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Stefano Fatarella
"L'INU e la piccola differenza"
25 Marzo 2004
Lettere e Interventi
Stefano Fatarella, Udine 24.03.2004

Caro Edoardo,ho appena letto le lettere di Paolo Avarello e di Lodo Meneghetti. Ti assicuro: non mi annoiano affatto le "ciacole" tra anziani professionisti. Forse ad Avarello potranno pure dare noia e lo capisco. Io credo che in fin dei conti la questione sia molto semplice - banalizzo ? Non è più tanto chiaro cosa sia destra e cosa sia sinistra.

Però c'è, come scrisse Bobbio alcuni anni fa, un tratto distintivo che fa la differenza tra una e l'altra parte. La sinistra è più propensa a ritenere che le diseguaglianze vadano colmate, la destra pensa che in fin dei conti le diseguaglianze debbano starci. In urbanistica, cioè in come si immaginano i ruoli e le funzioni dei soggetti titolari di un dovere in forza della legge e di come questi posono immaginare di governare la citta e il territorio nei quali vivono e lavorano le persone e si stratificano le loro storie e culture, le cose sono sostanzialmente le medesime. Penso che non sia cosa da annoiare chi abbia a cuore il Paese, partecipare per l'una o l'altra modalità di impostare, in definitiva, la propria vita in una società di cui si fa parte. Tutto qui. E l'Inu, come ben scrivi tu, ha cambiato spalla al fucile, checchè ne dicano lor signori.

Una fra tutte: perchè Avarello ce l'ha così tanto con gli uffici tecnici comunali ? All'Inu mi pare ben poco interessi la professionalità delle strutture pubbliche. Il perchè è ovvio. Sono deboli quelle strutture ? Spesso è vero. Le cose da sapere sono molte e più complesse di un tempo ? E' vero anche questo. Allora rafforziamole queste strutture pubbliche, non lasciamole andare in malora. Ancora una volta piccola differenza, che fa un mondo di differenza però.

Stefano Fatarella, urbanista pubblico

Non parlerei genericamente dell'INU, che è una struttura composta da molte persone e molte sezioni, ma del suo attuale gruppo dirigente.

Come sai, ritengo da tempo che le esigenze, le speranze (e le frustrazioni) degli "urbanisti pubblici" non siano adeguatamente rappresentate da nessuna associazione. Eppure, dai miei maestri (Astengo e Detti, per non citare che i principali) e dalla pratica ho imparato che la funzione dell'urbanista è una funzione ubblica, e che il ruolo tendenzialmente privilegiato è all'interno delle strutture integrate al potere elettivo. Molti ne sono convinti, ma nessuno è stato ancora in grado di esprimere organizzativamente (quindi politicamente) questa convinzione. (es)

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