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Il piano: a New Orleans si potrà ricostruire. Dappertutto
12 Gennaio 2006
Articoli del 2006-2007
Fanno sul serio? Presentate oggi le attese raccomandazioni municipali per il piano generale. Associated Press/CNN, 11 gennaio 2006 (f.b.)

Titolo originale: Plan: All New Orleans could be rebuilt – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

Mentre gli uffici compongono un piano per la rinascita di New Orleans, una commissione nominata dal sindaco Ray Nagin doveva esporre entro mercoledì le raccomandazioni per dare agli abitanti il potere di decidere quale forma avranno i loro quartieri.

La “ Bring New Orleans Back Commission” spera così di formare un quadro più chiaro di quali aree saranno ricostruite entro la fine dell’anno.

Le raccomandazioni, che potrebbero essere inerite nel piano generale di ricostruzione, probabilmente susciteranno fuoco e fiamme da parte degli urbanisti, che affermano come molte parti della città non siano sicure da inondazioni future.

La realizzazione di argini in grado di sostenere una tempesta di Classe 3, insieme alla creazione di una Reconstruction Corporation finanziata dal governo per rilevare immobili e terreni, sono elementi essenziali per i piani della Commissione, a parere dei membri del comitato urbanistico.

Doug Meffert, co-presidente del subcomitato per la sostenibilità, dice che sarà anche essenziale acquisire le case dai proprietari a ragionevoli prezzi di mercato. Il subcomitato raccomanderà che la costituenda agenzia acquisisca le proprietà a prezzo pieno, togliendo solo la quota coperta dalle assicurazioni.

”Se non siamo in grado di acquisire gli immobili, sarà difficile ridisegnare la città” osserva Meffert.

Aggiunge che se il futuro della città devastata dovesse essere lasciato alle forze di mercato, New Orleans finirebbe in una “riedificazione a chiazze, con gli abitanti furiosi”.

I membri della commissione sono stati invitati a pensare in grande immaginando scenari, con poco riguardo per il cartellino del prezzo. A quello si penserà poi, quando New Orleans e le altre parti della Costa del Golfo si lanceranno sui 29 miliardi di dollari di aiuti federali per la ripresa e la ricostruzione.

Alcune idee audaci fra quelle esaminate prevedono il ripristino di un jazz district sparito da tempo, la costruzione di una rete di piste ciclabili e ferrovie locali per pendolari, l’organizzazione di un sistema scolastico d’avanguardia.

Ci sono anche raccomandazioni per incentivi fiscali ad attirare nuove attività, e mantenere quelle che già ci sono.

Un’altra idea è quella di usare i crediti fiscali per ricreare Storyville, il quartiere a luci rosse gestito dalla municipalità restato attivo per vent’anni, e chiuso nel 1971. Più tardi, fu raso al suolo.

L’idea non è quella di far rivivere il mercato del sesso, ma di recuperare l’eredità musicale di quel distretto. Molti pionieri del – fra loro Jelly Roll Morton, King Oliver e Manuel Perez – suonavano nei bordelli di quel quartiere.

Si aspetta che la commissione proponga un rilancio del sistema di scuole pubbliche della città, malato di bassi livelli didattici, strutture cadenti, alto turnover e corruzione.

Le raccomandazioni sono per dare alle scuole maggiore autonomia, ridurre la burocrazia, creare più scuole pilota e offrire ai genitori più alternative per dove mandare i figli, ha detto il commissario Scott Cowen.

Le preoccupazioni dei quartieri

Ma la raccomandazione secondo cui tutte le zone della città – anche la Lower Ninth Ward, quella più duramente colpita e a stragrande maggioranza nera – dovrebbero aver la possibilità di ricostruire, probabilmente sarà la più controversa.

Lo Urban Land Institute ha causato tensioni lo scorso anno pubblicando un rapporto che consigliava caldamente alla città di concentrare le proprie risorse per la ricostruzione sulle zone non colpite dall’alluvione. L’istituto avvertiva che se New Orleans avesse tentato di ricostruire ogni cosa, la città sarebbe stata condannata a una ripresa lenta e discontinua.

Questa raccomandazione ha provocato indignazione fra molti abitanti di New Orleans, tra cui l’ex sindaco Marc Morial, ora presidente della National Urban League.

Ha affermato che i gruppi per i diritti civili si sarebbero opposti a qualunque piano di ricostruzione che cancellasse quartieri dove le famiglie hanno vissuto per generazioni. Si esprimeva anche la preoccupazione che alcune delle aree colpite fossero trasformate in zone umide o spazi aperti.

I sette comitati che compongono la commissione pubblicheranno ciascuno un rapporto, e tutti verranno consegnati al sindaco Nagin entro il 20 gennaio. Il sindaco può accettare o respingere qualunque raccomandazione, con decisioni che possono durare settimane.

La forma finale del piano sarà determinata in gran parte dalle decisioni del Congresso e del Presidente Bush, che tengono i cordoni della borsa.

Nota: sul controverso ( e preoccupante) tema del "diritto" di ricostruire ovunque a New Orleans dopo la conferenza stampa della Commissione municipale, si veda tra l'altro anche l'articolo da USA Today proposto dal sito dell'American Planning Association (f.b.)

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