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Gianni Barbacetto
E ora, Cividale 3
19 Novembre 2009
Articoli del 2009
Una nuova speculazione edilizia minaccia uno dei centri storici più belli e, sinora, intatti del nord-est. Da Il Fatto Quotidiano, 19 novembre 2009 (m.p.g.)

Agli estremi confini orientali, dove le colline friulane si preparano a diventare Slovenia, sorge Cividale del Friuli, perla medievale, antica capitale patriarcale e longobarda, cittadina con uno dei più vasti e ben conservati centri storici della Penisola, tanto da essere candidata italiana a ottenere il riconoscimento dell’Unesco di patrimonio dell’umanità. Su tanta bellezza sta per abbattersi la sciagura del nord-est, la furia edificatrice: un bel conglomerato urbano a cui hanno dato il nome di Cividale 3 (saltando, per fortuna, Cividale 2). L’ideona è della banca del posto, la Popolare di Cividale, l’unico istituto di credito locale rimasto solo, ricco e felice dopo la grande stagione delle concentrazioni bancarie.

Il suo presidente, Lorenzo Pelizzo, è da 40 anni padre padrone della banca. Il mondo è cambiato, sono caduti il Muro, la Prima Repubblica, la frontiera con l’Est, ma lui è restato saldamente alla guida del suo istituto, vera macchina del consenso locale, passando dalla vecchia Dc ai nuovi umori berlusconian-leghisti, più longevo di Fidel Castro e in gara con Kim Il-sung. Ora Pelizzo ha deciso di vincerla, la gara, preparando il mausoleo, o la piramide, che lo renderà immortale: Cividale 3, con la nuova sede della banca e tutt’attorno una città, un grande centro commerciale, uffici, abitazioni.

Un’operazione da 80 milioni di euro da realizzare sull’area della Italcementi, vecchia fabbrica chiusa da tempo, struggente monumento di archeologia industriale. Quando la banca padrona comanda, la giunta di centrodestra obbedisce. E così l’ideona di Pelizzo è diventata progetto del sindaco Attilio Vuga e della maggioranza che governa Cividale del Friuli. Pelizzo ha deciso senza consultare nessuno e l’amministrazione comunale ha ratificato. Ha scelto lui, senza alcun concorso, il progettista: non un professionista di fama internazionale, ma l’architetto Francesco Morena, che si è fatto le ossa con qualche centro commerciale in Cina e ora s’appresta a stravolgere la cittadina del Friuli con linee e volumi che s’ispirano – dice – a “Guerre stellari” e a “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, non senza una spruzzata di reminescenze celtico-longobarde (vedere per credere: http://europaconcorsi.com).

Ha scelto, senza gara, anche l’imprenditore che ha realizzato la bonifica dell’area: guarda caso il vicepresidente della banca, Adriano Luci che, con qualche conflitto d’interessi, è anche presidente dell’Associazione industriali di Udine. L’opposizione ha tentato di fermare il progetto. Agli inizi, da solo, Domenico Pinto (Rifondazione comunista). Poi un comitato di cittadini e intellettuali animato dall’avvocato di Cividale Rino Battocletti che ha raccolto le adesioni, tra gli altri, del poeta Andrea Zanzotto, dell’urbanista Leonardo Benevolo, dello scrittore Giorgio Pressburger, dell’artista Renato Calligaro, dell’ex direttore artistico del Mittelfest Moni Ovadia... E di Altan, che ha disegnato la vignetta-manifesto del comitato contro l’abbattimento della ciminiera Italcementi: un simbolico azzeramento della memoria ripreso, messo su YouTube e trasformato dalla giunta in una festa notturna di dubbio gusto, genere catastrofico. La fase uno ora è terminata: l’Italcementi è stata completamente rasa al suolo. Ma manca ancora l’operatore immobiliare che, in tempi di crisi, s’imbarchi nell’avventura di costruire.

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