’estero in nome della piena trasparenza e responsabilità.
Corruption Watch UK si è rivolta a Leonardo chiedendo all’azienda di commentare il contenuto e le conclusioni di questo rapporto fra aprile e maggio del 2018. La società ha risposto evidenziando la forza del suo programma di conformità anticorruzione e ha sottolineato che non è stata condannata in nessuna giurisdizione in relazione ai procedimenti trattati; inoltre, ha esposto la sua versione dei fatti per ciascun caso.
La risposta completa dell’azienda è disponibile su www.cw-uk.org/angloitalianjob.

Articolo tratto dalla pagina qui raggiungibile.

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