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Vezio De Lucia
Come avrei voluto ricordare Gigi Scano
22 Marzo 2007
Cronache dei giorni più tristi
Il testo dell’intervento ai funerali, non pronunciato per la commozione il 21 marzo 2007

Ho conosciuto Gigi trent’anni fa, quando cominciammo a lavorare per il Comprensorio della legge speciale di Venezia. Insieme a lui conobbi i principali esponenti della vita politica e culturale di allora a Venezia, alcuni ancora protagonisti, come il sindaco Massimo Cacciari, che ringrazio, se posso permettermi, a nome di Gigi, per le parole generose e appropriate con le quali lo ha ricordato.

Insieme ad Antonio Cederna, Michele Martuscelli e ad altri non veneziani, trent’anni fa scoprii che nessuno conosceva Venezia come Luigi Scano, dalla storia all’idraulica, dall’arte all’economia

Sono stati ricordati in queste ore i suoi meriti, le sue virtù, la sua prepotente passione politica, la grande cultura, la tenacia, la competenza, l’amore per il bello e per il diritto, per Venezia, e soprattutto l’essere assolutamente privo di interessi personali e materiali. Viveva occupandosi di urbanistica, dotato di un’attitudine insuperata in materia, che ne faceva una risorsa alla quale molti attingevano, a partire da Gianni Pellicani, a tanti parlamentari, giornalisti, studiosi. Da qui, anche il suo ruolo di pilastro del sito eddyburg per gli aspetti legati al diritto e a Venezia. E poi va ricordata la collaborazione alle associazioni culturali, ai movimenti, a Italia nostra, al No Mose, al comitato di Fiesole, dovunque apprezzato, amato, insostituibile, generoso, pronto all’indignazione, disposto a ogni rinuncia, sacrificando all’interesse pubblico le proprie più elementari necessità. È morto povero.

Per trenta anni, dopo l’esperienza del Comprensorio, un piano sgradito al potere di allora e finito in un cassetto, abbiamo sempre lavorato insieme. Nel 1988 è opera sua un’eccellente proposta di riforma urbanistica curata per incarico dell’inetto governo del tempo, che archiviò tutto. Ha collaborato attivamente al piano paesistico dell’Emilia Romagna, ai piani regolatori di Venezia, Napoli, Pisa, Positano, Eboli, Carpi, Duino Aurisina, Imola, Sesto Fiorentino, e Lastra a Signa, di cui era particolarmente fiero, e ai piani provinciali di Lucca, Pisa, La Spezia, Foggia. Gigi è sempre stato un riferimento prezioso, un urbanista completo, una sicurezza. I suoi amici e chi ha collaborato con lui non osano pensare a come sarà il futuro senza di lui.

Non ha avuto il tempo di dare sistemazione al suo sapere. E neppure al suo preziosissimo archivio di documenti sull’urbanistica veneziana. Lascia pochi libri, rispetto a tanti che poteva scrivere. Ma Venezia terra e acqua è il più bel testo su Venezia che io conosco. Purtroppo introvabile, spero che possa essere ristampato.

Gigi, la terra ti sia lieve.

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