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"Nei decumani di Neapolis ci sia la Casa della Città con progetti per la cittadinanza”
5 Settembre 2009
Lettere e Interventi
Alberto Calabrese, dal centro antico di Napoli

“A Napoli non prosegue il buon livello di pianificazione raggiunto con la Variante al Prg e non si considera la prospettiva di un CENTRO collegato alle periferie con standard europei che sarebbe possibile grazie al Parco delle Colline e alle nuove linee della Metropolitana in via di realizzazione. Nei prossimi mesi il Comune di Napoli vara il Programma di Intervento Centro Storico, finanziato da contributi europei per circa 240 milioni di euro. Nel Programma gli assessorati designati hanno sancito la priorità “Cittadella degli Studi”, cioè l’unione di facoltà e istituti universitari nel Centro Storico perimetrato come Patrimonio Unesco. Alla “Cittadella” viene subordinato anche il Parco Archeologico, ancora da istituire e già previsto dal Prg di Napoli.

Il prossimo 12 settembre è la scadenza fissata dal Comune per accogliere le proposte di comitati e associazioni della società civile. Ritengo che non debba essere l’Università la funzione egemone e il principio ordinatore degli interventi per la riqualificazione del Centro Storico, e particolarmente dell’area dei decumani, luogo ancestrale, simbolico e ricco di significati per la collettività. La tanto decantata “vocazione” del Centro Antico a “Cittadella degli Studi” non esiste: Gli edifici istituzionali della Università Federico II e dell’Istituto Orientale sono ubicati sul Corso Umberto e la via Duomo, assi di sventramento effettuati alla fine dell’Ottocento dalla Società del Risanamento, i cui progettisti non tenevano in alcuna considerazione la città antica.

La fondazione di Napoli col tracciato ippodameo risale a duemilacinquecento anni fa, mentre l’università contemporanea con le iscrizioni di migliaia di studenti napoletani e forestieri è storia di solo pochi decenni. Inoltre, le scuole, gli istituti, le università situate nel perimetro del Centro Storico non sono certo da considerarsi per tale motivo migliori di quelle che invece sono ubicate al di fuori, come la Facoltà di Ingegneria che dal 1965 si trasferì a Fuorigrotta.

L’Università necessita di aule e laboratori con le caratteristiche necessarie alle esigenze didattiche e di case dello studente modernamente modulate e con affitti proporzionali ai redditi familiari; con queste vanno progettate sale e strutture collettive per l’aggregazione, le attività culturali e lo svago di giovani studenti. Tutti progetti da realizzare nelle aree dalle industrie dismesse e nelle periferie degradate, nel quadro di interventi tesi a ricucire le smagliature (sprawl) del tessuto urbano, proseguendo e migliorando così l’insediamento di Monte S.Angelo e dando inizio a quello di S.Giovanni a Teduccio. Mi sentirei in una Napoli modernamente più europea se sulle nuove linee della metropolitana ci fossero le fermate “Città Universitaria” e “Case dello studente”. Napoli persegua un destino di comune virtuoso, gà delineato dalla Variante al Prg, realizzando progetti equilibrati tra le diverse parti di città a partire dal proprio Centro: la città antica. Ci sia al più presto un diffuso Parco Archeologico con aree pedonalizzate, chiostri e giardini accessibili a donne, bambini e persone anziane.

Le istituzioni comunali recepiscano i bisogni reali della gente: si insedino nei decumani il Dipartimento di Urbanistica e la Casa della Città con programmi e informazioni per i cittadini. Il Programma Centro Storico provveda a migliorare la qualità della vita con misure efficaci: Censimento, regolamentazione e sostegno delle attività produttive. Assistenza per la maternità e la pari opportunità delle donne nel mondo del lavoro. Promozione della raccolta differenziata dei rifiuti e incentivi per l’energie naturali. Laboratori di ricerca e produzione teatrale, vicino ai siti dell'antichità greco-romana, con coinvolgimento delle scuole e della cittadinanza tutta.

Alberto Calabrese, socio e collaboratore del Circolo Centro Antico, primo circolo della Lega per l’Ambiente a Napoli.

Le sue considerazioni mi sembrano ragionevoli. Spero che il Dipartimento urbanistica del Comune, che certamente legge questa lettera, ne terrà conto ed esprimerà anche ad eddyburg i suo parere in merito

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