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Fabrizio Bottini
Lo svincolo autostradale urbano che nessuno vede
14 Settembre 2015
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Un incidente stradale grave, un «pirata» che fugge nella notte piovosa, questo almeno ci racconta la cronaca, ma non si accorge che il punto e il contesto di quell'incidente sono identici a un altro assai più noto e tragico di due anni fa: da allora non è stato fatto nulla, e tutti si sono dimenticati
Un incidente stradale grave, un «pirata» che fugge nella notte piovosa, questo almeno ci racconta la cronaca, ma non si accorge che il punto e il contesto di quell'incidente sono identici a un altro assai più noto e tragico di due anni fa: da allora non è stato fatto nulla, e tutti si sono dimenticati

La cronaca locale parrebbe quella triste ma prevedibile a cui siamo abituati da lustri: una bambina ansiosa di arrivare a casa, che cammina qualche passo più avanti della mamma e si arrischia a passare il semaforo quando verde non è ancora. In direzione perpendicolare l'auto che, visto il giallo, dà la prevedibile accelerata, e l'impatto è inevitabile: carambola della bambina sul cofano, e fuga nella notte del pirata, magari semplicemente scioccato e in attesa di ripresentarsi scortato da un legale. La notizia starebbe tutta qui, secondo il cronista, nella fuga e quindi nelle classiche indagini degli esperti sulle tracce lasciate dall'auto, di cui conosciamo marca e modello, magari controllo delle telecamere, testimonianze di qualche passante. La bambina se non altro, pur malconcia, non è in pericolo di vita, aspettiamo la conclusione dell'inchiesta ed eventuali sviluppi. Ma c'è un piccolo neo, quando il cronista sbaglia zona, pur azzeccando come da verbale i nomi delle vie, e così facendo fa suonare un campanello: quel posto non è vicinissimo a dove un paio d'anni fa è successa quella vera e propria strage?

a parte i pasticci grafici, a sinistra il primo, a destra quello di ieri

Rapida mente locale, e sì: il posto è a cento, centocinquanta metri da dove in una analoga sera di pioggia di un paio d'anni fa un'auto falciò mamma incinta e bambino che correvano verso la fermata dell'autobus, al terminale Famagosta della MM2 milanese. Ma c'è molto, molto di più, sfuggito al manierismo giornalistico così attento ad altri particolari, perché siamo esattamente nello stesso svincolo autostradale urbano, solo all'altra estremità, dove le auto arrivano in discesa da un sovrappasso anziché in salita da un sottopasso, e la via secondo l'uso toponomastico italiano cambia nome. Fossimo stati negli Usa, magari l'inghippo sarebbe stato più chiaro, svincolo tal dei tali sulla direttrice talaltra, e dinamica evidente. Uguali al caso di due anni fa, anche i particolari, che poi nell'immaginario collettivo possono fare la differenza: nazionalità delle vittime (non italiana, si sa che questi immigrati sono così mal adattati al nostro ambiente), e torto formale di chi sta attraversando in un punto dove non è consentito (l'uso obbligatorio del sottopasso pedonale nel primo caso, il semaforo ancora rosso nel secondo).

Ma quello svincolo autostradale sbattuto in mezzo a un quartiere urbano, o se vogliamo a fare da trait d'union fra due quartieri sulle sponde opposte del Naviglio, quello sembra apparire invece una presenza naturale, nulla da eccepire. Al massimo c'è la velocità eccessiva (che senza svincolo sarebbe meno probabile), o l'omissione di soccorso, a far notizia. Che salti invece all'occhio una lampante inadeguatezza della città costruita attorno all'auto, un'urbanistica che pare ispirata a Filippo Tommaso Marinetti, non lo nota nessuno. Sarebbe invece ora di cominciare a notarlo, invece di blaterare sciocchezze forcaiole sugli omicidi stradali, che intervengono (andrebbe sottolineato) dopo il fattaccio, anziché prevenirlo e evitarlo.

Qui il commento di due anni fa, alla Strage di via Famagosta - Di seguito l'articolo di cronaca locale

Simone Bianchin, «Accelera al semaforo travolge la ragazzina e scappa nella notte», la Repubblica Milano, 14 settembre 2015
Una Bmw di colore blu con un pirata della strada a bordo, che dopo aver investito una bambina è fuggito. L’incidente alle 21 di sabato in viale Giovanni da Cermenate, all’altezza del numero 19, zona Barona, all’incrocio con via Montegani, regolato da semafori.

La Bmw blu, che secondo alcuni testimoni oculari dell’incidente aveva accelerato in prossimità del semaforo all’incrocio per passare con il giallo prima che scattasse il rosso, probabilmente era da poco uscita dalla tangenziale. La bambina, cinese, che era accompagnata dalla mamma (rimasta poco più indietro rispetto a lei) per tornare a casa in via De Sanctis, stava attraversando in prossimità delle strisce pedonali. La macchina ha continuato la corsa diretta verso via Antonini «senza neanche una frenata», fa sapere la polizia locale intervenuta sul posto: «Non andava piano perché arrivava dalle autostrade, da un cavalcavia o da un sottopasso. I testimoni dicono che era in accelerazione e che poi ha pensato di andare via più veloce della luce».

Non escludendo che la persona che era alla guida possa aver cercato un avvocato e decida di presentarsi spontaneamente, è questa la macchina che la polizia locale sta cercando. L’auto, nell’impatto con il corpo della bambina centrata e caricata in parte sul cofano, ha perso per strada uno specchietto retrovisore che potrebbe risultare utilissimo alle indagini per risalire all’intestatario della vettura, senza contare che spesso, in aggiunta, le analisi dei materiali che rimangono sull’asfalto hanno consentito di ottenere anche il numero di telaio dell’auto.

Intanto, le immagini della Bmw i vigili le stanno cercando nei filmati di diverse telecamere, da quelle posizionate lungo le tangenziali a quelle ai caselli di uscita nella periferia sud, alle riprese delle telecamere di diverse banche. I vigili credono che i filmati possano essere utili anche per l’individuazione della targa, soprattutto le registrazioni di una telecamera comunale di via Montegani, da dove pare provenisse la Bmw.

La ragazzina, soccorsa dal 118, è stata trasportata in codice rosso all’Humanitas di Rozzano, dove le sono state riscontrate diverse fratture. Arrivata gravissima, era stata stabilizzata e ieri le sue condizioni destavano minor preoccupazione. Escluso il pericolo di vita, la prognosi riservata è stata sciolta e fissata in 90 giorni.

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