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Savona. Stop della Regione alla torre di Fuksas
30 Novembre 2008
Liguria
Un po’ di cemento in meno sulla costa ligure? Magari! Ma l’architetto è amareggiato. Articoli di Ava Zunino, Luigi Pastore e Marco Preve, la Repubblica, Genova, 29 e 30 novembre 2008

29 novembre 2008

Savona, la Regione frena la torre Fuksas

"Progetto cambiato, va riconvocata la conferenza dei servizi"

Nel mirino una delle strutture più contestate degli ultimi anni, a pochi passi da un’area di grande pregio ambientale

di Ava Zunino

Non è un cartellino rosso. E neppure un parere di merito. Però è un richiamo formale della Regione ai Comuni di Savona e Albisola perché verifichino le procedure seguite nell’iter di approvazione del progetto della torre di Fuksas alla Margonara: agli uffici regionali non risulta che i Comuni si siano ancora pronunciati sulla nuova versione del progetto di Fuksas, quella del 2007, né che sia stata convocata la conferenza dei servizi per pronunciarsi sulla ammissibilità del progetto nella nuova versione, che è "diversa" da quella originale. La richiesta di rivedere l’iter è contenuta in una lettera indirizzata alle due amministrazioni comunali e firmata dai direttori generali della pianificazione territoriale, Franco Lorenzani, e dell’ambiente, Gabriella Minervini. E’ partita ieri e mette nel mirino nel piatto di uno dei progetti più contestati degli ultimi anni, cemento nuovo di zecca che andrà a coprire una fetta dell’arco di costa ligure, tra l’altro nell’area accanto allo "scoglio" della Madonnetta, che la commissione nazionale della valutazione di impatto ambientale aveva già detto che andrà tutelata. L’intervento dei direttori generali è chiaro e con parole semplici si può tradurre nel richiamo a non trascinare tutti gli enti in una vicenda di vizi procedurali. Cosa che va al di là del giudizio di merito: «sul quale - scrivono i direttori generali - ci riserviamo di pronunciarci a seguito del superamento positivo dell’ottemperanza procedurale». E appunto chiedono di verificare che le procedure siano state tutte espletate correttamente. Sia come sia, è la prima volta che la Regione interviene sulla vicenda con un proprio atto. «Ci troviamo coinvolti in polemiche per progetti che non abbiamo mai ricevuto e sui quali dunque non possiamo pronunciarci: sarebbe singolare che la Regione si pronunciasse su progetti che non ha ricevuto», aveva detto il presidente Claudio Burlando solo qualche settimana fa. E adesso? Che cosa è successo? Formalmente nulla. Il Comune di Savona ha appena adottato una delibera di intenti in cui dice che alla Margonara non vanno fatte residenze. Ma sul progetto, come è stato modificato durante un lungo cammino iniziato nel 1999, non si è ancora espresso. L’ultima versione del progetto di Fuksas è inoltre molto diversa dall’originale, su cui si era espressa anche la commissione nazionale per la valutazione di impatto ambientale che aveva dato alcune prescrizioni, tra cui la tutela dello scoglio della Madonnetta, una riduzione dei volumi previsti, la sicurezza dell’ingresso del porto e l’utilizzo di tecniche di edilizia tradizionale. Sono tutte cose rispettate anche nella nuova versione del progetto? Nessun ente si è ancora espresso, come fanno notare i direttori generali della Regione. La lettera non è un atto politico. E non è un giudizio sul progetto. E’ però un richiamo formale alla verifica della correttezza delle procedure e come tale rappresenta l’esordio della voce della Regione su questo tormentato progetto savonese. Ai piani alti della Regione assicurano però che l’iniziativa dei direttori generali non sarebbe stata sgradita al presidente Burlando non solo in quanto atto amministrativo. E sostengono che, in termini molto ampi, potrebbe essere la cartina al tornasole di una volontà di cautela nell’approccio a questa edificazione sul mare. Si vedrà.

30 novembre 2008

Margonara, l’amarezza di Fuksas "Non sono un cementificatore"

L’architetto: è più facile lavorare all’estero "La torre è un’idea che si concilia con un progetto che rispetta l’ambiente"

di Luigi Pastore

«OGNI volta che parlo della Margonara, per me è un dolore, una sofferenza. La cosa che più non sopporto è che mi diano del cementificatore, perché non corrisponde alla verità. Io non faccio parte di quella categoria».

Massimiliano Fuksas è all’aeroporto di Roma, di ritorno da Parigi, dove ha firmato il progetto del nuovo Centro degli Archivi nazionali di Pierrefitte-sur-Seine. Il progetto, battezzato dai francesi "Le coffre de Fuksas", si presenta come un grande baule dalla instabile luminosità, data all’interno da un gioco di luci e trasparenze e all’esterno da uno specchio d’acqua, ovvero il laghetto accanto al quale sorge la struttura: «Un progetto al quale abbiamo lavorato con grande soddisfazione - dice - ma purtroppo quando uno rientra in Italia, si ritrova immediatamente a che fare con una realtà ben diversa, e sotto certi aspetti, molto triste. L’unica cosa bella oggi è che qui a Roma c’è sole e fa caldo, mentre a Parigi faceva un freddo cane e sembrava di essere in pieno inverno».

Non ha ancora letto i giornali, Fuksas, ma l’eventuale stop della Regione sul progetto del porticciolo turistico della Margonara dice di considerarlo «l’ennesima goccia di uno stillicidio che va avanti da tempo. Eppure - aggiunge - non sono stato certo io a voler fare il progetto Margonara, ma un bel giorno è stato il signor Canavese (attuale presidente dell’Autorità portuale di Savona ndr) che mi ha chiamato, chiedendomi di occuparmene. Il progetto precedente era già pronto e molto più invasivo, prevedeva anche i parcheggi sulla spiaggia. Mi è stato chiesto di pensare qualcosa di differente, di meno impattante, e lì mi è venuta l’idea di quella torre che ho chiamato una puntura di spillo luminosa, senza che volessi con ciò offendere nessuno o fare riferimenti ad altre architetture. Ma certo, il progetto non era solo quello, ho pensato alla passeggiata degli artisti, mi sono preoccupato che non si costruisse sull’Aurelia, che la si lasciasse libera. Ciononostante, mi sento dare del cementificatore».

Le perplessità di molti vertono sulla compatibilità della torre con il contesto circostante, ma per l’architetto il discorso è più complessivo. «La verità è che in Italia è impossibile fare ciò che si fa all’estero. Ogni volta che tenti di realizzare qualcosa di diverso, ti attaccano e ti danno del cementificatore. Storia buffa nel caso del sottoscritto, che non ha mai lavorato per quelli che sono considerati per definizione i grandi cementificatori, ovvero Ligresti e Zunino. Scelte mie, per carità, altri preferiscono lavorare con loro. Io no, ho le mie idee e le porto avanti. Tutto mi interessava sulla Liguria, fuorché fare un’operazione invasiva. Lo spirito era e resta esattamente il contrario. Ma evidentemente non tutti la pensano allo stesso modo».

Il problema è forse anche che il caso-Margonara si inserisce in una stagione controversa sul tema dell’ambiente e dell’urbanistica in Liguria. Tanti i progetti in campo da levante a ponente e molti contestati, senza dimenticare il dibattito sull’opportunità di continuare ad aprire porticcioli turistici. «La discussione sui posti barca è curiosa - sottolinea Fuksas - il fatto che le barche inquinino non mi sembra un motivo per non trovare loro dei posti. Bisogna anche prendere atto della realtà e di come funziona l’economia. Mi sembra che quando una fabbrica inquina, in Italia non la si chiuda, ma anzi si tenti sempre di fare di tutto per tenere aperte le industrie, anche magari con aiuti pubblici».

Adesso resta da capire cosa succederà nei prossimi mesi, se cioè questa frenata della Regione sia solo un segnale fine a se stesso o il prologo di una retromarcia. «Guardi, io sono disponibile a qualsiasi soluzione. Fare la Margonara o non farla non mi cambia certo la vita. Se decideranno diversamente, ne prenderò atto e mi ritirerò in buon ordine».

30 novembre 2008

Sinistra a testa bassa "Partita da chiudere"

Il verde Vasconi: ora Burlando sia coerente

di Marco Preve

Carlo Vasconi, consigliere regionale dei Verdi aspetta «di vedere i fatti», mentre Patrizia Turchi consigliere comunale di "A Sinistra per Savona" annuncia di aver già chiesto «l’immediato ritiro della pratica dopo la brutta figura dell’amministrazione comunale».

Ecco le reazioni a caldo di due degli oppositori della prima ora del progetto "porto più grattacielo" dell’architetto Fuksas. Rappresentanti di un vasto e trasversale movimento che raccoglie comitati, blog e siti internet, singoli cittadini, dallo studente al pensionato, di varia estrazione sociale.

«Erano aspetti che avevamo sollevato in più occasioni - dice Vasconi -. Spiace vedere che l’intervento lo abbiano fatto i tecnici, anche se importanti come Lorenzani e Minervini, e non i politici. Quanto al sindaco e agli amministratori comunali penso che la prenderanno male perché si sono dimostrati più realisti del re».

Per Vasconi l’intervento regionale è anche un riconoscimento al movimento anti cemento. «Gli ambientalisti, accusati dall’assessore alla Cultura di Savona Ferdinando Molteni, di essere pantofolai e borghesi finti rivoluzionari, hanno dimostrato prima di tutto la bontà delle loro critiche, quanto poi alle offese credo che i finti rivoluzionari siano quelli che regalano aree pubbliche ai costruttori, quelli sì davvero ricchi».

Vasconi affronta anche un elemento contraddittorio. La Regione richiama all’ordine Savona sul progetto della Margonara di cui l’assessore all’Urbanistica, ed ex sindaco della Torretta, Carlo Ruggeri, è sempre stato un convinto assertore.

«Ruggeri - dice Vasconi - con il presidente del porto Canavese (centrodestra, ndr) è sempre stato un sostenitore del progetto, ma un conto sono le idee politiche, un altro quelle dei tecnici. Speriamo che tutti se lo ricordino. Comunque, proprio Burlando, ha detto che non si doveva più costruire in aree libere. E allora, visto che penso che il percorso sia ancora lungo, aspettiamo di vedere i fatti».

Le osservazioni della Regione erano state sollevate alcuni giorni fa anche da Patrizia Turchi in commissione. «Ricordiamoci - dice - che la concessione riguarda solo il primo progetto, quello presentato dallo stesso Gambardella (Giovanni, manager genovese titolare della licenza di costruzione, ndr). Inoltre, e lo possiamo provare, già per quel progetto del 1999 esistono osservazioni cui l’Autorità Portuale non ha mai dato risposta».

Turchi attacca poi l’amministrazione savonese: «L’intervento della Regione è importante perché senza la giunta, martedì, in occasione del Consiglio, avrebbe legato i consiglieri a questo progetto».

Turchi non sa dire se all’azione tecnica seguirà quella politica: «Per ora vedo due funzionari che hanno preso carta e penna e hanno messo nero su bianco che la procedura del Comune di Savona era fallace, dimostrando così l’assoluta incapacità operativa della nostra amministrazione cittadina».

Il dribbling del sindaco Berruti "Per noi non cambia nulla. Si tratta solo di realizzare attività produttive che creino posti di lavoro"

di Ava Zunino

La lettera della Regione sulla Margonara e la Torre dell’architetto Fuksas? Per il sindaco di Savona, Federico Berruti, eletto tre anni fa come indipendente e che poi si è iscritto al Pd, è solo una questione tecnica «di cui si occuperanno i tecnici degli uffici. Riguarda le procedure e non l’abbiamo ancora ricevuta perciò mi risulta difficile commentarla». Non è "un fatto politico", dice. Non legge questo atto come il preludio a un nuovo atteggiamento della Regione verso un progetto che ha sollevato crescenti contestazioni. Dunque, per il sindaco di Savona lascia il tempo che trova. E non scalfisce la sua convinzione che la torre, il porticciolo, il cemento a snaturare il mare e la costa, si debbano fare. L’ambiente? «E’ evidente che un porto turistico ha un elevato impatto ambientale, tuttavia bisogna fare i conti con lo sviluppo. Si tratta di fare attività produttive che creino posti di lavoro e a queste condizioni il bilancio costi-benefici per noi è positivo. I costi ci sono, lo so. L’ideale sarebbe stato non toccare niente, ma vale oggi lo stesso discorso di quando, nel dopoguerra, costruimmo le fabbriche». Secondo molti fu un errore: pezzi di costa e di mare sacrificati, per industrie che ormai sono in crisi mentre la Liguria avrebbe potuto puntare tutto sull’ambiente. O no? «Non lo, ma so che il livello di vita che abbiamo non viene dal nulla ma viene da quelle scelte. Poi so bene che è difficile trovare un equilibrio - dice Berruti - ma per noi il progetto Fuksas è un costo sostenibile». Dal punto di vista tecnico i direttori generali della pianificazione territoriale e dell’ambiente della Regione dicono di verificare le procedure. Non risulta, ad esempio, che la nuova versione del progetto Fuksas per la Margonara sia mai stato approvato dal vostro Comune o da quello di Albisola e neppure dalla conferenza dei servizi.

«Ripeto ancora una volta che non avendo ancora ricevuto la lettera non so cosa dire e comunque le osservazioni procedurali le vedrà la conferenza dei servizi. Il responsabile del procedimento è l’Autorità Portuale. Non vedo implicazioni politiche». Ma il progetto nella nuova versione è già stato approvato? «Il progetto preliminare è già stato esaminato dalla giunta e dalla commissione e martedì andrà all’esame del consiglio comunale - continua Berruti - La proposta della giunta è di approvarlo con una serie di prescrizioni». Resta da capire quali: le stesse che a suo tempo chiese la commissione nazionale per la valutazione di impatto ambientale? «Le nostre prescrizioni sono: non fare residenze; ricavare da questo progetto le risorse per realizzare la passeggiata tra Savona e Albisola, e altre prescrizioni sulle funzioni turistico ricettive nel faro - elenca il sindaco - Per noi il senso di questo progetto è che sia un’occasione di sviluppo turistico inteso come attività produttiva. Chiediamo un polo per gli sport del mare con uno spazio per le barche grandi che hanno equipaggi e che sono quelle che creano indotto anche presso le attività artigianali». Uno spazio per chi ha soldi e può spenderli, insomma. Ma il sindaco amplia il ragionamento. «Non solo, chiediamo anche posti di nautica sociale che siano accessibili alla gente comune che ha piccole imbarcazioni. E sono tanti». Lo scoglio della Madonnetta, che la stessa commissione nazionale del Via aveva chiesto di tutelare, in tutto questo rischia di fare una brutta fine. «Noi già l’anno scorso avevamo deliberato sulla tutela dello scoglio - chiarisce Berruti - Le condizioni di allora sono tutte confermate e tra queste sono comprese la protezione dello scoglio e delle spiaggette che sono lì accanto, perché siano difesi i tratti caratteristici di questo tratto di costa». E quindi, lasciarlo libero dal cemento non sarebbe stata una migliore difesa? «Bisogna fare i conti con lo sviluppo e valutare costi e benefici. Per noi in questo caso è un bilancio positivo».

Altri articoli sulla torre di Savone e sulla distruzione della costa ligure nella cartella SOS Liguria

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