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Sergio Brenna
11 nuove torri a Milano: lotta dura per una maggiore cubatura
5 Luglio 2006
Continua la valorizzazione immobiliare ad altissima densità a Milano. Una nota e qualche immagine del luglio 2006

Dopo la battaglia ancora in corso sul caso ex Fiera, vorrei ora segnalare un altro caso macroscopico dagli effetti imminenti ma sinora quasi del tutto sconosciuto: eppure si tratta di 240.000 mc con 11 torri da 75 a175 metri di altezza e una densità fondiaria di oltre 14 mc/mq!: quella dell'area ex Varesine/ex De Mico.

Qui accanto l’immagine del planivolumetrico allegato alla delibera di Giunta del 26.05 scorso (alla vigilia delle elezioni amministrative !) con cui si definiscono i contenuti per la convenzione annessa al permesso di edificare che l'U.T. dovrebbe a breve rilasciare sull'area Varesine/ex De Mico, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato sfavorevole al Comune. Tale sentenza, benché fissi una quantità edificatoria ereditata da perverse prassi urbanistiche preistoriche, non obbliga tuttavia anche ad accettare supinamente soluzioni planivolumetricamente inconsulte elaborate dalla proprietà (progetto KPF/Polisano/Caputo) .

L'area pubblica in cessione (peraltro insufficiente e con una rilevante quota monetizzata a prezzo vile rispetto alla valorizzazione immobiliare che ne risulta) è individuata chiusa al centro come "risulta" delle aree fondiarie private e le tipologie della decina di grattacieli sono gratuitamente banali a fronte dell'eccezionalità volumetrica assentita (un po' come l'accusa rivolta da Le Corbusier ai grattacieli americani di essere "troppo piccoli" per le città attuali a fronte dell'eccezionalità tipologico-costruttiva rappresentata dalle cattedrali gotiche a confronto con la città medievale). Forse concentrare tutti i volumi edificabili in un unico blocco volumetrico compatto sviluppato in orizzontale consentirebbe spazi pubblici e tipologie edilizie più significative, non sviluppate in altezza ma come "blocco" orizzontale.

Ci ho pensato un po', e mi è venuto in mente che in alternativa (oppure oltre a) a contestare la quantità edificabile in rapporto a densità massime e spazi pubblici, si potrebbe proprio insistere sull'insufficienza della proposta tipologico-distributiva, proponendo qui una cura simil-Piano+Libeskind per ex Fiera: una piastra terziaria molto densa al centro su cu si impiantano torri curve all'interno, in modo da ovviare in altezza al problema dell'angolo visuale di 60° dagli edifici circostanti e alle ombre che graverebbero su di loro. Sarebbe un modo per dimostrare che chi si oppone a questa sudditanza ai disegni dei privati non è pregiudizialmente contrario a nessuna soluzione anche inusuale ed innovativa, purché sia quella che serve allo scopo e non una bizzarrìa gratuita.

Il problema andrebbe sollevato quanto prima in Consiglio comunale, insieme alla necessità di annullare per autotutela la delibera di Giunta del 16.12.05 per PII ex Fiera/Citylife (su cui cmq grava l'ipotesi di annullamento da parte del TAR su ricorso dei cittadini), riportando anche in quel caso in Consiglio comunale la discussione sulle alternative alle opzioni progettuali in campo.

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