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Rodolfo Sala
Pedemontana, via alla superstrada lombarda
9 Febbraio 2010
Padania
Dalle pagine economiche de la Repubblica, 7 febbraio 2010, il candidato del Pd alla Regione Lombardia rivendica di essere quasi identico a Formigoni nelle cose che contano (f.b.)

CASSANO Magnago (Varese) - Se ne parla da mezzo secolo, adesso è la volta buona. Ieri, l’inaugurazione in pompa magna della Pedemontana, opera viabilistica che collegherà cinque province lombarde (Bergamo, Monza, Milano, Como e Varese). Centosessanta i chilometri del nuovo percorso: 70 di autostrada, 20 di tangenziali e altri 70 di viabilità locale. Si comincia a lavorare da ovest: il cantiere inaugurato è a Cassano Magnago, in provincia di Varese, la stessa località dove nel 1924 cominciarono i lavori per la Milano-Laghi, la prima autostrada d’Europa.

La Pedemontana dovrebbe essere completata entro il 2015, l’anno dell’Expo a Milano. A regime, avrà circa 350mila utenti al giorno, con una notevole riduzione del traffico sui 20mila chilometri di rete stradale esistente: dal 10 al 70 per cento. Gli abitanti che gravitano lungo il percorso della nuova opera sono quattro milioni, e 300mila le imprese. Si calcola che i posti di lavori creati saranno 40mila in cinque anni. Grande opera, grandi costi: cinque miliardi di euro, di cui oltre quattro destinati alla costruzione, 100 milioni per opere compensative (tra cui cinque milioni di metri quadri di boschi e prati, con un milione di nuove piante) e 800 milioni per oneri finanziari e gestionali durante i trent’anni di durata della concessione. Gli azionisti di Autostrade Pedemontana spa sono la Serravalle - società pubblica sotto il controllo della provincia di Milano (68%) , Equiter (20%) Banca infrastrutture innovazione sviluppo (6%) - queste ultime due controllate dal gruppo Intesa Sanpaolo - e Ubi Banca (5%).

Secondo una ricerca della Camera di commercio di Monza, la nuova infrastruttura consentirà un risparmio 45 milioni di ore l’anno in spostamenti, e ogni suo chilometro creerà 900 posti di lavoro. L’incremento stimato del Pil è pari a 210 milioni di euro, con un beneficio diretto sul fatturato delle imprese che supera i 200 milioni. Numeri sottolineati ieri da una folla di autorità: dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli al suo collega Umberto Bossi (nativo di Cassano Magnago), dal presidente della Lombardia Roberto Formigoni a quello della Provincia Guido Podestà. A mezzogiorno telefona Silvio Berlusconi, che non rinuncia allo spottone elettorale. «Dopo il governo della sinistra, tutto è ricominciato a partire», dice il premier, che insiste in particolare sulla necessità di «rendere più verde l’Italia», perché il milione di nuovi alberi lungo la Pedemontana «non basta». Seduto in prima fila, Bossi ha qualcosa da dire: «Silvio, lascia stare, che a piantare il verde ci pensa la Lega». Controreplica del Cavaliere: «Ne sono felice, ma l’italiano che ha piantato più’ alberi in Italia credo di essere io, su questo siamo in competizione assoluta».

Prima dei discorsi la cerimonia del muro di ghiaccio abbattuto, a simboleggiare il lungo letargo di un’opera, pensata alla fine dei Cinquanta. L’accelerazione negli ultimi anni, dopo un difficile confronto fra i Comuni interessati, le Province e la Regione. Inaugurazione con polemica. Filippo Penati, fino all’anno scorso presidente della Provincia di Milano e ora candidato governatore del centrosinistra in Lombardia, abbandona la sala. «Per colpa di qualche servo sciocco - spiega - sono stato relegato in quinta fila, mi hanno nascosto per non riconoscere il mio impegno come amministratore per la realizzazione di questa struttura, e anche perché mi sono candidato contro Formigoni».

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