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Paolo Maria Addabbo
Roma un conflitto d'interessi grande 150 case.
9 Luglio 2011
Roma
Storie di saccheggio di beni pubblici divenuto ordinaria amministrazione, in una denuncia inviata a eddyburg dal WWW della Borghesiana

Da Marrazzo a Carlino. “Le mani su Roccacencia

Il 19 maggio 2011 la giunta capitolina vara un provvedimento a firma dell’assessore alla casa Antoniozzi per acquisire cinque fabbricati di nuova costruzione da assegnare ai punti “numero dieci” delle graduatorie per le case popolari, ossia quelle persone con gravi necessità. Saranno 150 le abitazioni che il Comune comprerà alla “modica” cifra di 2598 euro al metro quadro, non appena l’iter dell’acquisto sarà terminato in Campidoglio.

Casualmente proprio all’angolo tra via Prenestina e via di Rocca Cencia, accanto al polo impiantistico per l’immondizia di Ama e Colari, sorgono cinque palazzi uguali, ultimati nell’estate 2010, su un terreno che il piano regolatore destinava a verde pubblico, poi sottratto ai cittadini per mezzo d’una variante approvata nel giugno 2007 dalla giunta regionale Marrazzo. Davanti vi campeggiano ancora gli annunci di vendita dell’Immobildream di Roberto Carlino, consigliere e presidente della commissione ambiente e cooperazione tra i popoli e membro della commissione urbanistica in Regione Lazio. Guarda il caso l’Immobildream ha già “chiuso” le vendite del complesso (per scoprirlo è bastato chiamare l’ufficio vendite dell’agenzia).

Nel dicembre del 2009 era stato pubblicato un bando dal Comune per acquisire 150 alloggi destinati all’emergenza abitativa. E’ scaduto ad aprile 2010 e la gara, stando a quanto riportano le agenzie, è stata vinta dalla “Tam Sas”, che ricaverà dalla vendita delle case circa 30 milioni di euro, una cifra esorbitante se pensiamo agli attuali prezzi di mercato dell’estrema periferia. La descrizione degli immobili fatta dall’assessore Antoniozzi coincide con i cinque fabbricati che la società Immobildream aveva inizialmente commercializzato come “complesso Le Gardenie”, oggi non più in vendita. Bisogna capire allora se ci sono collegamenti tra il proprietario dell’agenzia immobiliare, Roberto Carlino – con un conflitto di interessi grande come una casa – e la “Tam Sas”.

Chi c’e’ dietro la “Tam sas” e come si lega all’Immobildream? Risolto il mistero con una “web-inchiesta”

C’è una sola “Tam Sas” (fino ad aprile del 2009 “Tam Srl”) di Roma impegnata nelle costruzioni: è di Giuseppe Dell’Aguzzo. Un nome che ritroviamo in vari forum e blog dedicati alle lamentele dei cittadini verso costruttori e intermediari. Eccolo spuntare in una discussione del Torrino-Mezzocammino: il titolo è “Immobildream Marronaro… disavventure” e Dell’Aguzzo è membro della “Costruzioni Immobiliari 2005 srl”, che fa capo ai costruttori Marronaro. Il problema è la mancata consegna degli alloggi.

Un’altra denuncia in cui ritracciamo il responsabile della “Tam Sas” è rivolta da un blog di Lunghezza contro l’intermediaria “Progedil 90” (coinvolta nello scandalo “Coop Casa Lazio” e inquisita per una serie di truffe) e contro il costruttore “Immobiliare Lunghezza 2006 srl”: il 19/06/2008 è diventata “Immobiliare Lunghezza 2006 SAS con socio accomandatario Giuseppe Dell’Aguzzo. Ma le “magagne” di Immobildream e Marronaro non trovano sfogo solo nelle denuncie dei forum, e non sono estranee alle cronache che citano anche società oscure e “fortunate” come la “San Vitaliano 2003 srl”: negli articoli degli ultimi anni si parla, per esempio, dei residence per famiglie rom sia nel quadrante nord-ovest sia in quello orientale, pagati a peso d’oro dalla giunta Veltroni per far fronte all’emergenza abitativa (come succederà a via di Rocca Cencia oggi) oltre alle solite carenze dei lavori segnalate nei forum.

In sostanza i costruttori del “Gruppo Marronaro” hanno spesso beneficiato dell’intermediazione di Immobildream, e insieme a Marronaro ha lavorato, con le sue società di costruzioni dai molteplici nomi, anche Dell’Aguzzo, il titolare dell’impresa che si è aggiudicata l’appalto per vendere le case popolari a Rocca Cencia. Si possono ricostruire alcune parti del rapporto Dell’Aguzzo-Marronaro: la sede della “Tam Sas” di viale Bruno Buozzi 98 (un palazzo al centro di Roma, sede di molteplici società) è anche sede di altre attività di Dell’Aguzzo (come la citata “Immobiliare Lunghezza 2006 sas ”, “Investire 2009 sas ”, Marroimpresa sas ecc.). Tra le varie c’è anche la “Sviluppo Z36C società in accomandita semplice”che insieme a Marronaro era proprietaria dei terreni nella zona del Torrino-Mezzocammino (come si evince da vari documenti pubblicati online riguardanti i progetti delle costruzioni); sempre nel palazzo di viale Bruno Buozzi c’è la “Iris Costruzioni”di Dell’Aguzzo, e Marronaro Vincenzo è un dirigente della società.

Tornando all’angolo tra via di Rocca Cencia e la Prenestina, bisogna menzionare la “Marroimpresa srl (attualmente “Marroimpresa sas di Giuseppe Dell’Aguzzo” e diversi soci con il cognome Marronaro): stando a quanto riportato dalla Land srl, che effettua rilievi archeologici, la “Marroimpresa srl” le aveva commissionato delle “indagini archeologiche preliminari” proprio tra la Prenestina e Rocca Cencia: forse preliminari alla costruzione, effettuata da “Marronaro”, dei cinque palazzi venduti dall’Immobildream.

“In questa vicenda – dichiarano Simone Paoletti e Paolo Amarisse, presidente e vice del WWF Borghesiana – sembra emergere un fatto gravissimo e inquietante, ovvero che l’amministrazione pubblica, invece di tutelare gli interessi dei cittadini, abbia agito a solo vantaggio di pochi speculatori privati: dapprima nel 2007 consegnandogli un prezioso cuscinetto di verde pubblico di 5 ettari, tra il deposito AMA e la borgata Pratolungo, generando un profitto pazzesco per chi ha potuto costruire su un terreno non edificabile e successivamente nel 2010 ricomprando dallo stesso privato quelle abitazioni a circa 2.600 euro al metro quadro, in una zona dove i prezzi di mercato oscillano tra i 2000 e i 2400 euro/mq, come ci confermano le locali agenzie immobiliari”.

Insomma si prova a risolvere il problema delle classi più emarginate confinandole in un “ghetto” a ridosso della “monnezza”, pagato a peso d’oro grazie ai contribuenti.

Come per la vicenda dei residence veltroniani sopraccitati ci potrebbe essere stato un preciso disegno speculativo, oppure, come ipotizza il WWF Borghesiana, potrebbe essere accaduto che “in seguito alle difficoltà di trovare acquirenti, dovute da un lato all’eccessivo stock edilizio invenduto della zona, dall’altro all’aria insalubre proveniente dal vicinissimo deposito della “monnezza”, il Comune sia venuto in soccorso del privato, facendosi carico dell’acquisto per confinarvi cittadini bisognosi, che attendevano una casa popolare dal 2000. Il tutto a 20 Km dal centro città, senza servizi e con vista gabbiani”.

A questo punto bisogna ricordare cosa è successo prima in via di Rocca Cencia.

I precedenti: dalle case dell’Immobildream “erette” dalla variante del centrosinistra fino all’ annuncio di Antoniozzi

Nel 2007 l’Assessore all’urbanistica della giunta Marrazzo, Massimo Pompili (oggi deputato PD), dichiarava che era stata fatta qualche “concessione” ai meritevoli e caritatevoli costruttori, durante l’approvazione del “Piano Particolareggiato” della “Zona O n.86 Pratolugo”: cubature in cambio di servizi, addirittura un impianto sportivo. Poi, come immediatamente denunciato dagli attuali rappresentanti del WWF Borghesiana, cominciano a “crescere” proprio dov’era previsto “verde pubblico” le case rivendute dall’immobiliarista, presidente della commissione ambiente e membro di quella urbanistica, un ossimoro vivente!

Una storia degna di uno “sketch” di “Cettolaqualunque”, però ambientato a Roma: il verde pubblico si trasforma magicamente in “tronchi di cemento”. Il protagonista di questo “film” è un “trombato” (tradotto dal gergo giornalistico: “scartato”) delle elezioni europee 2009 e neoletto in regione: è lui, quello che aveva iniziato come agente immobiliare ed è divenuto esponente del partito con a capo Casini, il genero di Caltagirone. Roberto Carlino per quell’affare deve ringraziare i colleghi della Giunta Marrazzo.

Degne di nota sono anche le tre pubblicità dell’Immobildream per via di Rocca Cencia: in una prima campagna pubblicitaria si punta sul “fascino” della “Roma antica”, nonostante l’odore dell’impianto Ama ti riporti subito ai giorni nostri. Per non parlare di quella con lo slogan “a tu per tu con la natura” e l’immagine fuorviante di due giovani immersi nel verde, un picnic e un uomo con cavallo sullo sfondo; “non sogni” dice la voce di Carlino negli spot, ma “solide realtà”: forse bisognerebbe cambiare la denominazione sociale in “Immobilnightmare spa”.

Nel 2008 arriva un altro provvedimento riguardante “via di Roccacencia”: non sappiamo se abbia avuto seguito oppure no, ad ogni modo prevedeva variazioni di destinazione d’uso sulle cubature in possesso da una dozzina di soggetti per realizzare alloggi in tutta Roma. In cambio il Comune avrebbe ricevuto circa il 30% delle abitazioni, per destinarle a case popolari. L’atto era firmato nell’ambito dell’ “emergenza casa” dall’allora prefetto Mario Morcone, oggi candidato perdente a sindaco di Napoli e fallito anche come vertice dell’ Agenzia per i beni confiscati alle mafie (Maroni gli ha preferito il prefetto palermitano). In via di Rocca Cencia c’erano circa 7600 metri cubi della Sorain-Cecchini Due Srl (società del gruppo Sorain Cecchini comandato da Manlio Cerroni) pronti per ospitare 250 alloggi . E’ curioso notare almeno altri due beneficiari di questo provvedimento, oltre alla citata “Sorain”: la “Tribufrigo srl” (coinvolta nel 2005 in uno scandalo con protagonisti il figlio del craxiano Montali come rappresentante legale della società ed Enrico Nicoletti) e la “Cuma 6 srl” con Giuseppe Dell’Aguzzo in qualità di rappresentante legale.

Infine la notizia di un mese fa: cinque fabbricati, dopo un bando scaduto nel 2010, saranno comprati dal Comune. Si trovano in via di Rocca Cencia dal lato della Prenestina e l’appalto è stato vinto dalla “Tam Sas”. Questa la reazione delle opposizioni, riassunta da un comunicato di Stefano Pedica dell’Idv: “Leggendo gli annunci di compravendita immobiliare appare chiaro che il comune di Roma non ha fatto nessun buon affare. Si compra a botte di 150 alloggi allo stesso prezzo di quanto viene venduto un singolo appartamento, cercando poi fra le occasioni nella stessa via di Rocca Cencia, sulla Prenestina, il comune ha addirittura pagato di più. Non credo che l’emergenza abitativa si possa risolvere comprando case dai privati, serve invece un progetto di riqualificazione urbanistica di ampio respiro per risolvere la questione una volta per tutte ed evitare che fra dieci anni il problema si riproponga”.

Immobildream: non vende sogni ma… incubi che, invenduti, vengono comprati dal Comune per costruire ghetti, laddove c’era il verde pubblico.

Qui il tra il presidente dell'Immobildream (e consigliere regionale, presidente di commissione) e gli autori dell'articolo

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