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Antonio Cederna
Ambiente e sviluppo, nel 1989 come oggi
1 Marzo 2006
2006-Verso le elezioni
Nel programma odierno del centrosinistra si intravede una diversa attenzione al rapporto tra ambiente e sviluppo (pp. 144-154). Un po' di chiarezza e di passione in più non guasterebbero . Un contributo e una postilla. (m.b.)

L'impegno che le forze della sinistra italiana devono porsi è quello per un diverso sviluppo. Uno sviluppo non più basato sulla cieca crescita, ma sul rispetto dell'ambiente in tutti i suoi aspetti: che punti quindi sulla riqualificazione delle città e la dotazione degli spazi e dei servizi essenziali, sul risanamento dei centri storici, sul consolidamento degli abitati a rischio sismico, sulla difesa del suolo e sul recupero diffuso del territorio, sul restauro dei beni culturali, sull'istituzione di parchi e aree protette e loro gestione, sul rimboschimento e via dicendo. Solo gli attardati maitres à penser che scrivono sui giornali, completamente spiazzati dalla rigogliosa ventata ambientalista, possono scrivere vaneggiando che dissesto e inquinamento sono «prezzi da pagare al progresso»: la semplice verità è che non è possibile nessun progresso senza rigorosa salvaguardia dell'ambiente e risparmio delle risorse, nessuno sviluppo economico senza politica ecologica.

È necessario che la sinistra impari a fare i conti ecologici. Calcolare cioè quanto ci è costato lo «sviluppo» deforme degli anni passati, basato sull'ignoranza e il disprezzo del territorio e dell'ambiente: gli ingenti costi sociali scaricati sulla collettività dalla rapina del suolo e delle risorse. Sapere dunque quante migliaia di miliardi ci è costato il dissesto idrogeologico, l'inquinamento delle falde idriche, l'avvelenamento dei corsi d'acqua, lo sparpagliamento dei rifiuti tossici, la congestione e la paralisi delle città, la terziarizzazione dei centri storici, quanto ci costerà il risanamento delle aree devastate dall'abusivismo, ecc.: e per converso sapere quali benefici economici, quanti posti di lavoro saranno creati dallo sviluppo tutto diverso per il quale Occorre battersi.

Postilla

Così si concludeva la prefazione al libro di Vezio De Lucia, Se questa è una città, scritta da Antonio Cederna nel 1989. L'attualità delle considerazioni di Cederna è nota a tutti coloro che si interessano di urbanistica. Altrettanto condiviso il rammarico di non poter più confidare sulla sua prosa acuminata, così efficace nel mettere alla berlina l'ipocrisia, il conformismo e l'ignoranza, purtroppo ancora ampiamente diffusi nel nostro paese.(m.b.)

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