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Patrizia Capua
I costruttori: variante per Bagnoli
7 Luglio 2007
Napoli
Gli anni passano. Le opinioni mutano. O forse no: semplicemente riaffiorano. Con una postilla di Vezio De Lucia. Da la Repubblica, ed. Napoli, 5 luglio 2007 (m.p.g.)

La proposta è una vera e propria variante per Bagnoli. Porta la firma di 13 sigle. Tra le prime l´Acen diretta da Ambrogio Prezioso, il Gruppo giovani costruttori, guidato da Alfredo Letizia, la Borsa immobiliare di Napoli, la Camera di Commercio. «Il piano regolatore non è un monolite intangibile, ma deve essere strumento capace di offrire sviluppo sociale ed economico» ha detto Prezioso al sindaco Rosa Russo Iervolino, che ha presenziato a tutta l´assemblea dei costruttori. Occasione, anche, per inaugurare la nuova, ultrachic, sede dell´Acen, al primo piano di Palazzo Partanna. Ospite anche il presidente nazionale dell´Ance, Palo Buzzetti. «A Napoli - ha detto - c´è carenza di infrastrutture, indispensabili per lo sviluppo».

«Il piano regolatore non è un dogma», è stata la conciliante risposta del sindaco. Feeling a tutto vapore tra Comune e costruttori, dopo il litigio con il numero uno degli industriali, Gianni Lettieri. «Questa categoria non è mai stata sull´Aventino - ha notato il sindaco -, ma ha avuto sempre un rapporto propositivo e anche critico, ma costruttivo con l´amministrazione. Qui c´è gran voglia di lavorare e l´Acen è una forza viva della città che svolge il proprio ruolo».

Il progetto per cui si chiede la variante è Creanapoli, ipotesi di trasformazione urbana di un´area di circa 20 ettari in viale Giochi del Mediterraneo, con un boulevard attrezzato, terrazza sul mare, nuovo laboratorio creativo per la città, in vista del Forum delle Culture del 2013. «La candidatura di Napoli avanzata dal governo italiano come sede ospitante - ha detto il sindaco - è un fatto importante. Barcellona, grazie a questo evento, ha mobilitato oltre mille miliardi di euro, cambiando il volto di parte della città». Creanapoli prevede aree verdi, libere, attraversabili, un grande "tetto-giardino", piste ciclabili, servizi urbani, parcheggi, residenze, ricavate e protette dai tessuti degli spazi pubblici. Un disegno "modello Valencia" firmato Calatrava. Qui hanno lavorato l´architetto Cherubino Gambardella e l´esperto di marketing territoriale, Raffaele Cercola, presidente della Mostra d´Oltremare.

Prezioso ha sollecitato l´amministrazione a riprendere il Piano delle cave, «anche per contribuire a risolvere l´emergenza rifiuti». Napoli, città «deteriorata e compromessa» da criminalità e rifiuti, ma anche «ricca di risorse e positività». Con «rammarico e sofferenza», Prezioso ha lanciato un affondo: troppi ostacoli «bloccano ancora lo sviluppo». Comune e i privati collaborano in maniera positiva, «attivando anche progetti in project financing, su iniziative che per dimensioni risultano in testa alla graduatoria nazionale». Gli imprenditori, però, sono costretti «a fare i conti con tempi sempre incerti, costi di bonifica, oneri di urbanizzazione e contributi», che il più delle volte rendono impraticabili gli investimenti. Iervolino non ha negato i problemi, tuttavia, «la nostra città non ha bisogno di sterili dibattiti e ulteriori divisioni. Compito della sua classe dirigente, delle forze politiche, sociali ed economiche, è quello di portare il confronto sul terreno del fare, magari dividersi sulle proposte, ma poi trovare una sintesi». «Per l´area Est - ha proseguito il presidente dell´Acen - i progetti sono in controtendenza perché prevedono investimenti privati, creando nuova occupazione, sviluppo della competitività, e miglioramento della qualità della vita». Rallentarli o, addirittura, bloccarli «è delittuoso». Tra i punti, anche la bonifica dei suoli inquinati, che «va affrontata e risolta con il ricorso a nuove e moderne tecnologie». La Iervolino sarà oggi a Roma. Un carnet pieno di impegni: firma dell´accordo per la rimozione della colmata di Bagnoli per realizzare la Darsena di levante, il punto sui finanziamenti per il teatro San Carlo, e ricognizione sulle risorse per il metrò.

postilla:

Corsi e ricorsi

È il richiamo della foresta. Finora Napoli, dove la qualità della vita urbana è infima (e non solo per la tragedia dei rifiuti), poteva vantare un solo primato, quello di essere l’unica grande città italiana dotata di un rigoroso piano regolatore recentemente approvato, e rigorosamente gestito. Non poteva durare, il capoluogo della Campania si allinea adesso alla mala urbanistica di Milano, di Roma, di quasi tutte le altre grandi città italiane strozzate dalla rendita fondiaria, di cui eddyburg dà tempestivamente notizia. Stiamo tornando ai bei tempi di una volta, quelli di Neonapoli, del Regno del possibile, quelli travolti dalle indagini della magistratura, i tempi in cui erano i costruttori a dettare l’agenda della politica. Come nei bei tempi andati, il sindaco dichiara insensatamente che il piano regolatore non è un dogma. L’ultimo tentativo di stravolgere il piano di Bagnoli fu nel 2003 quando Napoli era candidata a ospitare la coppa America, poi fortunatamente approdata a Valencia. Allora un nutrito e qualificato gruppo di intellettuali, urbanisti, ambientalisti (fra i quali Piero Craveri, l’ex ministro Edo Ronchi, il direttore della Normale di Pisa Salvatore Settis, Desideria Pasolini presidente di Italia nostra, Vittorio Emiliani presidente del Comitato per la bellezza, e tanti altri) sottoscrissero un severo appello al sindaco di Napoli e al presidente della Campania affinché si opponessero “ai tentativi in atto di modificare il piano urbanistico di Bagnoli, grazie al quale è possibile restituire ai napoletani una magnifica spiaggia e un grande parco pubblico”. E chiesero di respingere “il miraggio della grande occasione” che avrebbe determinato “incalcolabili danni ambientali e un arretramento della coscienza civile e morale”. Serve un altro intervento del genere.

Vezio De Lucia

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