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Simona Ravizza
Città della Salute e Cerba. Duello tra i poli scientifici
25 Aprile 2013
Milano
Come se nulla fosse i grandi interessi economico-immobiliari continuano a nascondersi dietro la scusa di salute e ricerca.

Corriere della Sera Milano, 25 aprile 2013, postilla (f.b.)

La Città della Salute e il Cerba sono al duello finale. Entro il mese di giugno, per motivi tecnico-amministrativi, dev'essere definito il futuro dei due mega poli scientifici. Il loro destino appare intrecciato: i dubbi sull'opportunità di realizzare entrambi i progetti, nell'aria già da un paio d'anni, appaiono più forti che mai nel Pirellone del dopo Formigoni. Due giorni fa si è chiuso il primo bando di gara per la costruzione dell'Istituto dei Tumori e del neurologico Besta nell'ex area Falck a Sesto San Giovanni. È un'opera da 450 milioni, di cui 330 milioni da finanziare con soldi della Regione Lombardia. I giorni di cantiere previsti sono 1.350. La fase che si è appena conclusa è quella di pre-selezione, utile a individuare sul mercato chi è disponibile a realizzare i lavori: a Infrastrutture Lombarde, che tiene le fila del progetto per il Pirellone, sono arrivate dieci offerte di imprese ingegneristico-finanziarie italiane e estere. Sull'argomento sono in programma nei prossimi giorni anche i consigli di amministrazione dell'Istituto dei tumori e del Besta.

Contemporaneamente sembra navigare con il vento in poppa l'altro mega polo scientifico, quello sognato dall'oncologo Umberto Veronesi: il Centro europeo di ricerca biomedica avanzata (Cerba), destinato a sorgere sui terreni del Parco Sud, già di proprietà di Ligresti. In una lettera appena arrivata al governatore Roberto Maroni e al sindaco Giuliano Pisapia, le banche creditrici del fallimento delle società di Salvatore Ligresti (Im.co e Sinergia) comunicano di essersi costituite in una società, la Visconti srl: gli istituti di credito, che devono rientrare dai 330 milioni di euro messi a rischio dal fallimento Ligresti, sono pronti a realizzare il Cerba. L'intenzione è di conferire le aree del Parco Sud — salvo ovviamente il via libera del Tribunale fallimentare — a un fondo di investimento immobiliare che sarà gestito da Hines sgr di Manfredi Catella (autore anche del progetto di Porta nuova). La costruzione del Cerba è a carico dei privati. Le cifre in gioco superano il miliardo di euro.

Ma tra gare d'appalto, riunioni di cda e lettere delle banche, quel che più conta è la politica. E dal Pirellone ieri è arrivato un segnale importante. Fabio Rizzi (Lega), alla guida della Commissione Sanità, ha stilato un calendario di convocazioni: l'8 maggio sono attesi in Regione i vertici dell'Istituto dei tumori e del Besta, mentre per il 15 maggio è in programma un'audizione sul Cerba. È una riapertura della discussione sulla reale utilità dei due progetti — come già Rizzi aveva anticipato al Corriere — in un'ottica di programmazione sanitaria e di sostenibilità dei costi in tempi di crisi. «Tutte le procedure pubbliche, finché non sono aggiudicate, possono essere revocate», fanno intendere al Pirellone. Stefano Carugo, responsabile della Sanità del Pdl, ammette: «Bisogna rivalutare complessivamente la sostenibilità dei due grandi progetti». Il dibattito s'annuncia di fuoco. Sara Valmaggi e Carlo Borghetti del Pd invitano alla cautela: «Sono già stati siglati protocolli di intesa e sono in corso procedure esecutive ben definite. Besta e Tumori non sono semplici presidi ospedalieri, in gioco c'è il futuro della ricerca pubblica lombarda». Ma la partita appare appena iniziata.

Postilla
Non è il caso di farla troppo lunga (il lettore può risalire nel tempo delle opinioni espresse in questo sito semplicemente consultando articoli e postille, in entrambe le edizioni di eddyburg e). Solo due precisazioni su quanto l'articolo necessariamente sorvola:
1 – la Questione Scientifico-Sanitaria come hanno più volte sottolineato i diretti interessati operatori, medici e manager, pare evaporata di fronte a quella urbanistica, territoriale, come se la salute collettiva si valutasse in termini di spazi, metri cubi su metro quadro, localizzazioni degli interventi; che nulla hanno a che vedere in sé e per sé con le sedi, che volendo già esistono e si potrebbero riorganizzare, magari con progetti edilizi alternativi a queste mega opere.
2 – la Questione Ambientale-Localizzativa, che comprende da un lato la secca alternativa (su cui in teoria non dovrebbero esistere dubbi) fra il consumo di spazi aperti a man bassa, specie di pregio e agricoli periurbani, e il recupero di superfici dismesse già urbanizzate; dall'altro sul versante più propriamente ambientale l'occasione di restituire alla città angoli degradati, oggi inaccessibili, proprio sfruttando l'occasione economica di poli scientifici in grado di riqualificare non solo urbanisticamente l'area metropolitana.
E concludendo sull'evocata questione metropolitana: nessuno ricorda che fra pochi mesi le concorrenze fra campanili per aggiudicarsi questa o quella fetta di trasformazioni di prestigio dovrebbero venir meno, con l'istituzione della Città Metropolitana di Milano? Beh, pare proprio che le forze politiche ed economiche considerino quella scadenza solo occasione di manovre subacquee o poco altro. Un modo di ragionare da cosiddetta metropoli europea? (f.b.)

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