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Jenner Meletti
La battaglia della Marmolada
8 Gennaio 2009
Articoli del 2009
La regina delle Dolomiti minacciata dal cemento. E dalla stupidità umana. Da la Repubblica, 8 gennaio 2008 (m.p.g.)

Ci sono anche sindaci felici. «Il Grand Hotel Marmolada wellness sarà costruito qui, dove c’è il grande parcheggio per la funivia. Gli chalet saranno poco lontano, sulla strada verso la centrale idroelettrica. Ma saranno fatti bene, sembreranno i fienili di una volta». Il sindaco contento è Maurizio De Cassan, 53 anni, albergatore a Malga Ciapela e primo cittadino di Rocca Pietore. «Gli hotel, e anche le seconde case, continuano a pagare l’Ici. Così avremo i soldi per il bilancio comunale».

«È uno scempio ambientale, e non solo» dice Fausto De Stefani, presidente dell´associazione ecologista Mountain Wilderness. «La vita sulle Alpi si difende costruendo un equilibrio fra le comunità. Qui invece arriva una massa di cemento, imposta da interessi imprenditoriali, che rompe ogni equilibrio. L’identità e la storia di Rocca Pietore vengono cancellate. Gli artigiani e i piccoli imprenditori di questa conca avranno purtroppo un solo futuro: andare a fare i camerieri al Grand Hotel».

L’insulto alla Regina delle Dolomiti dura ormai da troppi anni. Strade scavate nel ghiacciaio per costruire i nuovi impianti della funivia, crepacci usati come discariche, silenzio spezzato dagli elicotteri che portano in vetta gli appassionati di eliski. Non si scompone, il sindaco albergatore Maurizio De Cassan. Resiste anche alle critiche dei suoi colleghi della Federalberghi, che hanno definito il progetto «una svendita del territorio, un’eresia, perché non può esistere turismo senza bellezza». «Quelli lì - dice - parlano senza conoscere bene le cose. Qui alberghi a 4 o 5 stelle non ne abbiamo e certi clienti non vengono nei nostri tre stelle. E poi piscine e centro benessere saranno aperti anche ai clienti degli altri hotel che faranno le convenzioni».

Tutto iniziò nel 2005, quando in consiglio comunale venne approvata la cosiddetta «variante Vascellari», pochi giorni prima che la Regione Veneto bloccasse le modifiche ai Prg. Mario Vascellari è presidente della società Tofana Marmolada proprietaria della funivia che porta in cima alla regina delle Dolomiti (ristrutturata nel 2005 con 15,5 milioni di euro, 6 dei quali dati dalla Regione Veneto a fondo perduto). Valentino Vascellari, fratello di Mario, è il presidente dell´Associazione industriali di Belluno (e socio nella società della funivia) che l´altro giorno ha presentato il progetto di Malga Ciapela assieme ad un altro hotel da 180 camere a Sappada. «I fratelli Vascellari - dice il sindaco Maurizio De Cassan - sono anche i soci principali della società che vuole costruire il Grand Hotel resort. Del resto, la variante del 2005, quella che abbiamo approvato in consiglio, l’avevano preparata, e pagata, proprio loro. Così ho risparmiato i soldi della comunità».

Contro il «mostro della Marmolada» si alzarono subito polemiche. «Nonostante le proteste il progetto è rimasto quello iniziale. Il corpo centrale sarà alto 12 metri e mezzo, più qualche torre». Già oggi gli appartamenti non mancano, a Rocca Pietore e frazioni. Secondo il censimento del 2001 per 1.451 abitanti (e 650 famiglie) ci sono 1.887 abitazioni. «Penso che in 5 anni - dice il sindaco - il resort sarà realizzato. Credo che costerà 50 milioni».

Walter De Cassan, presidente della Federalberghi di Belluno, è infuriato con il quasi omonimo sindaco di Rocca Pietore e con chi, come lui, «butta via il territorio». «Il Grand Hotel di Malga Ciapela è una follia. Nel bellunese i letti degli alberghi sono occupati solo per il 40%. Il problema è fare conoscere le nostre Dolomiti, altro che costruire nuovi hotel portando tonnellate di cemento sulla Marmolada».

Per capire la differenza fra un hotel a gestione familiare e l’albergo gestito da una catena nazionale o internazionale, basta entrare all’hotel Principe Marmolada, a Malga Ciapela, che fa parte della Emmegi hotel srl con sede a Milano. Con sette gradi sottozero nel menù del pranzo si offrono riso all’inglese e prosciutto e melone. Nessuna traccia di zuppe o polenta. Acquisti e menù sono decisi a livello nazionale, e la tavola del ristorante davanti alla Marmolada è uguale a quella di un self service milanese. «Il grande complesso alberghiero - dice Luigi Casanova, vice presidente di Cipra, la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi - è invadente, cancella l´identità della popolazione locale, frantuma le filiere corte dell’economia che ancora oggi resistono. Cancella l’artigianato, i piccoli albergatori, gli affittacamere».

La battaglia di Mountain Wilderness per difendere «l’ultimo vero ghiacciaio delle Dolomiti» è iniziata nel 1988. «In quell’estate - ricorda Fausto De Stefani - raccogliemmo centinaia di sacchi di immondizie sotto la parete sud. Ci calammo nei crepacci per raccogliere funi, plastiche, prodotti chimici, rifiuti di ogni tipo scaricati dalla società della funivia assieme a oli esausti e carburanti».

Per questo inquinamento la società funivie Tofana Marmolada è stata multata di 100.000 euro, da pagare alla Provincia di Belluno come risarcimento per danni ambientali. Il 4 febbraio 2008, a Cavalese, tre rappresentanti della stessa società sono stati condannati a 8 mesi di reclusione (indultati) per avere costruito senza autorizzazioni una strada di accesso al cantiere della funivia, nel cuore del ghiacciaio. Fra i condannati anche il presidente della società, Mario Vascellari, che assieme al fratello Valentino (il presidente degli industriali bellunesi) ora ha il permesso di costruire il mega resort di Malga Ciapela. Valentino Vascellari non ha certo risparmiato elogi al progetto. «Il turismo bellunese - ha detto - uscirà dall’età della pietra».

Ed entrerà nell’età del cemento ad alta quota. Colato fra i cristalli di ghiaccio della Marmolada.

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