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Mario Sensini
Redditi, chi guadagna di più: Basiglio batte ancora Milano
14 Novembre 2013
Post 2012
Dalle pagine economiche di un grande quotidiano italiano, la notizia ufficiale dello sprawl Doc all'americana nel nostro paese passa per tutt'altro.

Dalle pagine economiche di un grande quotidiano italiano, la notizia ufficiale dello sprawl Doc all'americana nel nostro paese passa per tutt'altro. Corriere della Sera, 14 novembre 2013, postilla (f.b.)

ROMA — Basiglio, il comune che ingloba anche l’area residenziale di Milano 3, si conferma come il comune d’Italia con gli abitanti più ricchi. I 4.159 contribuenti del comune lombardo hanno dichiarato nel 2011 un’Irpef media di 53.589 euro. Quasi diecimila euro in più rispetto a Galliate Lombardo, provincia di Varese, che con 44.814 di Irpef media è al secondo posto nella lista dei comuni con gli abitanti più ricchi. Nell’elenco, tra le prime dieci posizioni, ben sette sono appannaggio di comuni della Regione Lombardia, mentre gli altri tre comuni della “Top Ten” sono tutti nella cintura torinese. Dopo Basiglio e Galliate viene Campione d’Italia (Como), con un’Irpef media di 42.772 euro a testa, al quarto posto Cusago (Milano) e Carate Urio (Como) al quinto posto. Il sesto è appannaggio di Pino Torinese, il settimo di Torre d’Isola (Pavia), poi c’è Fiano, sempre in provincia di Torino, al nono posto Segrate (Milano) e al decimo Pecetto Torinese.

Tra le grandi città capoluogo il reddito Irpef più elevato si registra a Milano, che occupa la dodicesima posizione assoluta, con una media di 36.253 euro, seguita da Bergamo (al 32° posto con 32.274 euro), Monza, Roma (al 55° posto con un’Irpef media di 30.544 euro), poi Pavia, Padova, Treviso, Siena, Bologna, Varese, Parma, Cagliari, che è la prima città del centro sud e precede Lecco e Firenze. Tra le città capoluogo il reddito medio più basso si è registrato nel 2011 a Barletta (19.644 euro), dietro a Isernia, Ragusa e Fermo.

I dati del ministero delle Finanze confermano dunque il divario di ricchezza tra Nord e Sud, ma soltanto per le grandi città. Nella classifica dei singoli comuni sono infatti molto numerosi quelli del Nord che figurano nelle ultime posizioni. In assoluto il valore Irpef medio più basso si registra a Valsolda, provincia di Como, con appena 11.988 euro a testa. Ma succede, spiega il sindaco Giuseppe Farina, perché «il 90% dei valsoldesi lavora in Svizzera per cui percepisce il reddito lì e non dichiara nulla in Italia». Precedono Valsolda i comuni di Platì (Reggio Calabria), Gurro (Vibo), Val Rezzo (Como), Mazzarrone (Catania), Cavargna (altro comune del comasco), Elva e Castelmagno, in provincia di Cuneo, Cairano (Avellino) e Schiavi di Abruzzo (Chieti). Il comune d’Italia con il maggior numero di dichiarazioni Irpef è Roma (quasi un milione e mezzo), mentre all’altro capo della classifica c’è Moncenisio. Sembra incredibile, ma è così: in quel comune ci sono appena 13 contribuenti Irpef. Tutto sommato benestanti, con una media di 25.753 a testa.

postillaQuello che l'articolo non ci dice, ma forse avrebbe anche potuto dirci se in Italia fossimo più abituati a chiamare le cose col loro nome, è che la fotografia di un territorio coi suburbi ricchi ben distinti dalle grandi città madri non è un bel segnale. Ma un indice di tendenziale white flight: chi può si allontana dalla complessità metropolitana, per rinchiudersi nei ghetti recintati costruiti dal giovane Berlusconi delle ex risaie appena fuori Milano, o sulla cima della collina torinese di fianco a quella di Superga, con veduta sulla Mole e i lontani quartieri del volgo operaio-immigrato. Non è un bel segnale neppure per la riforma degli enti locali e l'istituzione delle città metropolitane, che esistano queste sacche di potenziale secessione amministrativa sul modello della decantata (dai giornali della nostra destra) Sandy Springs, enclave bianca che si è separata dalla contea prevalentemente nera di Atlanta, ma di cui qui si è parlato solo per un aspetto: la privatizzazione dei servizi. Ho provato in altra sede a sviluppare altre brevi riflessioni su questo tema, della consapevolezza dei problemi suburbani e del linguaggio per raccontarli, col titolo Studi Urbani a Cul-de-sac (f.b.)
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