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Silvio Messinetti
Pesante attacco al Sindaco dell'accoglienza
7 Ottobre 2017
2017-Accoglienza Italia
il manifesto, 7 ottobre 2017. Marco Minniti non può prendersela con Jorge Mario Bergoglio, perchè è papa. Mimmo Lucano è solo sindaco di un comunello della Calabria, quindi si può

il manifest

IL SINDACO DI RIACE INDAGATO:
«SONO POVERO E SERENO,
FORSE DO FASTIDIO»

intervista di Silvio Messinetti

Intervista a Mimmo Lucano. Il primo cittadino: Non posso farci nulla se il modello di accoglienza che stiamo sperimentando è visto come un’anomalia burocratica. Funziona. Ben vengano i controlli, io non ho conti segreti
Sindaco Lucano, dalle contestazioni avanzate dagli inquirenti pare che lei in concorso con altri abbia architettato «la grande truffa dei migranti». Come si sente? Sta vivendo un incubo?

«L’inchiesta parte da una vecchia ispezione prefettizia venuta a verificare presunte anomalie burocratiche nella gestione dell’accoglienza. Sono sconcertato e senza parole, ma per certi versi mi viene quasi da ridere perché non ho nessun bene nascosto. Non possiedo niente, non ho nessun conto segreto, percepisco una modesta indennità di 1.050 euro, non ho mai praticato familismo e nepotismo, la mia famiglia vive fuori da Riace, a mille km da qui, in Toscana. Non ho mai approfittato della mia posizione. Ma una cosa voglio ribadirla proprio al . Io sono un comunista nel senso ideale più ampio. Se un cittadino viene a Riace per me ha gli stessi miei diritti. Per questo oggi Riace non è più solo un comune calabrese. È un comune del mondo. E io accolgo tutti. Io vivo di ideali. Se questa la chiamano “anomalia burocratica” io non posso farci niente. Allora ben vengano i controlli su di me e che siano i più approfonditi possibili».

In effetti, dopo questi primi controlli lei stesso ha sollecitato ulteriori verifiche, poi effettuate. Adesso questo avviso di garanzia inaspettato. Lei si sente perseguitato perché scomodo?

«Non voglio fare del vittimismo. Ma è chiaro che vogliono colpire un modo diverso, e in controtendenza, di approccio ai flussi migratori. Noi non alziamo muri ma costruiamo ponti. Conservo sempre presente l’insegnamento di Dino Frisullo, la sua utopia di fratellanza tra popoli. Il nuovo conflitto di classe è l’immigrazione e io sto con gli immigrati, con i subalterni di questo secolo».

Nelle scorse settimane si era detto indignato e sfiduciato con lo Stato e con il Viminale dopo la sospensione dei fondi e dopo il rischio di abolizione dei bonus e delle borse-lavoro. Che rapporti ha con il Viminale?

«Diciamo altalenanti. Dopo questi dubbi sollevati dal ministero mi sono recato personalmente a Roma in questi giorni e mi hanno assicurato che sbloccheranno i fondi, anzi pensano anche di aumentarli. Ma di sicuro tutte queste voci che periodicamente si rincorrono contro i pilastri del nostro modello possono penalizzarci. Perché i bonus tutelano la dignità del rifugiato, spesso umiliato nella consegna di alimenti. Grazie ai buoni-moneta queste persone hanno immediatamente autonomia economica e libertà di scelta dei beni di prima necessità, entrano subito in contatto con i riacesi e si integrano. È questo il succo del modello Riace: costruire processi rigenerativi e perenni della società. Perché i migranti non devono essere dei pacchi depositati per sei mesi e poi recapitati altrove. Da noi costituiscono la linfa vitale e rigenerativa del territorio. Ed è così che siamo sopravvissuti alle lungaggini burocratiche di trasferimento delle risorse dallo Stato agli enti territoriali, grazie ai bonus. Ma negli ultimi due anni ci hanno costretto a un calvario, due anni di falsità e di congetture sulla base di verifiche effettuate in modo superficiale e approssimativo, senza sentire i soggetti beneficiari dei progetti, veri testimoni in grado di attestare la qualità dei servizi a loro erogati. Nessuna audizione con gli operatori, nessun colloquio con la popolazione, nessun contatto con i commercianti. la verifica è stata solo sulla documentazione e con toni ostili e punitivi. Forse vogliono costringerci a chiudere. Ma se manca la fiducia sono io il primo a volerlo».

Bergoglio ha sempre espresso gratitudine e ammirazione per il suo operato. «Le porte della mia casa saranno sempre aperte per lei», ha dichiarato in sua presenza. Magari se fosse respinto dallo Stato italiano, lei potrà chiedere asilo in Vaticano?

«È una buona idea. Anche perché a volte rifletto e mi dico che il papa argentino è l’ultimo uomo a dire cose di sinistra nel mondo».

IL POLVERONE DI RIACE

«La scheda. Le tappe di ispezioni e accuse contro Mimmo Lucano, sindaco calabrese amato da Wenders e da Bergoglio»

Prima la relazione del prefetto di Reggio, Michele Di Bari, che annotava «criticità estremamente preoccupanti, sia per gli aspetti amministrativi e organizzativi che per gli aspetti di merito, riguardanti i servizi rivolti agli stranieri, assolutamente carenti e privi di effettiva pianificazione».

A fine 2016 un video su Youtube, pubblicato da un nick name anonimo, che voleva far credere che il sindaco avesse pilotato un appalto con i fondi regionali per il dissesto idrogeologico. Da qui le sue dimissioni, poi revocate a furor di popolo. Poco tempo fa la visita degli ispettori del ministero chiamati a giudicare il modello dell’accoglienza che anni fa ha colpito anche il regista tedesco Wim Wenders. Infine la circolare del Viminale e della prefettura reggina che decretava la sospensione dell’erogazione dei fondi per presunte irregolarità.

Nell’attacco concentrico contro Mimmo Lucano, sindaco di Riace mancava solo quel tassello: un’indagine che dipingesse «la grande truffa dei migranti». E puntualmente, l’indagine della procura di Locri è arrivata. Insieme a un avviso di garanzia con un capo d’accusa pesante che sembra fatto apposta per sollevare un polverone: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Ue, concussione e abuso d’ufficio, in concorso. Poco importa che in realtà si tratta nient’altro che del supplemento di una vecchia indagine del gennaio scorso per le contestazioni sollevate dagli ispettori prefettizi per verificare l’eventuale fondatezza delle accuse.

Per questo è stato eseguito anche un decreto di perquisizione e sequestro per acquisire tutta la documentazione sui progetti. Tra i destinatari dell’avviso anche Fernando Capone, presidente di Città futura-don Puglisi, l’associazione che oggi coordina tutti i progetti in corso. Lucano dopo la prima ispezione- con risultati negativi – non solo ha presentato puntuali controdeduzioni, ma ha sollecitato ulteriori controlli, poi effettuati, dei quali tuttavia non è mai riuscito a conoscere l’esito.

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