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Difficile colpire la rendita immobiliare, soprattuto se lo si fa male
10 Gennaio 2013
Post 2012
I pasticci che accadono quando si vuole colpire indiscriminatamente situazioni fortemente discriminate. Ma questi professori (e legislatori) moderni non avevano mai letto "il blocco edilizio" di Valentino Parlato? o semplicemente riflettuto sulla distribuzione socialedella rendita immobiliare? Articoli di Anna Maria Merlo e Leo Lancari, il manifesto, 9 gennaio 2013. In calce, un link utile

I pasticci che accadono quando si vuole colpire indiscriminatamente situazioni fortemente discriminate. Ma questi professori (e legislatori) moderni non avevano mai letto "il blocco edilizio" di Valentino Parlato? o semplicemente riflettuto sulla distribuzione socialedella rendita immobiliare? Articoli di Anna Maria Merlo e Leo Lancari, il manifesto, 9 gennaio 2013. In calce, un link utile

Giallo Imu, la Ue prima la boccia poi ci ripensa
di Anna Maria Merlo

L'operato del governo Monti, ex commissario Ue, non si tocca a Bruxelles, che prima boccia l'Imu, considerata in buon sostanza ingiusta, perché non è progressiva e addirittura passibile di aumentare il rischio di cadere nella trappola della povertà per i cittadini italiani, poi ci ripensa. La critica alla tassa sulla casa si capiva leggendo il Rapporto 2012 sull'occupazione e lo sviluppo sociale della Commissione Ue, a pagina 267. Ma in serata, visto il polverone sollevato in Italia a causa del ruolo centrale dell'Imu nella campagna elettorale in corso, da Bruxelles hanno confusamente precisato, per non irritare Monti, che i riferimenti erano all'Ici, cioè alla situazione del 2006. Il Rapporto parla di ben altro, pubblica dati sulla disoccupazione e sulla situazione sociale che si degrada con la crisi economica, ma ha un breve capitolo sulle tasse italiane sugli immobili. La Commissione ricorda che l'Imu era stata introdotta nel 2012 «a seguito di raccomandazioni sulla riduzione di un trattamento fiscale favorevole per le abitazioni», che un punto favorevole è stata la revisione (al rialzo) dei valori catastali, che è positivo che sia stata fatta una distinzione tra casa principale e abitazione secondaria, che ci sia la deduzione di 200 euro per la residenza principale e per i figli a carico. Ma la modalità con cui è stata concepita l'Imu rischia di aumentare «le diseguaglianze sociali» in Italia (l'altro esempio fatto dalla Commissione è l'Estonia): Bruxelles vorrebbe che il riferimento fossero i «valori di mercato» degli alloggi e non quelli catastali, notoriamente bassi in Italia. Il commissario agli Affari sociali, Laszio Andor, ha rifiutato di commentare il testo del Rapporto rispetto all'Imu, perché «è argomento di campagna elettorale» e la Commissione non vuole immischiarsi. In Europa non esiste l'armonizzazione fiscale (la prova: l'esilio fiscale di molti ultra-ricchi francesi verso il Belgio o la Gran Bretagna, malgrado sulle prime pagine ci sia sempre il caso praticamente unico di Gérard Depardieu in Russia.

La Commissione non suggerisce certo una patrimoniale in Italia, ma raccomandando una maggiore «progressività» delle tasse sui beni immobiliari, fa riferimento all'equità, che non deve mai essere dimenticata in campo fiscale per non distruggere il consenso all'imposta, che è una delle basi della democrazia.

In Europa, una tassa iniqua sulla casa ha già fatto cadere un governo: era l'anno 1990 e Margaret Thatcher ha dovuto rinunciare dopo le rivolte del mese di marzo contro la poll tax imposta nell'89. John Major, che la sostituì alla testa del governo conservatore, l'ha poi abolita. La poll tax aveva lo stesso difetto dell'Imu: non era progressiva, colpendo così proporzionalmente molto di più i poveri che i ricchi, oltre ad avere anche altri aspetti di ingiustizia, variando enormemente a seconda del luogo.

Sull'Imu Bruxelles aveva già avuto modo di pronunciarsi. Lo ha fatto prima di Natale, per approvare il regalo fatto da Mario Monti alla chiesa cattolica. La Commissione europea ha chiuso la procedura di infrazione aperta contro l'Italia per «aiuti di stato illegali» alla chiesa cattolica negli anni 2006-2011 relativa alle esenzioni dell'Ici e ha ritenuto che la nuova tassa, l'Imu, «non implica aiuti di stato dal momento che le esenzioni si applicheranno solo agli immobili dove sono condotte attività non economiche». E' la prima volta "in assoluto", ha comunque precisato il commissario alla Concorrenza, lo spagnolo Joaquim Almunia, che la Ue non chiede il recupero di aiuti di stato illegali.

L'imbarazzo di Monti: «Ce l'ha chiesta la Ue»
di Leo Lancari

Per molte ore le critiche di Bruxelles sull'Imu vengono vissute da palazzo Chigi come il classico fuoco amico. E sarà per questo che la bocciatura di uno dei cavalli di battaglia del governo tecnico lascia a lungo Mario Monti in silenzio. Fino a sera, infatti, né dal premier dimissionario, né da nessun membro del governo arriva un commento all'accusa di «iniquità» con cui l'Europa stronca la tassa. Un'accusa che al leade della neonata «Lista civica» brucia particolarmente anche perché cade nel bel mezzo della campagna elettorale che fa delle tasse uno dei temi principali. E quando finalmente si decide ad affrontare la questione, le parole di Monti non nascondono amarezza, ma anche imbarazzo per quanto accaduto. Al punto che il professore sembra quasi prendere le distanze dall'operato del suo governo: «La frase fondamentale - spiega - dice che la tassa sugli immobili è stata introdotta su richiesta dell'Unione europea, poi apprezza alcuni aspetti della forma dell'Imu adottata, e poi parla di progressività. Ecco messa nella giusta prospettiva questa 'clamorosa' notizia...». Di introdurre l'Imu ce l'ha chiesto l'Europa, questa è la giusta prospettiva per il professore.
La vicenda sembrerebbe finita, ma non è così. Alle 20,30, quando sono passate sei ore dal momento in cui le agenzie hanno battuto la notizia della bocciatura dell'Imu da parte della Commissione sull'occupazione, arriva la smentita da Bruxelles. Segno che le proteste avanzate nel frattempo da palazzo Chigi hanno avuto affetto, seppure con estrema lentezza. «Mai bocciato l'Imu», fa sapere la commissione con un ritardo a dir poco sospetto.
E dire che non è passato molto tempo da quando lo stesso Monti salutava come un successo gli incassi derivanti dalla tassa sulla casa, 25 miliardi di euro secondo le stime (dieci con la prima rata di giugno), che hanno fatto impennare le entrate per lo Stato nel 2012. A scapito delle famiglie più bisognose e creando nuova povertà, dice oggi Bruxelles confermando una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
E non a caso il centrodestra ha gioco facile nell'attaccare il professore, tornando a promettere l'abolizione della tassa sulla casa, mentre Tremonti, ora leader della «Lista lavoro e libertà» invita i cittadini a chiedere il rimborso dei soldi pagati. «Non serviva un genio per capire che l'Imu avrebbe aumentato la povertà. Ora che lo dice l'Ue cosa dice Lei, Senatore (a vita)?» twitta l'ex ministro dell'Economia. Per il Pdl, invece, Gasparri ironizza sull'attaccamento all'Europa del professore.« L'Ue ha bocciato l'Imu dell'europeista Monti», dice il capogruppo al Senato. «Ora anche l'Europa lo bacchetta, segno che ha sbagliato tutto, proprio tutto».
Seppure con qualche difficoltà in più, critiche arrivano anche dal Pd. Solo due giorni fa il segretario Pierluigi Bersani aveva escluso una possibile abolizione della tassa sulla casa («20 miliardi non sappiamo dove prenderli», aveva detto), ammettendo però la necessità di un intervento che alleggerisse gli importi sulla prima casa colpendo maggiormente i grandi patrimoni «a partire da 1,5-2 milioni di euro». E' toccato a Stefano Fassina tornare sull'argomento ribadendo il concetto con un po' più di coraggio: «Va eliminata per le classi medie e i redditi bassi - ha detto il responsabile economico del partito - per concentrarla sui grandi patrimoni».

Meno diplomatici Nichi Vendola e Antonio Di Pietro. Il leader di Sel, che Monti vorrebbe «silenziare» e contro il quale è intervenuto anche ieri, non lesina critiche al premier: «L'Europa ci prende a sberle per l'iniquità dell'Imu», attacca. «Quando parlavamo nei mesi scorsi di abolirla per le fasce di reddito più basse, quando parlavamo di un insopportabile spread sociale, venivamo tacciati come la solita sinistra conservatrice. Quanto ipocrisia e malafede».

Va giù duro contro Monti anche Antonio Di Pietro: «La verità è che tutte le riforme di Berlusconi prima e di Monti dopo sono state inique, inutili e hanno impoverito famiglie e onesti cittadini», ha detto il leader dell'Italia dei valori. «Monti non si nasconda dietro il dito dell'Ue perché la verità è che ha fatto tornare i conti, in modo ragionieristico, facendoli pagare alle fasce più deboli della popolazione ma salvaguardando evasori, corruttori e chi, fino a oggi, ha vissuto nell'illegalità».

Molti articoli archiviati nella vecchia edizione di eddyburg sono dedicati alla rendita immobiliare. Cercate in particolare nella cartella Rendita, Suolo urbano

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