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Matteo Bartocci
Anche la destra americana vuole abbattere l’F3
25 Luglio 2015
Articoli del 2015
«L’F35 è la "peggiore minaccia alla sicurezza degli Stati uniti da trent’anni a questa parte. Sono sempre di più i falchi repubblicani ipercritici con il progetto dell’aereo più costoso della storia. Sulla ultraconservatrice National Review un articolo che ripercorre tutti i difetti del caccia che l’Italia si è impegnata ad acquistare senza discussioni. La critica? Costa troppo e non funziona».Il manifesto, 25 luglio 2015

«ational Review un articolo che ripercorre tutti i difetti del caccia che l’Italia si è impegnata ad acquistare senza discussioni. La critica? Costa troppo e non funziona

La «peg­giore minac­cia alla sicu­rezza degli Stati uniti da trent’anni a que­sta parte» non è l’ultima por­tae­rei cinese, i silen­ziosi sot­to­ma­rini die­sel nor­d­co­reani o i satel­liti spia russi, è… l’F35. Un «pro­gramma inge­sti­bile, inso­ste­ni­bile e che non rag­giun­gerà mai i suoi obiet­tivi mili­tari», «stac­care la spina a que­sto peri­co­loso spreco di denaro non avverrà mai troppo tardi». Non sono slo­gan della cam­pa­gna pre­si­den­ziale del socia­li­sta demo­cra­tico Ber­nie San­ders, ma parole di Mike Fre­den­burg, fon­da­tore dell’Istituto Adam Smith di San Diego, una penna fero­ce­mente conservatrice.

Con­si­de­ra­zioni tanto più inte­res­santi visto il pul­pito da cui pro­ven­gono, il sito dell’americana Natio­nal Review, maga­zine della destra repub­bli­cana dal 1955. Una rivi­sta rea­ga­niana, liber­ta­ria, libe­ri­sta e ultra-conservatrice, che con­si­dera i sin­da­cati un puro «stru­mento socia­li­sta» e l’Onu una tro­vata diplo­ma­tica delle élite libe­ral. Tra i prin­cipi dichia­rati dalla reda­zione la «lotta senza sosta alla cre­scita del governo fede­rale» e la guerra senza quar­tiere al comu­ni­smo, una «uto­pia sata­nica con cui è impos­si­bile coesistere».

Insomma, men­tre in Ita­lia il dibat­tito sull’F35 è stato insab­biato die­tro le col­tri del «Libro bianco sulla Difesa» e il par­la­mento osserva inerte la par­te­ci­pa­zione tri­co­lore a que­sto stru­mento di guerra e immane spreco di risorse, negli Usa l’«aereo del futuro» è cri­ti­cato fero­ce­mente soprat­tutto dalla destra.

L’arti­colo di Fre­den­burg sulla Natio­nal Review riper­corre tutte le pro­messe man­cate dalla Loc­kheed Mar­tin, i dubbi a mezza bocca dei gene­rali, i difetti ripe­tuti nei pro­getti, le cri­ti­che delle varie ana­lisi indi­pen­denti che in vent’anni hanno esa­mi­nato il programma.

Secondo stime uffi­ciali del 2013, lo svi­luppo dell’F35 e il suo man­te­ni­mento ope­ra­tivo per i pros­simi 55 anni coste­ranno 1.500 miliardi di dol­lari, «il più costoso sistema di arma­menti della sto­ria dell’umanità». E alla fine – osserva spie­tato Fre­den­burg – avremo «un aereo più lento dell’F14 Tom­cat del 1970, meno mano­vra­bile dell’A6 Intru­der di quarant’anni fa, con una per­for­mance ope­ra­tiva para­go­na­bile a quella dell’F4 Phan­tom del 1960», «un aereo che in recenti test di com­bat­ti­mento ha perso per­fino con­tro l’F16».

Un cac­cia che non caccia
Le rive­la­zioni su que­sto test sono apparse su Medium pochi giorni fa. Il com­bat­ti­mento simu­lato F16 con­tro F35 risa­li­rebbe al 14 gen­naio 2015, sopra l’oceano anti­stante la base dell’Air Force a Edwards, California.

L’F35A (desi­gnato col codice AF-02 e dotato di tec­no­lo­gia stealth di serie) doveva inter­cet­tare e abbat­tere un nor­male F16D, uno degli aerei che dovrà sosti­tuire, a un alti­tu­dine com­presa tra 3mila e 9.500 metri. Le cin­que pagine del rap­porto del pilota descri­vono l’aerodinamica del nuovo aereo sostan­zial­mente come un «can­cello» ingui­da­bile, inca­pace di abbat­tere il «nemico» e anzi, alla fine, desti­nato a essere abbattuto.

Secondo il col­lau­da­tore, l’F35 ha una sola mano­vra in cui è stato supe­riore all’F16. Sfor­tu­na­ta­mente, que­sta con­suma tal­mente tanta ben­zina che si tratta di una sola pal­lot­tola, poi al mal­ca­pi­tato non reste­rebbe che scap­pare più velo­ce­mente pos­si­bile con la coda tra le gambe. Alla fine, il col­lau­da­tore cer­ti­fica che in com­bat­ti­mento rav­vi­ci­nato l’F35A è infe­riore all’F15E degli anni Ottanta.

Un pro­gramma mefistofelico

I ritardi ormai sono leg­gen­dari. Deciso dall’amministrazione Clin­ton nel gen­naio 1994 come unico aereo per tutta le forze Usa, il pro­gramma dell’F35 o Joint Strike Fighter doveva entrare in pro­du­zione ope­ra­tiva nel 2010, poi nel 2012, ora nell’aprile 2019 (ma alcune fun­zioni sono attese dal 2021). Tutti sanno che que­sta data dif­fi­cil­mente sarà rispettata.

Ad oggi, il motore dell’F35 può pren­dere fuoco, ha pro­blemi di aero­di­na­mica (viste le fun­zioni richie­ste dai vari gene­rali non ha ancora un design e un assetto sta­bili), pre­senta gra­vis­simi pro­blemi al soft­ware, al casco del pilota, ai sen­sori del radar, al sistema elet­trico (a 270 volt, uni­cum nell’aviazione), alla mitra­glia­trice, all’alimentazione e all’espulsione sicura del car­bu­rante (infatti ancora non può essere rifor­nito in volo), al raf­fred­da­mento del motore e per­fino alle gomme!

L’aereo è tal­mente sen­si­bile ai ful­mini (se col­pito potrebbe esplo­dere sia in volo che par­cheg­giato a terra) che il Pen­ta­gono ne ha uffi­cial­mente proi­bito l’utilizzo entro 30 chi­lo­me­tri da un tem­po­rale (tutto uffi­ciale, rias­sunto qui).

Il soft­ware a bordo dell’F35 ha 8 milioni di linee di codice. Per capirci, lo Space Shut­tle della Nasa ne aveva 400mila. Una quan­tità di infor­ma­zione pari a 16 volte quella con­te­nuta in tutta l’Enciclopedia Trec­cani. Ma il totale del soft­ware neces­sa­rio in volo e a terra è pari a 30 milioni di linee di codice. Ine­vi­ta­bili, sono già migliaia i «bug» di sistema dif­fi­cili da sco­vare e risolvere.

Per dire l’ultima, sol­tanto il 22 luglio scorso è par­tita la spe­ri­men­ta­zione sul campo della mitra­glia­trice da 25mm. In un aereo stealth com­ple­ta­mente liscio, infatti, la sem­plice aper­tura del foro della mitra­glia­trice interna è un ine­dito tutto da veri­fi­care.

L’arma più costosa della sto­ria, privatizzata

Secondo i sem­pre più nume­rosi cri­tici (anche mili­tari e inso­spet­ta­bili, per esem­pio l’aviazione israe­liana), il pro­getto è par­tito malissimo.

Que­sto cir­colo vizioso di vec­chi e nuovi pro­blemi porta a costi di manu­ten­zione let­te­ral­mente stra­to­sfe­rici: dai 32mila dol­lari per ora di volo pre­ven­ti­vati si è pas­sati a un più rea­li­stico 68mila dol­lari l’ora. Ma la Difesa ame­ri­cana non è in grado di fare la manu­ten­zione a un oggetto così com­plesso, per­ciò è già messo in conto il ricorso totale ai con­trac­tor fino alla fine del secolo. Una manna per Loc­kheed Mar­tin, Nor­th­rop Grum­man, Pratt & Whit­ney e il loro indotto.

Nei 400 miliardi fin qui pre­ven­ti­vati dagli Stati uniti, non sono inclusi inoltre:
- i mag­giori costi per risol­vere i pro­blemi sopra sintetizzati
- tutti gli arma­menti e munizioni
l- ’adattamento al tra­sporto di bombe nucleari
- l’adattamento per ser­ba­toi esterni di carburante
- e nem­meno l’integrazione e la comu­ni­ca­zione con la flotta di F15, F16 e F22 esistente!

In breve, è l’aereo nudo e crudo. Solo que­sto elenco di miglio­rie potrebbe por­tare a mag­giori costi per 68 miliardi di dol­lari, pari al costo finale di tutto il pro­gramma per l’F22.

Nel pro­getto del 1994, ogni aereo doveva costare tra 28 e 35 milioni di dol­lari a seconda delle ver­sioni (45 e 61 milioni in dol­lari attuali). Non a caso, invece, le stime atten­di­bili più recenti par­lano di un costo ad aereo tra i 190 e i 270 milioni di dol­lari, il quintuplo.

Ma la Rus­sia è in vantaggio

L’F35 è uno stru­mento di guerra tra grandi potenze. Se alla fine il Pen­ta­gono acqui­sterà dav­vero tutti gli aerei ordi­nati, gli Usa avranno una flotta 15 volte più grande della Cina. Ma la loro «supe­rio­rità aerea» stra­te­gica mon­diale sarà tutt’altro che garantita.

Secondo gli ana­li­sti mili­tari citati da Fre­den­burg, infatti, la Rus­sia è già molto più avanti: il suo Sukhoi Su-35S di quarta gene­ra­zione (finirà i test quest’anno) «è più veloce, ha un rag­gio ope­ra­tivo più ampio e porta il tri­plo dei missili».

Il futuro PAK T-50 stealth (pre­vi­sto per il 2018) sarà ancora migliore. I «nemici», infatti, hanno già preso le con­tro­mi­sure, visto che il pro­gramma dura da vent’anni (l’F16, per fare un con­fronto, durò “solo” 5 anni).

L’F35 è un «pro­gramma troppo grande per fal­lire», un buco nero finan­zia­rio e mili­tare ma non politico.

Il Pen­ta­gono ha aumen­tato da 34 a 57 gli aerei richie­sti per il 2016, quasi il dop­pio dei 38 finan­ziati dal Con­gresso per quest’anno. Molto oppor­tu­na­mente, infatti, la Loc­kheed ha sparso le sue fab­bri­che in cen­ti­naia di col­legi in 5 stati chiave, e ben pochi con­gress­men vogliono rischiare la per­dita di 60mila posti di lavoro garan­titi dal governo con soldi pubblici.

Entro l’estate alcuni F35B dovreb­bero entrare in ser­vi­zio presso il corpo dei Mari­nes, che a que­sto punto pre­ghe­ranno per non uti­liz­zarli in com­bat­ti­mento, visto che i difetti accer­tati uffi­cial­mente finora sono 1.151 (di cui 151 cri­tici e inaggirabili).

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