loader
menu
© 2024 Eddyburg
Alberto Ziparo
Megabus, arriva la mobilità insostenibile
24 Giugno 2015
Muoversi accedere spostare
«La nuova frontiera del low cost. Tariffe basse per viaggiare nelle principali città. Ma con l'incremento del trasporto su gomma a perderci sarà l'ambiente». Ci avevano già tolto i treni per tutti, adesso ci restituiscono un po' d'inquinamento in più, e arricchiscono qualche supporter del governo.

«La nuova frontiera del low cost. Tariffe basse per viaggiare nelle principali città. Ma con l'incremento del trasporto su gomma a perderci sarà l'ambiente». Ci avevano già tolto i treni per tutti, adesso ci restituiscono un po' d'inquinamento in più, e arricchiscono qualche supporter del governo. Il manifesto, 24 giugno 2015
Adesso c’è un’alternativa per chi trova l’Alta Velo­cità Torino-Milano-Roma troppo costosa: arri­vano i mega­bus. L’omonima com­pa­gnia, ope­rante già da oltre un decen­nio in Usa e in Nord Europa, avvia infatti la sua atti­vità nel cen­tro­nord del nostro paese, con auto­mezzi che tra­spor­tano un cen­ti­naio di per­sone, un prezzo low cost di 15 euro a tratta e tempi poco meno che doppi rispetto a quelli della AV. Ma con un incon­ve­niente non da poco per le infra­strut­ture e l’ecologia del Bel­paese: lo sdo­ga­na­mento, pure incen­ti­vato ed isti­tu­zio­na­liz­zato, dell’incremento del traf­fico col­let­tivo su gomma; con tanti saluti ai pro­blemi di inqui­na­mento e con­ge­stione connessi.

Esulta — insieme al governo — l’Associazione Nazio­nale Auto­tra­sporto Viag­gia­tori, che auspica addi­rit­tura una forte cre­scita del com­parto; sistema che invece, secondo l’ultimo Piano Gene­rale Nazio­nale della Mobi­lità e dei Tra­sporti (2001, ormai pre­i­sto­ria), doveva essere addi­rit­tura ridi­men­sio­nato fino all’abbandono.

Col­pi­sce su que­sti temi (come su molto altro) l’insipienza e l’ignoranza del governo, sod­di­sfatto; che non perde occa­sione per mostrare la pro­pria inca­pa­cità e mio­pia poli­tica, non solo sui temi ter­ri­to­riali ed infra­strut­tu­rali, ma in gene­rale su qual­si­vo­glia capa­cità di espri­mere uno strac­cio di pro­gram­ma­zione inno­va­tiva ed orien­tata ai pro­blemi reali. A meno che que­sta capa­cità di vedere solo nel bre­vis­simo periodo (il treno costa troppo? Pren­dete l’autobus!) senza alcuna stra­te­gia eco­no­mica, né let­tura delle con­se­guenze, non sia inten­zio­nale; det­tata dagli inte­ressi finan­ziari spe­cu­la­tivi, legati a varie lobby, non solo mas­so­ni­che; evi­den­te­mente in grado di deter­mi­nare le azioni dell’esecutivo.

A parte infatti l’iniquità sociale del treno “più moderno e con­for­te­vole” acces­si­bile solo agli abbienti (con spe­re­qua­zioni esa­spe­rate dall’abolizione della quasi tota­lità degli inter­city e inter­re­gio­nali) – e al di là del soste­gno all’aumento di vet­tori pro­gram­ma­ti­ca­mente supe­rati e ad alto impatto, come i grandi bus – è da tempo che si regi­stra il ritorno, soprat­tutto pri­vato, al traf­fico su gomma, come con­se­guenza dei nuovi assetti fer­ro­viari a domi­nanza TAV, e delle nuove con­di­zioni fun­zio­nali e tariffarie.

Da Bolo­gna o da Firenze, per esem­pio, rag­giun­gere Roma e Milano in treno, fre­quen­te­mente o perio­di­ca­mente, è diven­tato scon­ve­niente da quando gli Euro­star si sono ride­no­mi­nati “Alta Velo­cità”, con abbas­sa­mento di qual­che minuto nei tempi di per­cor­renza e costi del biglietto di viag­gio più che rad­dop­piati. Il ritorno alla mobi­lità pri­vata su gomma — spe­cie della domanda a più forte con­no­ta­zione sociale — riguarda il traf­fico regio­nale e locale del cen­tro nord, per i motivi citati; con un gene­rale sbi­lan­cia­mento degli inve­sti­menti verso la moda­lità Alta Velo­cità, rispon­dente a quote assai basse dell’utenza. Ma avviene anche al sud, dove a fronte di incre­di­bili tagli al set­tore, anche per la regio­na­liz­za­zione del tra­sporto locale su ferro, si è regi­strato un crollo gene­ra­liz­zato degli investimenti.

In realtà, come per la poli­tica urba­ni­stica, una poli­tica dei tra­sporti manca total­mente, fin dall’avvento nel 2001 della ber­lu­sco­niana legge Obiet­tivo. Che oggi Can­tone defi­ni­sce “cri­mi­no­gena” e prin­ci­pale ali­mento “dell’enorme cor­ru­zione nazio­nale”. Ma che Renzi e Del Rio non hanno abo­lito, ma solo ridi­men­sio­nato; solo per ren­derla più cre­di­bile dal punto di vista della cre­di­bi­lità eco­no­mico finan­zia­ria. Men­tre giace in Par­la­mento la pro­po­sta di legge sul con­te­ni­mento del con­sumo di suolo, si per­si­ste con le vec­chie logi­che legate alle grandi opere inu­tili (com­preso l’assurdo e deva­stante Sot­toat­tra­ver­sa­mento TAV di Firenze, bloc­cato dalla magi­stra­tura ed evi­den­te­mente abu­sivo, pro­getto che Renzi cono­sce bene, ma non si decide a cancellare).

Oggi il rilan­cio del traf­fico su gomma col­let­tivo costi­tui­sce l’ulteriore corol­la­rio di tutto ciò. Con tanti saluti all’ecologia e buona pace, oltre che del Santo Padre, anche di que­gli eco-ottimisti, che non mol­lano il par­tito della nazione, osti­nan­dosi a vedere il “bic­chiere mezzo pieno”. Le con­di­zioni sociali, eco­no­mi­che e ter­ri­to­riali impon­gono invece il ritorno a una cate­go­ria tanto igno­rata quanto invisa al nostro pre­mier: la pia­ni­fi­ca­zione. Senza una pro­gram­ma­zione ter­ri­to­ria­liz­zata, mirata al pae­sag­gio, anche le istanze della green eco­nomy e della smart city diven­tano occa­sioni per le scor­re­rie della spe­cu­la­zione finan­zia­ria, più o meno cor­rotta, più o meno criminale.

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg