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Giorgio Airaudo
Green New Deal, la soluzione
8 Febbraio 2014
Post 2012
Una grande opera di manutenzione e tutela dell'ambiente e del territorio di iniziativa e gestione statale secondo il modello sperimentato tra le due guerre, per il rilancio dell'occupazione. L'ennesima voce autorevole che racconta invano ai decisori come si dovrebbe lavorare per uscire dalla crisi. Ma hanno le orecchie tappate, od occupate da tintinìi.. Il

Una grande opera di manutenzione e tutela dell'ambiente e del territorio di iniziativa e gestione statale secondo il modello sperimentato tra le due guerre, per il rilancio dell'occupazione. L'ennesima voce autorevole che racconta invano ai decisori come si dovrebbe lavorare per uscire dalla crisi. Ma hanno le orecchie tappate, od occupate da tintinìi.. Il manifesto, 7 febbraio 2014

Come scritto da Luciano Gal­lino nel suo libro Il colpo di Stato di ban­che e governi. L’attacco alla demo­cra­zia in Europa (Einaudi 2013), esi­stono quat­tro vie per creare occu­pa­zione: la prima quando sono rea­liz­zate grandi inven­zioni come acca­duto con l’avvento dell’automobile o con l’innovazione tec­no­lo­gica; la seconda quando vi è un aumento di spesa pub­blica per la rea­liz­za­zione di grandi opere o la spesa in arma­menti; la terza mediante la crea­zione diretta di posti di lavoro da parte dello Stato; la quarta attra­verso poli­ti­che fiscali per incen­ti­vare le assun­zioni o sti­mo­lare i con­sumi. Pur­troppo la prima strada nel con­te­sto odierno non è attuale; la quarta strada, quella delle poli­ti­che fiscali si è dimo­strata sovra­sti­mata, e, in ogni caso, non ha pro­dotto i bene­fici spe­rati; la seconda strada ha dimo­strato di essere effi­cace, ma c’è da augu­rarsi che ven­gano sem­pre più ridotti gli inve­sti­menti nell’industria bellica.

La terza strada, quella che vede lo Stato come datore di lavoro di ultima istanza, ha base teo­ri­che molto appro­fon­dite ed è in grado di creare occu­pa­zione in tempi rapidi, anche in una situa­zione di recessione.

La nostra pro­po­sta indi­vi­dua una solu­zione alla disoc­cu­pa­zione indi­cando lo Stato come datore di lavoro di ultima istanza attra­verso la crea­zione di un Pro­gramma nazio­nale spe­ri­men­tale di inter­venti pub­blici. L’obbiettivo che ci pro­po­niamo e di creare almeno 1,5 milioni di posti di lavoro, soste­nendo un occu­pa­zione pro­dut­tiva e un lavoro digni­toso. Il Green New Deal dovrebbe essere rea­liz­zato da tutte le ammi­ni­stra­zioni dello Stato e dagli enti locali per rea­liz­zare inter­venti nei set­tori della pro­te­zione del ter­ri­to­rio, per pre­ve­nire e con­tra­stare il dis­se­sto idro­geo­lo­gico; per boni­fi­care e riqua­li­fi­care tutte le aree del ter­ri­to­rio nazio­nale; per recu­pe­rare, met­tere in sicu­rezza e valo­riz­zare edi­fici sco­la­stici, ospe­dali, asili nido pub­blici e il patri­mo­nio immo­bi­liare pub­blico da desti­nare a prima casa e ini­zia­tive di cohu­sing e cowor­king; per incre­men­tare l’efficienza ener­ge­tica e ridurre i con­sumi per gli uffici pub­blici; per recu­pe­rare e valo­riz­zare il patri­mo­nio sto­rico, archi­tet­to­nico, museale archeo­lo­gico ita­liano; per recu­pe­rare dall’inquinamento fiumi, aree palu­dose, spiagge e coste, con inter­venti che pre­ven­gano i disa­stri ambien­tali ricor­renti a cui anche in que­ste set­ti­mane sono state espo­ste vaste zone del paese.

Per rea­liz­zare que­sti inter­venti, il pro­gramma si pre­figge l’obiettivo, nel trien­nio 2014–2016, di occu­pare 1,5 milioni di lavo­ra­tori tra le per­sone inoc­cu­pate, disoc­cu­pate o occu­pate in cerca di altra occu­pa­zione, qua­lora il loro red­dito sia al di sotto di 8 mila euro. In tre anni ipo­tiz­ziamo di desti­nare circa 29 miliardi di euro, recu­pe­rati pre­va­len­te­mente attra­verso il taglio per le spesa degli F35, una tassa sulle tran­sa­zioni finan­zia­rie e un uti­lizzo a nostro avviso più effi­cace delle poche risorse desti­nate al cuneo fiscale. Per creare più occu­pa­zione, i lavori creati dovreb­bero essere a ora­rio ridotto e le cate­go­rie svan­tag­giate dovreb­bero avere una prio­rità di assun­zione. Il governo ita­liano, poi dovrebbe, secondo i nostri pro­po­siti, chie­dere che non ven­gano con­si­de­rati aiuti di stato tutti gli inter­venti fina­liz­zati a com­bat­tere la disoc­cu­pa­zione. Un piano straor­di­na­rio per il lavoro, un Green New Deal per l’Italia che sia anche una pro­po­sta per un New Deal Euro­peo, per un’altra Europa capace di sosti­tuire i vin­coli di bilan­cio in costi­tu­zione con il con­tra­sto alla disoc­cu­pa­zione e il diritto al lavoro per tutti i cit­ta­dini europei.

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