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Fabrizio Bottini
Reti ecologicamente sensibili
12 Marzo 2008
Padania
Continuano i tentativi di sacrificare i parchi della Lombardia allo “sviluppo”. E continua a contrastarli la rete suscitata da eddyburg. Informazioni aggiornate sulla vicenda

foto f. bottini

Settecento e qualcosa firme al giorno, praticamente senza copertura stampa. È la seconda, piccola mobilitazione di massa contro il progetto neocementificatore e paleoautoritario del centrodestra lombardo per abolire gli enti parco e l’idea di fondo della pianificazione territoriale.

Segue di una manciata di settimane, questa raccolta firme, quella dell’autunno scorso, che provocò anche se indirettamente il ritiro del cosiddetto “emendamento Boni”.

Si era detto allora: ci riproveranno. Ed eccola qui la junta padana a ribadire che un parco “ el custa un sacc del danée” perché bisogna pagare un consiglio, e i consigli sono una cosa inutile se le decisioni vengono prese altrove, no?

Si era detto anche: ma noi ci saremo ancora. Ed eccola qui, l’ormai ciclica raccolta di firme, stavolta su impulso di un piccolo gruppo pavese, ma che ha ripetuto e ampliato il sistema della partecipazione sicura e informata che già aveva caratterizzato la scorsa esperienza.

foto f. bottini

Mercoledì 13 febbraio, quando si è riunita nel primo pomeriggio la V Commissione Territorio per ri-discutere l’emendamento, i consiglieri sapevano già (ognuno dal suo punto di vista) delle più di mille firme che in poche ore si erano già accumulate sul sito www.piccolaterra.it . Non si è discusso in realtà di nulla: salvo rimarcare le due posizioni a quanto pare inconciliabili dei favorevoli e dei contrari, e rinviare l’eventuale voto al successivo mercoledì 20.

Il consigliere Monguzzi dei Verdi insieme a un altro ha segnalato l’ampiezza e coesione del movimento motivatamente contrario alle modifiche alla legge urbanistica regionale: un movimento che si esprime sia nel modo più istituzionale delle prese di posizione visibili di rappresentanti e stampa locale e non, sia appunto nelle forme anche più socialmente e culturalmente significative della partecipazione diffusa attraverso la raccolta firme.

Nel momento in cui vengono scritte queste note il numero delle firme sul sito ha raggiunto e superato quota 2.300, e non c’è motivo di ritenere che anche questo numero di adesioni non possa essere superato di molto. I due consiglieri hanno ottenuto che nella prossima seduta di Commissione venga ascoltato (ehm: per 15 minuti) un solo rappresentante del movimento di opposizione e dell’associazionismo.

Indipendentemente dai risultati istituzionali, che si spera comunque possano essere positivi, è comunque il caso di rimarcare ancora una volta come su un tema tanto tangibile e quotidiano come il verde, i fatti dimostrino come la cosiddetta “antipolitica” sia un’invenzione di alcuni politicanti di professione, eletti o meno, che vedono in una crescita della partecipazione diretta e consapevole un ostacolo ai propri tristi disegni, di non importa quale segno (anche perché spesso non li si distingue davvero, nel merito come nel metodo).

foto f. bottini

Nel caso specifico, è evidente l’orientamento dell’assessore e della maggioranza che lo sostiene: neocentralismo, culturalmente neolitico, complessivamente ostile nei confronti di qualunque forma di conflitto, per quanto incanalato e istituzionalizzato. Come quello che appunto nei meccanismi della pianificazione territoriale ai vari livelli e competenze vede una forma matura e consolidata.

E che si sostiene nelle sue forme non specialistiche su supporti come questo sito, e altri di varia ispirazione, a partire dal “glocale” www.piccolaterra.it al quale invitiamo per l’ennesima volta a far pervenire le adesioni, vostre e degli amici di tutta Italia (e del mondo, perché no?) che vorrete coinvolgere.

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