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Chiara Spagnolo
Salento, sul gasdotto Tap l’ok del Consiglio di Stato “Si può fare, via i 231 ulivi”
28 Marzo 2017
Natura
«Palazzo Spada rigetta i ricorsi presentati dalla Regione Puglia “Sono stati vagliati gli aspetti naturalistici, l’approdo è giusto”Le proteste a Melendugno contro l’espianto di ulivi per i lavori del gasdotto Tap».

la Repubblica, 28 marzo 2017 (c.m.c.)

Il Consiglio di Stato blinda il progetto del gasdotto Tap, che approderà in Salento, bocciando i ricorsi della Regione Puglia e del Comune di Melendugno e chiudendo il contenzioso amministrativo iniziato nel 2014. Dopo tre anni di ricorsi e controricorsi, la parola fine arriva nel momento in cui a Melendugno una piccola sollevazione popolare ha bloccato i lavori di costruzione dell’opera. L’espianto di 231 ulivi — primo passo per realizzare il gasdotto — è iniziato il 17 marzo e si è fermato il 21, dopo che circa duecento persone hanno posto i propri corpi davanti a camion e ruspe che avrebbero dovuto portare via gli alberi.

La tensione tra forze dell’ordine e manifestanti ha costretto il prefetto di Lecce Claudio Palomba a chiedere una sospensione a Tap e un parere sulla regolarità autorizzativa al ministero dell’Ambiente. La risposta positiva viaggia da Roma verso il Salento e consentirà alla Trans Adriatic Pipeline di ricominciare i lavori, forte anche della sentenza del Consiglio di Stato, che non influenza direttamente la questione relativa agli espianti ma ribadisce, in 68 pagine, la piena regolarità dell’Autorizzazione unica rilasciata dal ministero dello Sviluppo nel maggio 2015 e della Valutazione di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente nel settembre 2014.

Non c’è stata alcuna irregolarità — scrivono i giudici di Palazzo Spada — nelle procedure con cui il Consiglio dei ministri ha preso in capo la questione gasdotto, non avendo raggiunto l’intesa con la Regione Puglia su un’opera che era stata dichiarata strategica a livello nazionale e comunitario. Né — aggiunge la sentenza — era necessario applicare al progetto la normativa Seveso o cercare altri approdi, dopo che erano state vagliate 11 soluzioni alternative a Melendugno.

Proprio la scelta di quel punto d’arrivo, in un’area a forte vocazione turistica, ha causato la levata di scudi di numerosi sindaci salentini, che si sono uniti alla crociata del primo cittadino di Melendugno, Marco Potì, alla quale partecipa da lontano anche il governatore pugliese Michele Emiliano, convinto che l’espianto degli ulivi non abbia ricevuto tutte le necessarie autorizzazioni regionali.

Per Tap, invece, le carte sono a posto e, incassata la sentenza del Consiglio di Stato, si attende solo la nota del ministero dell’Ambiente. Poi sarà tempo di espianti, ai quali — hanno fatto sapere gli attivisti che presidiano il cantiere — ci si continuerà ad opporre fermamente. L’appuntamento è all’alba, ad aspettare i mezzi Tap per provare a fermarli di nuovo. Il timore delle forze dell’ordine è che la tensione possa nuovamente salire, fino ad arrivare agli scontri.

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