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Francesco Nariello
Paesaggio, va a rilento la copianificazione
11 Agosto 2009
Il paesaggio e noi
Lo stato dell’arte della copianificazione paesaggistica: dum Romae consulitur…Da Il Sole 24 ore, 11 agosto 2009 (m.p.g.)

A rilento la collaborazione Stato-Regioni sul paesaggio. Sono soltanto otto, infatti, le amministrazioni che hanno già siglato un'intesa di copianificazione col ministero per i Beni e le attività culturali (secondo le informazioni fornite dalla direzione generale paesaggio, Parc) per l'elaborazione congiunta del piano paesistico o, quantomeno, per fissare insieme la disciplina di tutela per le aree vincolate. Il codice Urbani (Dlgs 42/2004) prevede infatti che le Regioni possano seguire un doppio binario per adeguare la propria normativa in materia di paesaggio: siglare un'intesa più ampia, per scrivere insieme al ministero Beni culturali e all'Ambiente il nuovo piano, oppure decidere di limitare la copianificazione alle sole aree vincolate. Le amministrazioni che hanno finora siglato un accordo col Mibac sono Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Sardegna. Toscana e, dallo scorso 15 luglio, il Veneto.

Il protocollo d'intesa è stato invece predisposto, ma attende la sottoscrizione, per Calabria, Lazio e Marche. In altri casi, come per Emilia Romagna e Umbria, è in atto il tavolo di copianificazione, mentre per Lombardia e Liguria sono in corso le trattative per la stesura di un accordo condiviso. Sicilia, Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige, infine, fanno eccezione perché seguono procedure ad hoc legate allo statuto speciale. Le Regioni possono inoltre stipulare intese col ministero anche per disciplinare lo svolgimento congiunto della verifica e dell'adeguamento dei piani al codice. Un processo al termine del quale, dopo la verifica degli strumenti urbanistici, le autorizzazioni paesaggistiche potranno "svincolarsi" dal parere delle soprintendente, che resterà obbligatorio, ma non più vincolante, L'intesa su questo punto (ex art. 156 del codice) è in alcuni casi andata avanti di pari passo con l'accordo sulla copianificazione (art. 143). Fanno eccezione Campania, Friuli Venezia Giulia e Veneto, che hanno firmato soltanto il secondo.

Le differenze tra Regioni nella road map sulla copianificazione si inseriscono in un quadro, quello della tutela del paesaggio in Italia, che già si presenta molto frammentato. Con la maggior parte delle amministrazioni molto lontana dal centrare l'obiettivo di adeguare, o realizzare, i piani paesistici entro il temine fissato dal codice con successive proroghe al 31 dicembre 2009. ll tutto senza contare il successivo recepimento (delle prescrizioni d'uso su zone vincolate) da parte degli enti locali attraverso i propri strumenti di governo del territorio. La legislazione sul paesaggio appare un mosaico con tessere tutte diverse tra loro.

Il Piemonte è riuscito ad adottare il Piano in Giunta il 3 agosto (con pubblicazione sul Bollettino il 6 agosto, data dalla quale le prescrizioni entrano in salvaguardia). La Calabria, invece, è tuttora sprovvista di una disciplina ad hoc, ma ha siglato l'intesa col Mibac. In Lombardia è in vigore il Ptpr (Piano territoriale paesistico regionale) del 2001, aggiornato lo scorso anno, ma il 30 luglio scorso è stato adottato dal Consiglio regionale il Piano territoriale regionale (Ptr), al cui interno c'è il nuovo piano paesistico lombardo. La Giunta dell'Emilia Romagna ha appena dato il via libera alla legge di "Tutela e valorizzazione del paesaggio" (che ora passa al consiglio) per l'adeguamento del piano regionale, mentre nel Lazio le nuove norme, adottate nel 2007, sono in via di approvazione. La tutela di cipressi e colline in Toscana sarà affidata al piano adottato lo scorso 16 giugno e che dovrebbe entrare in vigore entro fine anno. In Sardegna, invece, si è chiuso il giro di conferenze territoriali sul paesaggio, organizzate dall'assessorato Urbanistica in vista della riforma delle norme di tutela (che a oggi non coprono l'intero territorio ma solo il primo ambito "costiero").

Poche certezze, dunque, per il paesaggio italiano. Una situazione precaria aggravata da ulteriori fattori di instabilità. Come le continue proroghe per il regime transitorio dell'autorizzazione, da ultimo reso valido fino al 31 dicembre prossimo.

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