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Jeff Milchen
È ancora la nostra terra?
11 Dicembre 2005
Articoli del 2004
Vi state stiracchiando con lo zaino già in spalla, respirate il profumo dei pini guardando la cima delle montagne che sbucano in fondo ai pascoli ... ma avete pagato il biglietto? Un articolo da Reclaim Democracy racconta una misura "temporanea" del governo USA, e ci ricorda che la "collaborazione pubblico/privato" è una medicina magari miracolosa, ma da somministrare a dosi molto controllate. (fb)

Titolo originale Is This Land Our Land? – traduzione di Fabrizio Bottini (L’articolo in una versione precedente è stato pubblicato anche dal Washinton Post nella sezione domenicale “Outloook”, il 24 giugno 2001)

Come molti americani, non ho badato molto al programma federale chiamato “Fee Demo” - ufficialmente, Recreation Fee Demonstration Project – fino a quando non mi hanno chiesto di pagare.

In vacanza in Oregon, sono tornato a percorrere un vecchio sentiero nella Three Sisters Wilderness, dove avevo prestato servizio come ranger forestale anni prima. Ci ho trovato un cartello che mi chiedeva di pagare cinque dollari per il parcheggio, o rischiare una multa fino a cento dollari. Dato che l’unico modo disponibile per raggiungere questa remota testa di sentiero è l’auto, sostanzialmente mi stavano chiedendo di pagare per camminare.

La somma era modesta, ma il mutamento nella politica di gestione delle terre pubbliche che rappresenta non lo è: va contro qualunque idea di spazio pubblico.

Fino a cinque anni fa, tariffe del geenre erano espressamente proibite (con poche e piccole eccezioni) sulla maggior parte dei terreni pubblici gestiti a livello federale, e c’erano severe limitazioni sulle attività ricreative di tipo privato. Ma il programma Fee Demo approvato nel 1996 ha temporaneamente eliminato questi di vieti. Se fosse reso permanente secondo il progetto ora in esame al Congresso, si apalancherebbe la porta a una diffusa e distruttiva commercializzazione di territori che sono parte del patrimonio nazionale.

Non confondete questi posti con gli spazi gestiti dei Parchi Nazionali, con le loro strutture e comodità, ai quali gli americani hanno pagato l’ingresso per quasi un secolo. La Three Sisters Wilderness non è un parco, ma un parte del più esteso sistema di terre pubbliche a gestione federale, che tradizionalmente hanno offerto libero accesso, e un minimo di intrusione commerciale. Il sistema comprende oltre 100 milioni di ettari gestiti dal Servizio Forestale, una quantità più o meno equivalente gestita dal Bureau of Land Management, 40 milioni dal Fish and Wildlife Service e 5 milioni dal Genio Militare (i militari controllano circa 60 milioni di ettari). I terreni del Servizio Forestale, da soli, sono il triplo dei 34 milioni di ettari del sistema nazionale dei parchi.

Tradizionalmente questi spazi pubblici sono mantenuti dalla fiscalità generale, e tutti gli americani hanno diritto di libero accesso. Il concetto è stato rafforzato dal Land and Water Conservation Fund Act del 1965, una legge che proibisce esplicitamente a qualunque agenzia federale di far pagare l’accesso ai terreni pubblici, con l’eccezione dei Parchi Nazionali e delle strutture attrezzate per nautica o campeggio.

Ma nell’ambito del movimento per le privatizzazioni degli anni Novanta, il Congresso tagliò i fondi per il mantenimento dei terreni pubblici. Ad esempio, il bilancio per le attività di tempo libero del Servizio Forestale fu ridotto di più di un terzo fra il 1994 e il 1999. In questa crisi creata artificialmente, entra la American Recreation Coalition, un consorzio di grosse imprese e loro sostenitori, che traggono profitto dalle attività motorizzate e gestiscono concessioni, campeggi, marine e strutture simili.

Sostenendo che le tariffe degli utenti potevano controbilanciare i tagli dei finanziamenti, la ARC ha esercitato un’intesa pressione per eliminare le restrizioni sulle attività commerciali e promuovere “collaborazioni pubblico/privato”. Dopo essere stato respinto ad una prima votazione, Fee Demo è stato infilato in un voto di commissione bilancio nel 1996, e approvato senza consapevolezza pubblica e discussione. Si autorizzava ciascuna delle quattro maggiori agenzie di gestione delle terre ad applicare tariffe in 100 località non specificate, e 400 località complessivamente. Ora queste tariffe di accesso sono applicate in migliaia di luoghi.

Originariamente concepita come un test di due anni, la legge è stata prorogata fino al settembre 2004. Dal luglio 2002, ci sono almeno tre progetti per renderla permanente.

Questo presenta una nuova e seria minaccia. Sinché Fee Demo era temporanea, era poco probabile che qualcuno si lanciasse in costosi progetti edilizi. Se le protezioni dallo sfruttamento privato sono rimosse in modo definitivo, non solo le tariffe per gli utenti saranno garantite, ma l’industria del tempo libero tenterà di espandersi in attività che prima d’ora le erano precluse.

Inevitabilmente, chi gestisce i terreni pubblici sposterà le proprie priorità dalla protezione degli ecosistemi ad assicurarsi una sopravvivenza, raccogliendo denaro. Nel 1999 Francis Pandolfi, a quell’epoca responsabile operativo del Servizio Forestale (ed ex amministratore delegato dei Times Mirror Magazines), stava già esortando la propria agenzia his agency ad “esaminare a fondo la miniera d’oro delle opportunità per il tempo libero di questa nazione e gestirla come fosse un marchio di prodotti di consumo”.

Nella sua “Recreation Partnerships Initiative”, cugina prossima della Fee Demo, il Genio Militare afferma senza alcun imbarazzo che “ L’intento [della collaborazione pubblico/privato] è di incoraggiare lo sviluppo privato delle strutture per la pubblica ricreazione quali: marine, complessi di hotel/motel/ristoranti, centri congressi, aree a campeggio, campi da golf, parchi tematici, zone per il divertimento con negozi, ecc.”.

Il presidente della American Recreation Coalition Derrick Crandall descrive quello che di solito succede quando l’impresa privata contratta per la gestione di strutture pubbliche, in una intervista al Motorhome Magazine del 1998: “Se si hanno tre campeggi da quaranta posti in un distretto, si vede immediatamente che vanno chiusi, e che va realizzato un nuovo sito a campeggio per 120 posti realizzato con gli standards di oggi”. Si sta parlando, ora, di efficienza e profitto.

La ARC sostiene le tariffe per gli utenti come supplemento ai finanziamenti federali, ma i fatti mostrano qualcosa di diverso. Le entrate hanno semplicemente consentito ulteriori tagli nei finanziamenti. La Deschutes National Forest in Oregon ha raccolto 175.400 dollari di tariffe nel 1998, e poi ha avuto tagli al bilancio per il tempo libero di 175.800 nel 1999. È un fatto ricorrente.

Una pubblicità del Servizio Forestale dichiara che l’80 per cento degli introiti Fee Demo va direttamente di nuovo alla terra, ma non è vero. I concessionari privati si prendono una quota dai molti pagamenti della gente a campeggi e teste di sentiero. Ad esempio, la maggior parte degli ingressi Fee Demo alla “Enterprise Forest” in California sono venduti dai privati, che prendono una quota del 20 per cento. Un addizionale 19 per cento è investito nella raccolta tariffe e vigilanza. In tutto, almeno la metà delle tariffe della Enterprise Forest se ne va via, e anche con la minaccia di multe fino a 100 dollari, a malapena la metà del pubblico paga.

...

Fee Demo è solo il primo passo. Misure più costose e danno se per l’ambiente – e con tariffe più elevate – seguiranno, a meno che il programma si fermato.

Per fortuna, sta crescendo la consapevolezza della minaccia, e quattro stati hanno approvato risoluzioni che si oppongono al progetto. Una consapevole disapprovazione si sta diffondendo, e si sono formati diversi gruppi espressamente per combattere queste tariffe ingiustificate.

Il fatto di pagare l’accesso alle teste di sentiero per tutto il paese forse fa perdere di vista l’effetto principale di Fee Demo: l’abolizione dei limiti rigorosi alla commercializzazione, che hanno mantenuto la maggior parte dei terreni pubblici un’oasi per il godimento della natura incontaminata, e garantito la conservazione di un habitat per migliaia di specie.

Preservare le terre pubbliche, o sfruttarle per il profitto privato, sono scopi fondamentalmente in conflitto. Il Congresso dovrebbe mettere fine a Fee Demo, e ripristinare quanto è stato tolto al bilancio generale.

Se si consentirà a Fee Demo di estendersi nel tempo, ci saranno scarse possibilità di eliminarla. Dopo aver pagato per anni una tassa d’uso, molti americani dimenticheranno che le terre pubbliche erano intese per una accessibilità libera da parte di tutti: un diritto fondamentale da proteggere, non un servizio disponibile solo a chi può permetterselo.

Nota: La versione originale del pezzo è disponibile anche su Eddyburg in formato PDF direttamente scaricabile qui sotto
corporatizing public lands. Il link al sito Reclaim Democracy (Restoring Citizen Authority Over Corporations)

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