loader
menu
© 2024 Eddyburg
Vera Mantengoli
Il Tar dà ragione all'associazione
10 Marzo 2018
Terra acqua e società
la Nuova Venezia, Poveglia per tutti, 9 marzo 2018. La positiva conclusione di una vicenda che ha visto prevalere un gruppo di cittadini, utilizzatori di un bene pubblico che il demanio statale si proponeva di alienare, con postilla

la Nuova Venezia, Poveglia per tutti, 9 marzo 2018. La positiva conclusione di una vicenda che ha visto prevalere un gruppo di cittadini, utilizzatori di un bene pubblico che il demanio statale si proponeva di alienare, con postilla


la Nuova Venezia
IL TAR BOCCIA IL DEMANIO

POVEGLIA, NUOVE SPERANZE
di Vera Mantengoli

«Per i giudici amministrativi il diniego dello Stato è stato immotivato alla richiesta dell'associazione di gestire per sei anni parte dell'isola»

Colpo di scena nell'infinita storia di Poveglia che ieri si è improvvisamente riavvicinata ai cittadini, aprendo uno spiraglio sulla futura gestione dell'isola. Il Tar ha infatti considerato immotivato il no che il Demanio diede a «Poveglia per Tutti» nel 2015 quando, dopo l'asta andata a male del 2014, l'associazione chiese una concessione di sei anni per poter investire i soldi raccolti dalla colletta e sistemare l'isola verde. Una sentenza che ha rimesso in moto l'entusiasmo dell'associazione. Lo scenario attuale è infatti quello di una riapertura delle trattative tra «Poveglia per tutti» e il Demanio che dovrà tenere presente le osservazioni del Tar. Grande la gioia dei quasi cinquemila soci che stavano perdendo le speranze dopo l'ennesimo no dello scorso novembre, il provvedimento di non avvicinarsi a Poveglia per presunti problemi di buche ed eventuali crolli e l'avvicinarsi inesorabile della seconda asta, prevista per giugno.

Il Tar, con la sentenza 273/2018, sostiene che il diniego nasconde una presa di tempo non motivata, che davanti a una proposta concreta le motivazioni date all'epoca, secondo cui c'erano possibili altri investitori, non giustificano un no, ma soprattutto il Tar sottolinea l'importante finalità sociale della proposta dei cittadini. «Oggi il Tar dopo tre anni dalla nostra richiesta temporanea di avere l'isola per sei anni, ci ha dato ragione» ha dichiarato Lorenzo Pesola, presidente dell'associazione Poveglia per tutti. «Già all'epoca avevamo fatto un lavoro dettagliato, frutto della collaborazione di centinaia di persone, a cui il Demanio aveva dato una risposta insensata. Questa sentenza ci ridà un po'di fiducia e ci permetterà di tornare a negoziare al tavolo con uno Stato che speriamo che sia più attento alle istanze di sussidiarietà orizzontale di cui questa nostra associazione si fa così chiaramente portavoce».
E ora, un passo indietro. All'asta senza vincitori del maggio 2014 avevano partecipato l'associazione Poveglia per tutti con 160 mila euro raccolti da oltre 3.000 cittadini e Luigi Brugnaro, a quel tempo imprenditore e non sindaco, con 513 mila euro. Il Demanio aveva considerato l'offerta dell'attuale sindaco troppo bassa, mentre quella di Poveglia per tutti non era nemmeno passata perché di molto inferiore. I cittadini non si erano comunque dati per vinti e avevano proposto al Demanio di utilizzare tutti i soldi ricavati dalla colletta che sfioravano i 400 mila euro. A fine 2014 l'associazione aveva quindi chiesto una concessione, presentando un progetto, ma dopo qualche mese si era sentita dire di no. A quel punto i legali Francesco Mason e Raffaele Volante avevano fatto ricorso. Ieri, dopo tre anni, la sentenza. «Siamo molto soddisfatti, soprattutto delle motivazioni» spiegano gli avvocati.
«Il Tar afferma dei principi importanti perché spiega al Demanio non solo come deve amministrare il bene pubblico, ma anche come si deve rapportare con la società civile, ricordandone l'importanza». Andando più nel dettaglio, per prima cosa il Tar dice che l'atto di diniego del demanio nasconde una presa di tempo e un'inerzia da parte del demanio non giustificata: «Il demanio aveva detto che c'erano altre manifestazioni d'interesse e che doveva parlare con l'amministrazione comunale» spiega Mason. «Il Tar dice che non si può dire di no perché potenzialmente ci sono altri investitori. Poi dice che se il demanio avesse voluto rimetterla all'asta, davanti a una proposta concreta, avrebbe potuto concederla con una clausola. In una parola, se c'è una comunità che ci mette i soldi per preservare il proprio bene non puoi dire di no e lasciare un bene allo sfacelo». Adesso il Demanio dovrà anche pagare all'associazione e le spese legali e riaprire il tavolo. L'intenzione infatti è quella di attendere che il demanio convochi Poveglia per tutti per mettere un punto su quanto è passato e ricominciare di nuovo. Questa volta mettendo in primo piano i cittadini.

Poveglia per tutti
TAR E POVEGLIA

UNA IMPORTANTE SENTENZA

Sono passati ben tre anni dalla nostra prima richiesta di concessione dell'isola di Poveglia, isola che giace abbandonata dal 1968. Più che di una “concessione” si trattava di un vero regalo da parte dei 4378 associati alla comunità tutta; una proposta dettagliata, fin nei minimi particolari. La sentenza del TAR del Veneto di ieri ha confermato che quel misero diniego con cui ci rispose l'Agenzia del Demanio, con cui si tentò un vero “seppellimento burocratico” del lavoro volontario di decine di professionisti, rappresentò "un eccesso di potere" immotivato ed arbitrario.

La nostra associazione allora non si arrese, e continuò con pazienza e coraggio a cercare di mantenere aperto un tavolo negoziale, non volevamo certo che questo pezzo di città divenisse un nuovo albergo ma che fosse fruibile agli abitanti. Tre anni. Tre anni che sono stati segnati purtroppo da un aleatorio quanto immotivato dilazionare, in cui il nostro interlocutore cercava, come il TAR oggi denuncia, di “rallentare per non decidere”, disconoscendo quelle che persino il tribunale oggi definisce “finalità di indubbia rilevanza sociale e collettiva”.

Fu una vera odissea di incontri. Ci siamo recati negli uffici veneti e romani per ben 21 volte, offrendo ogni volta proposte e soluzioni per superare ostacoli via via più pretestuosi. Finchè, ultimo in ordine di tempo, quello decisivo, nell’incontro del 16 novembre 2017, quando l'attuale direttore del Veneto Ing. Di Girolamo si e' unilateralmente ritirato dall'accordo il giorno stesso della firma, accordo su cui si era già espressa positivamente l'Avvocatura dello Stato.

Fortunatamente i nostri volontari hanno avuto la tenacia di chi sente con sé la ragione, il principio di sussidiarietà costituzionale, il calore della comunità. Leggere questa sentenza, oggi, ci dona un po' di respiro. Non sarà più possibile dire che 5000 cittadini, un veneziano per famiglia, non abbiano espresso un “sentire diffuso”. Per questo colpevole ritardo del Demanio, per una politica sostanzialmente dilatoria di questa agenzia, abbiamo perso altri anni. Anni segnati da un apparato che si è comportato con l’atteggiamento di un sovrano indispettito e non come amministratore della cosa pubblica. Ora il Tar costringe moralmente (e di fatto) l’agenzia a tornare ad un tavolo negoziale, a dare delle risposte serie alla comunità.

Il Demanio ha compiuto due errori madornali: non ha assegnato l’isola ai cittadini ed ora ha spinto il provveditorato a circondarla con un “filo spinato invisibile”; un’ordinanza suggerita al provveditorato dalla stessa Agenzia infatti, vieta oggi finanche l’accosto all'isola. Non ne commetta un terzo, fatale. Il terzo errore sarebbe utilizzare per Poveglia un bando solitamente utilizzato per i “fari”. Poveglia non è un faro. Questo bando ha assegnato negli ultimi anni 22 strutture su 24 ad un destino ricettivo-turistico, e non è perciò, palesemente, il contenitore giusto per una città così turistificata. Ascolti i cittadini. Un doveroso grazie ai nostri avvocati per questo successo.

Postilla
La vicenda di Poveglia dimostra quanto sia difficile affermare i diritti dei cittadini sui beni comuni. «Il Tar afferma dei principi importanti perché spiega al Demanio non solo come deve amministrare il bene pubblico, ma anche come si deve rapportare con la società civile, ricordandone l'importanza». (m.p.r.)

Qui la sentenza

ARTICOLI CORRELATI
7 Giugno 2019

© 2024 Eddyburg