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Costantino Cossu
Piano paesaggistico, Cappellacci vende fumo
13 Febbraio 2014
Sardegna
Incubo Sardegna: testa a testa tra Cappellacci e Pigliaru, in gioco la feroce cementificazione della costa, promessa e avviata dal viceré del Caimano, contrastata dall'avversario erede della Giunta Soru.

Il manifesto, 13 febbraio 2014

Sulla cam­pa­gna per le ele­zioni regio­nali di dome­nica pros­sima in Sar­de­gna si sta­glia il fan­ta­sma minac­cioso del Piano pae­sag­gi­stico dei sardi (Pps) di Ugo Cap­pel­lacci. Il gover­na­tore uscente ha pronto un pro­getto che modi­fica sino a sna­tu­rarlo il Piano pae­sag­gi­stico regio­nale (Ppr) appro­vato nel 2006 dalla giunta Soru. E vor­rebbe farlo appro­vare dalla sua giunta prima di dome­nica. Un colpo di mano che serve a Cap­pel­lacci per tenere caldo uno dei due car­dini sui quali ha appog­giato la stra­te­gia per la rie­le­zione: lo sman­tel­la­mento dei vin­coli pre­vi­sti dal Ppr, con il con­se­guente via libera alla ripresa della spe­cu­la­zione edi­li­zia sulle coste. L’altro car­dine è la zona franca. Cap­pel­lacci vor­rebbe che tutta la Sar­de­gna diven­tasse una free zone fiscale. Da un lato, quindi, più cemento, dall’altro meno tasse.

Sul tema ambiente lo scon­tro è aspro e ieri è arri­vato sugli schermi tele­vi­sivi durante il pro­gramma Mat­tino 5, del quale erano ospiti, con Cap­pel­lacci, Fran­ce­sco Pigliaru, il can­di­dato del cen­tro­si­ni­stra, e Michela Mur­gia, alla guida della coa­li­zione Sar­de­gna pos­si­bile. Pigliaru ha difeso l’operato della giunta Soru, nella quale è stato asses­sore al bilan­cio e alla pro­gram­ma­zione dal 2006 al 2006. «Negli anni tra il 2004 e il 2009 — ha detto Pigliaru — il cen­tro­si­ni­stra ha fatto un lavoro straor­di­na­rio per il ter­ri­to­rio. Il Ppr è stato la sal­vezza del pae­sag­gio, che è un bene fon­da­men­tale per il nostro svi­luppo turi­stico». Dopo l’annuncio di Cap­pel­lacci, durante il con­fronto di lunedì scorso in Con­fin­du­stria a Cagliari, di voler com­mis­sa­riare il ser­vi­zio di valu­ta­zione ambien­tale della Regione Sar­de­gna che non ha ancora espresso il parere sul Pps pre­vi­sto dalle pro­ce­dure ammi­ni­stra­tive, Pigliaru ha attac­cato fron­tal­mente il gover­na­tore uscente: «Non è con­tento di aver com­mis­sa­riato tutto: i con­sorzi di boni­fica, le agen­zie, le pro­vince, le Asl, dicendo che avrebbe fatto le riforme; ora addi­rit­tura vuole com­mis­sa­riare diri­genti e fun­zio­nari che rispet­tano appieno le pro­ce­dure pre­vi­ste dalla legge e giu­sta­mente non rispon­dono ai suoi ordini. Non si sogni di creare que­sto caos isti­tu­zio­nale per la sua pro­pa­ganda; se deve fare cam­pa­gna elet­to­rale appenda mani­fe­sti, ma non usi le isti­tu­zioni e non si per­metta di stra­vol­gere il diritto den­tro le istituzioni».

Davanti alle tele­ca­mere, incal­zati su tra­sporti e tutela del pae­sag­gio i tre can­di­dati non hanno rispar­miato reci­pro­che frec­ciate. Sui tra­sporti Cap­pel­lacci ha nuo­va­mente attac­cato Mur­gia, ripe­tendo l’accusa secondo cui la can­di­data di Sar­de­gna pos­si­bile avrebbe «l’appoggio di arma­tori pri­vati», men­tre la scrit­trice ha ripe­tuto che «di que­ste affer­ma­zioni il pre­si­dente rispon­derà davanti ai tri­bu­nali». Pigliaru ha invece attac­cato Cap­pel­lacci, che con i soldi pub­blici ha creato una com­pa­gnia di navi­ga­zione della Regione Sar­de­gna, sulla pri­va­tiz­za­zione della Tir­re­nia, affer­mando che «la Regione non è stata pre­sente al tavolo nazio­nale al quale si deci­deva la par­tita», di fatto lasciando via libera agli arma­tori pri­vati. Sul fronte della tutela del pae­sag­gio e del rischio idro­geo­lo­gico Mur­gia ha pun­tato il dito sia con­tro il cen­tro­de­stra sia con­tro il cen­tro­si­ni­stra «che difen­dono gli stessi inte­ressi immo­bi­liari», ricor­dando che «la Giunta Soru è caduta sul tema urba­ni­stico». In difesa del Ppr si è schie­rato il segre­ta­rio regio­nale del Pd, Sil­vio Lai: «Appro­vare la revi­sione del Piano pae­sag­gi­stico, per di più con un atto di forza nei con­fronti dei fun­zio­nari regio­nali, è da irre­spon­sa­bili. Cap­pel­lacci gioca cini­ca­mente la sua par­tita elet­to­rale, spa­rando car­tucce a salve e sapendo bene che sta appro­vando un atto senza alcuna effi­ca­cia». «L’unico effetto che sor­tirà — ha aggiunto Lai — sarà quello di creare con­fu­sione per chi lavora negli uffici tec­nici comu­nali, dove non sapranno se atte­nersi al Ppr in vigore o a quello di Cap­pel­lacci, che nasce in pieno con­tra­sto con il mini­stero dei beni cul­tu­rali e che serve solo per far dire al pre­si­dente uscente che almeno una cosa di quanto pro­messo cin­que anni fa in cam­pa­gna elet­to­rale è stata fatta»

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