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Marco Preve
Recco, villette e condomini sulla via romana in collina
13 Marzo 2007
Articoli del 2006-2007
In Liguria si sperimentano nuovi indirizzi del governo del territorio: l’urbanistica “facilitata”…per la speculazione. Da la Repubblica, ed. Genova, 13 marzo 2007 (m.p.g.)

Immaginate una collina da sogno affacciata sul mare. Al centro di un terrazzo a mezza costa, la fascia di uliveto «messa a coltura già in età romana», lì a fianco una chiesa che è monumento nazionale, subito dietro un sentiero che è stato ufficialmente riconosciuto come l´antica via romana.

Adesso immaginate che, nel raggio di 500 metri dalla chiesa, sorgano quattro palazzine tri-famigliari, che il percorso millenario venga allargato e asfaltato, e che l´intera collina grazie ad una di quelle prestidigitazioni dell´urbanistica che in questo caso si chiama ambito "Ar-Ta territori aperti", possa in futuro pullulare di villette con box e piscine.

Siamo a Megli, la collina a ponente di Recco, uno di quei posti del Belpaese in cui un sfilza di vincoli ambientali, monumentali, archeologici e così via, dovrebbe rendere impossibile anche la costruzione di un castello di carte.

Invece, la storia che vi raccontiamo oggi, è l´ennesimo capitolo del libro del mattone che da qualche tempo parecchi amministratori e imprenditori della Liguria vogliono contribuire a scrivere.

Uno dei protagonisti è il sindaco Gianluca Buccilli che, a capo di una giunta di centrodestra, sta tentando di far approvare un Puc - il piano urbanistico comunale - che darebbe il via libera a una serie di lottizzazioni sia in paese che su questa collina (Megli e Maggiolo), nonché all´allargamento, per renderla carrabile, di via del Pianello, la mulattiera che sarebbe poi l´antica via romana. Fino ad oggi il Puc non è passato perché quattro consiglieri di maggioranza non hanno potuto partecipare al voto, in quanto direttamente interessati agli interventi urbanistici. Buccilli, però, non dispera di poter trovare una soluzione per questo problema, così come per le severe prescrizioni imposte dalla Provincia.

Ottenuto dalla Regione guidata da Sandro Biasotti il declassamento della zona di mantenimento, la collina di Megli è diventata area trasformabile. In altri termini, edificabile. Il sindaco ha spiegato che così facendo si evitava di incorrere in un contenzioso con i costruttori che nel 1992 avevano richiesto delle lottizzazioni bloccate dall´allora capo dell´ufficio tecnico Angelo Valcarenghi. Adesso alcune di quelle concessioni potrebbero concretizzarsi, anche se esiste la spada di Damocle della Soprintendenza, poiché sarebbero stati totalmente ignorati dei vincoli paesistici risalenti addirittura al 1949 e al 1959 con i quali gli allora ministri della pubblica istruzione, già si preoccupavano di tutelare Megli come una delle bellezze naturali liguri, in un´operazione di raccordo dei piani paesistici di Recco con quello di Sant´Ilario. Non solo. Le palazzine a ridosso della chiesa stravolgerebbero il contesto paesaggistico in cui si inserisce la parrocchia delle Grazie che, in quanto monumento, rappresenta "un´emergenza del piano paesistico regionale".

Il professor Tiziano Mannoni presidente dell´Istituto Internazionale di Studi Liguri, il 12 gennaio di quest´anno scrive un intervento su villa Ansaldo di località Allou, sempre sulla collina di Megli. Un´antica villa affrescata, in mezzo al bosco, che il ministero dei Beni Culturali ha inserito nelle opere da finanziare con l´8 per mille. Mannoni sottolinea che a Megli «la fascia degli uliveti fa parte, con la strada antica, di un complesso territoriale e paesaggistico unico e fino ad oggi notevolmente conservato che ha certamente un´esistenza che supera i 500 anni, ma che trattando di terreni fertili...è ben difficile che non siano stati messi a coltura già in età romana. E´ probabile che qualsiasi intervento di sterro oltre ad alterare un antico paesaggio potrebbe incontrare resti archeologici...confermato dal ritrovamento dei resti di un insediamento rurale romano in un terreno che costeggia via del Pianello».

Preoccupazioni espresse alcuni mesi fa anche dal preside della facoltà di Lettere e Filosofia Michele Marsonet: «...il Puc e la riduzione delle zone di mantenimento del Piano rappresentano una seria minaccia per l´intera collina... è prevista una forte espansione insediativa in prossimità della chiesa di Megli, nonché un cospicuo aumento degli indici di fabbricabilità nelle vaste aree ex agricole». In realtà un primo assaggio di quello che potrebbe diventare la parte superiore della collina (quella sottostante è già stata saccheggiata dalla speculazione degli anni ‘60), compare in una serie di esposti su una mezza dozzina di presunti abusi edilizi che sono confluiti nell´inchiesta aperta dal pm della procura di Genova Patrizia Petruzziello. Le indagini in un primo tempo riguardavano il ruolo di controllore del Comune, ma in seguito, anche per il decesso di un funzionario responsabile del settore, hanno imboccato il filone ambientale. Situazioni di cui si è occupata anche Italia Nostra con esposti firmati dal presidente Federico Valerio, così come i consiglieri Verdi Carlo Vasconi e Cristina Morelli e il coordinatore di Legambiente Andrea Agostini.

«Per qualcuno - aveva detto a Repubblica Buccilli - potrà anche essere "troppo", ma sicuramente l´intervento edilizio in assoluto non può essere definito "tanto". E poi respingo le illazioni dell´opposizione che mi accusano di aver voluto favorire costruttori che votano a destra». Illazioni che sarebbero state generate dalle simpatie politiche, equamente distribuite, di costruttori e proprietari.

L´affaire Megli, e soprattutto il rischio che grazie a quel misterioso acronimo (Ar-Ta) la collina si trasformi in un cantiere di concessioni edilizi dirette, molto più semplici delle pratiche per le lottizzazioni, ha creato preoccupazioni anche a Roma.

Giovanna Melandri, oggi ministro dello Sport, quando lo era dei Beni Culturali, si interessò in modo particolare delle bellezze naturali del levante. E nel novembre 2005 scrisse, affinché intervenissero, a Regione, Provincia e Soprintendenza, una lettera di cui Repubblica è venuta in possesso. Il ministro sottolinea come quello del Golfo Paradiso sia «un territorio assolutamente peculiare...non sempre però tale valore strategico viene colto da enti locali che - mi riferisco alle singole entità comunali - spesso per mancanza di visione d´insieme e talvolta spinti da necessità materiali di corto respiro, assumono decisioni che danneggiano il territorio». Poi il ministro scende nel dettaglio sul Puc e sulla collina di Megli per denunciare «il rischio che il territorio in questione venga danneggiato o deturpato in maniera irreversibile».

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