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Gianni Santucci
Smog, dodici giorni «fuorilegge». Scatta lo stop per 120 mila auto
6 Ottobre 2011
Milano
Dal Corriere della Sera Milano, 6 ottobre 2011, un esempio di confronto fra approcci alla gestione della città: quello pragmatico, discutibile ovviamente, e il benaltrismo. Postilla. (f.b.)

La prima azione antismog della giunta Pisapia è dettata dalle regole scritte dall'ex sindaco Moratti. È in base a quella vecchia ordinanza, che risale al 24 gennaio ed è ancora in vigore, che da oggi vengono bloccate circa 120 mila auto. E domenica nessuno potrà circolare tra le 8 e le 18. Domenica a piedi, dopo la serie di 12 giorni con lo smog sopra le soglie.

Fermi da oggi i veicoli a benzina Euro 0, i diesel Euro 0, 1 e 2 senza filtro antipolveri e le moto e i motorini a due tempi Euro 1 e, se a gasolio, Euro 0 e 1. Il divieto è in vigore a Milano, ma se si considerano tutte le auto immatricolate in Provincia e che spesso entrano in città, i mezzi coinvolti dal blocco potrebbero essere quasi 300 mila. Lo stop al traffico di domenica, invece, riguarderà tutti i mezzi. Queste sono le misure della «Fase 1» della vecchia delibera. Non si dovrebbe arrivare alla «Fase 2» (dopo il 18esimo giorno «rosso») perché, secondo le previsioni meteo, nel fine settimana vento e pioggia dovrebbero disperdere l'inquinamento. La domenica a piedi arriverà probabilmente con lo smog già rientrato nei limiti (per informazioni sui divieti e i blocchi, oltre a visitare il sito del Comune, si possono contattate i seguenti numeri: 020202; 800368636; sabato e domenica, dalle 7 alle 19, 02-77270398).

Potrebbe comunque essere l'ultimo blocco domenicale stabilito all'ultimo momento: insieme alla bozza di modifica per inasprire le misure antismog (fino alla quasi totale chiusura al traffico della cerchia dei Bastioni), l'assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, sta valutando l'ipotesi di una serie di domeniche «ecologiche» decise a tavolino, probabilmente una al mese.

Un progetto sul quale è molto critico il Verde Enrico Fedrighini: «Una o anche due domeniche a piedi al mese non servono a nulla per combattere l'emergenza smog». L'ambientalista suggerisce altre misure: «Accesso gratuito in tutti i parcheggi di corrispondenza Atm, tra le 7 e le 9 del mattino, alle auto con 3/4 persone a bordo; tariffa agevolata del biglietto Atm a 2 euro per l'intera giornata; accesso e sosta libera delle biciclette all'interno dei parcheggi di interscambio lungo tutte le linee del metrò; corsie preferenziali riservate al trasporto pubblico che proviene dall'hinterland e alle auto con almeno 3 persone a bordo». Diversa la posizione del capogruppo del Pdl, Carlo Masseroli: «Programmare le domeniche a piedi per favorire altre forme di mobilità può avere senso, ma se può anche essere un'occasione per le grandi arterie commerciali, non si può assolutamente pensare di bloccare tutta la città. Ad esempio, nel periodo natalizio, bisogna lasciare aperto il traffico in periferia e far vivere quei quartieri con eventi e manifestazioni».

Su un altro tavolo di lavoro aperto a Palazzo Marino, ieri sono andati avanti gli incontri con le categorie produttive sulla trasformazione dell'Ecopass incongestion charge, il ticket da 5 euro per tutti. Il Comune sta cercando di capire che tipo di deroghe e agevolazioni potrebbero eventualmente essere concesse al trasporto merci. In piazza San Babila, oggi, partirà invece una raccolta firme per l'abolizione dell'Ecopass. A guidarla, l'assessore regionale del Pdl Stefano Maullu, che spiega: «Occorre creare una cabina di regia che ponga in essere delle linee guida uguali per tutti. Non bastano soluzioni tampone come i blocchi palliativi, le targhe alterne e quant'altro. Adesso si rischia che per entrare a Milano pagheranno tutti. Ecopass è una tassa e basta».

postilla

Sono lustri che la stagione invernale (adesso anche il fine estate virtuale) ci riserba sforamenti clamorosi di tutte le soglie di attenzione e rischio possibili, e che i cosiddetti interventi si limitano in pratica all’emergenza, alla speranza in Giove Pluvio, mentre in parallelo la gestione business as usual evita scrupolosamente qualunque passo per favorire un tipo di mobilità (magari personale, magari volontario, magari chissà) diverso da quello automobilistico privato di massa, unica “soluzione per la vita moderna” in una logica che sarebbe comica, da film di Totò e Peppino, se non ci fosse di mezzo la salute, l’efficienza economica vera, la qualità della vita metropolitana. Le cose proposte in questo articolo sono le stesse di cui si parla da vent’anni, cioè da quando i primi virtuosi e lungimiranti passi (la chiusura totale del centro alle auto, che doveva aprire politiche generali più organiche e meno repressive per un’area vasta) sono stati buttati alle ortiche da particolarismi così meschini da apparire quasi inimmaginabili se non si è dei complottasti. La differenza è che forse, finalmente, come si dovrebbe capire dal piccolo elenco di cose fattibili subito, forse sono davvero cose che si possono fare subito: aprire i parcheggi (realizzati da lustri coi soldi dei contribuenti e lasciati a marcire vuoti), sostituire alla logica dell’azione simbolica ed emergenziale cose prevedibili e a cui ci si può abituare e adeguare, evitare la frammentazione. Tanto per fare qualche esempio. E invece? No: ci vuole una grande Commissione per valutare … e tirare tardi finché passa la nottata, ci si dimentica del passato e si risale in macchina sgommando verso il futuro. Magari un futuro come quello emerso dalle dichiarazioni del “caso Penati”, quando l’imprenditore spiegava che i suoi finanziamenti al partito servivano naturalmente a evitare che si inserisse la linea tranviaria nel piano regolatore, per favorire i suoi torpedoni neorealisti ingolfati nel traffico, no? Oppure per lasciare che le piastrelle di un parcheggio da centro commerciale, di fronte a una stazione delle linee Nord Milano, fossero quasi totalmente scalzate da ALBERI cresciuti mentre quel parcheggio realizzato, recintato, con tanto di casetta del custode, se ne stesse perfettamente VUOTO dieci anni. Ma si sa, il problema è un altro … (f.b.)

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