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Franco Pasqualetti
Degrado sull'Appia Antica, tombe e statue abbandonate
13 Giugno 2011
Pagine di cronaca
Il degrado sulla regina viarum causato dal conflitto di competenze con un Ente Parco scarsamente consapevole dei valori culturali. Su Leggo, ed. Roma, 13 giugno 2011 (m.p.g.)

Erba alta più di un metro. Cassonetti sepolti dai rovi. Sporcizia e un senso di abbandono che contrasta con la storia. Siamo sull'Appia Antica: nota al mondo come Regina viarum, oggi somiglia sempre più a una Cenerentola, una strada di periferia. Basta incamminarsi tra i lastroni all'ombra della tomba di Cecilia Metella per rendersi conto dello stato di incuria. La rastrelliera installata per parcheggiare le biciclette sembra uscita da un bombardamento: abbandonata, in parte rotta e arrugginita. Poco più avanti si scorge un cassonetto: per gettare una cartaccia, però, serve buona volontà e scarpe da trekking. Già, perché è completamente coperto da rovi e spuntoni e il risultato è che lattine e sacchetti sono sparsi a terra. La cosa più impressionante è la mancata falciatura dell'erba. In particolare nel tratto compreso tra l'incrocio di via Erode Attico e via Cecilia Metella le aiuole a bordo strada sembrano una selva: quello che doveva essere un prato decorativo tra tombe e statue oggi è alto più di un metro. «Le falciature - dice Daniela Galdiero, del comitato in difesa della Regina viarum - come la manutenzione qui è un miraggio. La strada di Roma più famosa nel mondo è letteralmente abbandonata a se stessa. Abbiamo più volte sollecitato Comune e Sovrintendenze ad intervenire ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti». Ma se la manutenzione latita i controlli non sono da meno: l'Appia Antica dovrebbe essere una sorta di isola pedonale, dove possono passare solo i residenti. Ma il condizionale è d'obbligo: già, perché nel tratto lastricato - quello compreso tra vicolo san Sebastiano e via dei Metelli - ogni giorno transitano (contromano) centinaia di auto per dribblare il traffico infernale di via Appia Pignatelli. Un escamotage che crea pericolose vibrazioni e mette a rischio la pavimentazione di 2000 anni fa. Il tutto davanti agli occhi sbigottiti dei turisti che speravano di vedere un museo a cielo aperto ma trovano degrado e abbandono.

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