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Glenn Scherer
I religiosi devono essere impazziti
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
Un acuto e provocatorio articolo su Grist Magazine, pubblicato il 27 novembre 2004, pone pesantemente il problema dell'integralismo religioso cristiano in politica, e soprattutto dei suoi effetti sull'ambiente e la scienza. Tutti hanno i loro Buttiglioni, verrebbe amaramente da dire (f.b.)

Titolo originale: The Godly Must Be Crazy – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

I punti di vista della destra cristiana stanno disorientando i politici, e minacciando l’ambiente



Molti degli scritti sul mondo d’oggi sembrano pervasi da una certa sensibilità apocalittica. Parecchi libri sui pericoli ambientali, che si tratti dello strato di ozono, del riscaldamento globale, dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua, dell’esplosione demografica, appaiono immersi in un crogiolo apocalittico. (Paul Boyer, storico)

Quand’ebbe aperto il sesto sigillo, ecco seguì un gran terremoto, e il sole diventò nero come tela di sacco, la luna diventò come sangue, e le stelle del cielo caddero sulla terra come il fico butta i suoi frutti invernali scosso dal vento; il cielo si ritirò come un papiro arrotolato, e ogni montagna e isola furono smosse dai loro posti.(Apocalisse 6:12-14)



Aborto. Matrimoni omosessuali. Ricerca sulle cellule staminali

I legislatori USA sostenuti dalla destra cristiana votano contro queste questioni con quasi per fetta uniformità. La cosa probabilmente non vi sorprende, ma questo forse si: quegli stessi legislatori sono egualmente compatti e decisi nell’opporsi alla tutela ambientale.

Quarantacinque senatori e 186 deputati nel 2003 si sono guadagnati un’approvazione dall’80% al 100% da parte dei tre principali gruppi di pressione della destra cristiana: Christian Coalition, Eagle Forum, e Family Resource Council. Molti di questi stessi rappresentanti politici l’anno scorso hanno avuto punteggi fallimentari (meno del 10% in media) dalla League of Conservation Voters.

Sono statistiche sorprendenti, a prima vista. Opporsi all’aborto o alla ricerca sulle cellule staminali è coerente con le convinzioni della destra religiosa, che la vita cominci al momento della concezione. Opporsi al matrimonio fra gay è coerente con l’affermazione che le attività omosessuali siano proibite dalla Bibbia. Entrambe queste convinzioni sono punti fermi piuttosto noti del dibattito politico contemporaneo. Ma, una giustificazione sulla base delle sacre scritture all’antiambientalismo: quand’è l’ultima volta che avete sentito un politico conservatore parlarne?

Probabilmente è stato nel 1981, quando il primo ministro degli affari interni della presidenza Reagan, James Watt, affermò davanti al Congresso che proteggere la natura non era importante, alla luce dell’imminente ritorno di Gesù Cristo. “Dio ci ha dato queste cose da usare. Quando cadrà l’ultimo albero, Cristo tornerà”, affermò Watt nella testimonianza pubblica che gli costò le dimissioni.

I politici cristiani fondamentalisti di oggi sono politicamente più saggi del ministro degli interni di Reagan; non li sorprenderete a spiegare decisioni di politica pubblica con convinzioni religiose private. Ma le loro parole e azioni fanno pensare che molti di loro condividano i pensieri di Watt. Come lui, molti fondamentalisti cristiani sentono che preoccuparsi per il futuro del pianeta sia irrilevante, visto che non c’è futuro. Essi credono che stiamo vivendo la Fine dei Tempi, quando il figlio di Dio tornerà, i giusti entreranno in paradiso, e i peccatori saranno condannati al fuoco eterno. Per cui possono anche ritenere, insieme ad altri milioni di fondamentalisti cristiani, che la distruzione dell’ambiente sia non solo da non temere, ma da auspicare - o addirittura da accelerare – in quanto segno dell’Apocalisse prossima.

Non stiamo parlando di una manciata di politici marginali, convinti o sostenitori di questo credo. I 231 legislatori (tutti Repubblicani, tranne cinque) che hanno avuto una media di approvazione dell’80% o più da parte delle principali organizzazioni della destra religiosa, costituiscono più del 40% del Congresso USA (l’unico Democratico con un’approvazione del 100% da parte della Christian Coalition è il senatore Zell Miller della Georgia, che all’inizio dell’anno ha citato il Libro di Amos in dibattito parlamentare: “Verrà il giorno, dice il Signore Iddio, che manderò la fame sulla terra. Non fame di pane, o sete d’acqua, ma di usire la parola del Signore!”). Questi politici includono alcune dei personaggi più potenti nel governo USA, e protagonisti delle decisioni chiave: il leader della maggioranza in Senato Bill Frist (Tennessee), e ancora al Senato Mitch McConnell (Kentucky), Rick Santorum (Pennsylvania), Jon Kyl (Arizona), lo House Speaker Dennis Hastert (Illinois), il capogruppo alla Camera Roy Blunt (Missouri), il ministro della Giustizia John Ashcroft, ed è possibile anche il Presidente Bush. (all’inzio di questo mese, la storia di copertina del New York Times Magazine a firma di Ron Suskind, descriveva come il governo Bush basato sulla fede abbia portato, tra l’altro, alla disastrosa “crociata” in Medio Oriente e abbia preparato il terreno a “una battaglia fra modernisti e fondamentalisti, pragmatici e veri credenti, ragione e religione”).

E i politici citati sono solo la più potente e visibile punta dell’iceberg. Un sondaggio Time/CNN del 2000 ha rilevato che il 59% degli americani ritiene che le profezie contenute nel libro dell’Apocalisse si debbano realizzare. Circa un quarto crede che la Bibbia abbia previsto l’attacco dell’11 settembre.

Che piaccia o meno, la fede nell’Apocalisse è una forza potente nella moderna politica americana. Nelle elezioni del 200 la destra cristiana ha spostato almeno 15 milioni di voti, ovvero circa il 30% di quelli che hanno portato Bush alla presidenza. E non c’è dubbio che i cristiani arciconservatori rosultaranno cruciali nelle prossime elezioni: lo stratega politico del Grand Old Party, Karl Rove, spera di mobilitare al voto venti milioni di elettori fondamentalisti, per aiutare Bush a confermarsi in carica il 2 novembre, e per mantenere la maggioranza repubblicana al Congresso, afferma Joan Bokaer, direttore di Theocracy Watch, un programma di ricerca del Center for Religion, Ethics, and Social Policy, alla Cornell University.

Visto il suo potere di blocco elettorale, la destra cristiana ha l’ascolto, se non l’anima, della maggior parte della leadership nazionale. Alcuni di questi leaders, credono personalmente nella Fine dei Tempi. Altri no. Sia come sia, i loro voti sono ampiamente condizionati da una base elettorale che accetta la Bibbia come verità letterale e aspetta seriamente l’avvento dell’Apocalisse. E questo, da parte sua, è una brutta notizia per chi spera di proteggere la Terra, non di distruggerla.

C’era una volta la Fine dei Tempi

Sin dall’alba del Cristianesino, gruppi di credenti hanno esplorato le sacre scritture alla ricerca di segni della Fine dei Tempi e del Secondo Avvento. Oggi, la maggior parte dei circa 50 milioni di cristiani fondamentalisti di destra degli Stati Uniti, crede in qualche tipo di teologia da Fine dei Tempi.

Questi 50 milioni di credenti sono il substrato ai circa 100 milioni di evangelici degli USA, che non sono in alcun modo uniformemente di destra e antiambientalisti. In realtà la collocazione politica degli evangelici, sull’ambiente e altri problemi, cambia di parecchio; lo Evangelical Environmental Network, per esempio, ha unito la propria interpretazione biblica con una buona dose di scienza ambientalista, per giustificare e promuovere la cura del pianeta. Ma l’impatto politico e culturale dell’estrema destra cristiana è difficile da non considerare enorme.

È anche difficile capirlo, se non si coglie il complesso sistema di credenze che ci sta sotto e lo guida. Anche se esistono molte e divergenti teologie e sette che si ispirano alla Fine dei Tempi, le più politicamente influenti sono dispensazionalisti e ricostruzionisti.

Sintonizzatevi su qualunque delle 2000 stazioni radio cristiane d’America, o delle 250 televisioni, e probabilmente subirete una grossa dose di dispensazionalismo, una dottrina Fine dei Tempi inventata nel XIX secolo dal teologo anglo-irlandese John Nelson Darby. I dispensazionalisti sposano un’interpretazione “letterale” della Bibbia, che offre una cronologia dettagliata dell’imminente fine del mondo (molti importanti teologi contestano questa letteralità, sostenendo che Darby abbia frainteso e distorto i passaggi biblici). I credenti legano questa cronologia agli eventi correnti – quattro uragani che colpiscono la Florida, i matrimoni gay a San Francisco, gli attacchi dell’11 settembre – come prova del fatto che il mondo sta precipitando fuori controllo, e che noi siamo quanto lo scrittore dispensazionalista Hal Lindsey chiama “la generazione terminale”. Le crisi sociali e ambientali dei nostri tempi, affermano i dispensazionalisti, sono miracoli legati alla Rapture, quando i cristiani rinati, vivi e morti, saranno portati in cielo.

”Su tutta la terra le tombe esploderanno, e i loro occupanti si innalzeranno verso il cielo”, predica il pastore dispensazionalista John Hagee, della Cornerstone Church di San Antonio, Texas. Dopo la Rapture, i non credenti lasciati indietro subiranno sette anni di indicibili sofferenze, chiamate la Great Tribulation, che culminerà con l’ascesa dell’Anticristo e con la battaglia finale di Armageddon fra Dio e Satana. Dopo aver vinto quella battaglia, Cristo manderà tutti i non credenti nelle profondità infuocate dell’inferno, rifarà verde il pianeta, e regnerà in pace sulla terra coi Suoi seguaci per mille anni.

I dispensazionalisti non saturano il mercato di interpretazione della Fine dei Tempi. I ricostruzionisti (noti anche come dominionisti), una setta più piccola ma politicamente influente, collocano la chiave del ritorno di Dio non nelle profezie bibliche, ma nell’attivismo politico. Credono che Cristo farà il suo Secondo Avvento solo quando il mondo abbia preparato un posto per Lui, e che il primo passo per preparare l’arrivo si quello di cristianizzare l’America.

Una politica cristiana ha compe principale intento quello di conquistare la nazione: uomini, famiglie, istituzioni, burocrazie, tribunali, governi, per il Regno di Cristo”, scrive il ricostruzionista George Grant. Il dominio cristiano sarà raggiunto ponendo fine alla separazione fra chiesa e stato. Sostituendo alla democrazia USA una teocrazia dominata dalla legge del Vecchio Testamento, tagliando tutti i programmi sociali pubblici, e rivolgendo questo impegno invece alle Chiese cristiane. I ricostruzionisti vogliono anche abolire tutte le agenzie pubbliche di regolazione, come la EPA (Environment Protection Agency), perché rappresentano una deviazione dallo scopo di cristianizzare l’America, e conseguentemente il resto del mondo. “La conquista del mondo. Questo è quanto Cristo ci ha chiesto di realizzare” continua Grant. “Dobbiamo vincere il mondo col potere del Vangelo. E non dobbiamo accontentarci di niente di meno”. Solo quando quella conquista sarà compiuta, il Signore potrà tornare.

State tranquilli e felici!

Non ci si può aspettare che persone sotto l’influenza di profezie tanto potenti si preoccupino per l’ambiente. Perché badare al pianeta se la siccità le alluvioni e le pestilenze portate dal collasso ecologico sono segni dell’Apocalisse anticipata dalla Bibbia? Perché preoccuparsi del cambiamento climatico globale se tu e i tuoi cari sarete portati in cielo con la Rapture? Perché impegnarsi a convertire dal petrolio al solare, se lo stesso Dio che ha fatto il miracolo dei pani e dei pesci può tirar su qualche milione di barili di greggio con una Parola?

Molti credenti della Fine dei Temi ritengono che fino al ritorno di Cristo in qualche modo Dio provvederà. In America's Providential History, un diffuso libro di testo per le scuole superiori di ispirazione ricostruzionista, gli autori Mark Beliles e Stephen McDowell ci raccontano che: “Il materialista, il socialista, ha una mentalità da risorse limitate, e vede il mondo come una torta ... che deve essere tagliata a pezzi in modo che ciascuno possa averne una fetta”. Invece “il Cristiano sa che il potenziale del Signore è illimitato, e che non c’è scarsità di risorse nella Terra di Dio. La risorse aspettano solo di essere attinte”. In un altro passaggio, gli scrittori spiegano: “Molti materialisti vedono il mondo sovrappopolato, ma il Cristiano sa che Dio ha fatto la terra grande a sufficienza e con abbondanza di risorse per ospitare tutte le genti”.

Lo spreco delle risorse naturali e la sovrappopolazione, dunque, non preoccupano i fedeli della Fine dei Tempi, né lo fanno altre catastrofi ecologiche, viste dai dispensazionalisti come presagi della Great Tribulation. Lo spunto per questo punto di vista viene da un passaggio di undici parole, in Matteo 24:7: “[Ci] saranno fame, e pestilenze, e terremoti in diversi luoghi”. Altri fedeli individuano tracce di catastrofe ecologica nei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse - Guerra, Fame, Pestilenza, Morte – e citano un verso che nomina l’alto prezzo del grano, dell’orzo, dell’olio, come anticipazione della mancanza di cibo e combustibili fossili. Durante la Fine dei Tempi, ai quattro cavalieri sarà “dato potere su un quarto della terra per uccidere con la spada, la fame, le pestilenze, le bestie selvagge della terra”. Alcuni credenti sottolineano che Apocalisse 8:8-11 prevede che una grande montagna cadrà nel mare, causando grande distruzione, seguita da una stella splendente caduta dal cielo. Questa stella è chiamata Assenzio, che a detta dei dispensazionalisti si può liberamente tradurre in ucraino con la parola Chernobyl.

Una gran quantità di predicatori, film, siti web di ispirazione Fine dei Tempi salutano i cataclismi ambientali come Buone Notizie: annunci del Nuovo Avvento. Il lavoro non-fiction di Hal Lindsey del 1970, The Late Great Planet Earth, è un classico del genere; la sua versione cinematografica bombarda gli spettatori con abbondanti dosi di esplosioni nucleari, nubi inquinanti, alluvioni devastanti, api assassine. Nello stesso modo, l’autore dispensazionalista Tim LaHaye nei sui romanzi Left Behind – che in un certo periodo hanno venduto 1,5 di milioni di copie al mese – mescola i disastri ecologici in un racconto d’azione ispirato da profezie.

Su sito RaptureReady.com, il “Rapture Index” elenca tutte le ultime notizie correlate alla profezia biblica. Fra in principali indicatori di Apocalisse, ci sono la disponibilità di petrolio e relativo prezzo, la fame, la siccità, le pestilenze, il cattivo tempo, le inondazioni, il clima. Il responsabile di RaptureReady Todd Strandberg scrive a spiegare perché i cambiamenti climatici sono inclusi nella lista: “Credevo non ci fosse davvero bisogno che i Cristiani tenessero sotto osservazione i cambiamenti legati all’effetto serra. Se ci volevano un paio di centinaia d’anni perché le cose si facessero serie, pensavo che la vicinanza della Fine dei Tempi avrebbe oscurato questo problema. Con una velocità del cambiamento climatico ora tanto rapida, il riscaldamento globale sarà un fattore centrale nelle calamità della Tribulation”.

Un altro indice di profezie indica elementi di tipo naturale (siccità in in Etiopia, fame in Sud Africa, inondazioni in Russia, incendi in Arizona, ondate di caldo in India, lo scioglimento della calotta antartica) come prova dell’avvicinarsi del giorno del giudizio, sottolineando come “Quando queste cose cominceranno ad accadere, rialzatevi, sollevate il capo, perché la vostra redenzione è vicina” (Luca 21:28).

Secondo una mappa sul sito Fine dei Tempi ApocalypseSoon.org, siamo “all’inizio dei dolori” (Matteo 24:3-8) che segna la Great Tribulation. Il sito offre un link a un articolo della BBC News sulle malattie infettive e a una cronaca degli eventi climatici estremi sul sito del giornalista Ross Gelbspan, vincitore del Pulitzer, come prova di questo “inizio dei dolori”. Ad ogni modo, aggiunge una secca raccomandazione riguardo a questi links esterni: “Non vogliamo in alcun modo approvare o consigliare questi siti. Sono stati scelti semplicemente perché documentano letteralmente cosa prevede la Parola di Dio per la Fine dei Giorni”.

Datemi un martello

Per capire in che modo la visione del mondo della destra cristiana sta formando e alimentando l’antiambientalismo parlamentare, prendiamo il caso di due influenti legislatori cristiani rinati: il leader della maggioranza in Senato Tom DeLay (Texas) e il presidente della commissione Ambiente e Lavori Pubblici del Senato James Inhofe (Oklahoma).

DeLay, che ha considerevole potere nel definire l’agenda parlamentare, ha auspicato un “muover[si] in avanti con una visione del mondo biblica” della politica USA, come riferisce Peter Perl sul Washington Post Magazine. DeLay vuole convertire l’America in una nazione “Centrata su Dio”, il cui governo promuova la preghiera, l’adorazione, l’insegnamento dei valori cristiani.

Inhofe, il più esplicito critico dell’ambientalismo in Senato, è incrollabile anche nella sua volontà di ricostruire l’America come stato cristiano. Parlando all’incontro della Christian Coalition, Road to Victory, appena prima della grande vittoria del Grand Old Party alle elezioni intermedie del 2002, ha promesso ai credenti: “Quando vinceremo alla rivoluzione di novembre, starete facendo l’opera del Signore, ed Egli vi benedirà per questo!”.

Né DeLay né Inhofe includono la tutela dell’ambiente nella “opera del Signore”. Entrambi hanno tuonato contro l’EPA, chiamandola “la Gestapo”. DeLay ha combattuto per cancellare le leggi Clean Air e Endangered Species. L’anno scorso, Inhofe ha invitato un folto gruppo di studiosi scettici riguardo ai mutamenti climatici indotti dai combustibili fossili a testimoniare di fronte al Senato, con culmine nella su definizione del riscaldamento globale: “la più enorme bufala perpetrata ai danni del popolo americano”.

DeLay ha affermato seccamente che intende spezzare la visione del mondo “socialista” degli “umanisti materialisti” che, sostiene, controllano il sistema politico USA, i media, le scuole pubbliche e le università. Ha definito l’elezione presidenziale del 2000 un’apocalittica “battaglia per le anime”, una lotta mortale contro le forze del liberalismo, del femminismo, dell’ambientalismo, che stanno corrompendo l’America. I sogni utopici di questi movimenti sono maledetti, sostiene il leader della maggioranza, perché essi non scaturiscono da Dio.

”DeLay è motivato più che altro dal potere” afferma Jan Reid, coautore insieme a Lou Dubose di The Hammer, un’appena pubblicata biografia di DeLay. “Ma crede anche nel potere del prossimo Avvento [di Gesù Cristo], e ci costruisce la sua visione del mondo e del governo”. Questo può spiegare perché gli arredi dell’ufficio di DeLay in Campidoglio comprendano una copia in marmo dei Dieci Comandamenti, e un manifesto sul muro che recita: “Questo Potrebbe Essere Il Giorno” (il Giorno del Giudizio).

DeLay è anche per sua asserzione membro dei Sionisti Cristiani, una fazione di credenti Fine dei Tempi che conta 20 milioni di americani. I Sionisti Cristiani credono che la creazione nel 1948 dello Stato di Israele abbia segnato il primo evento in quello che lo scrittore Hal Lindsey chiama “il conto alla rovescia di Armageddon” e sono impegnati ad accelerare quell’orologio, avvicinando il ritorno di Cristo.

Nel 2002, DeLay ha visitato la Cornerstone Church del pastore John Hagee. Hagee dava nella sua predica un chiaro messaggio, tanto semplice quanto orribile: “La guerra tra America e Iraq è la porta dell’Apocalisse!” diceva, spingendo i suoi fedeli a sostenere la guerra, per avvicinare il Secondo Avvento. Una volta terminato il sermone di Hagee, DeLay si alzò a sostenere l’appello. “Signore e Signori” disse “quella che è stata pronunciata qui è la Verità di Dio”.

Con queste parole – diffuse da 225 televisioni e stazioni radio cristiane - DeLay si è collocato decisamente nel campo della Fine dei Tempi, una fazione desiderosa di imporre l’Apocalisse al resto del mondo. In parte, DeLay può anche abbracciare Hagee e altri come lui in un tentativo calcolato di ottenere i voti dei fondamenalisti: ma va ricordato che è cresciuto come Southern Baptist, dentro un’interpretazione strettamente letterale della Bibbia e dei dogmi. Il suo biografo Dubose dice che il leader della maggioranza probabilmente non coglie le complessità teologiche di dispensazionalisti e ricostruzionisti, ma “sono convinto che [ci] creda”. Per quanto riguarda DeLay, mi ha detto Dubose, “Se lo dice John Hagee, allora è vero”.

Senatori Cristiani avanzano

James Inhofe potrebbe essere il peggiore incubo di un ambientalista. Il senatore dell’Oklahoma prende decisioni politiche di capitale importanza basandosi su pesanti influenze di impresa e teologiche, simil-scientifiche, probabilmente su una visione del mondo apocalittica: ed è presidente della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici del Senato.

I legami della commissione coi finanziatori dal mondo dell’impresa sono più facili da ricostruire, e più infami, di quanto non siano quelli con il fondamentalismo religioso, ed è vero che non si può mai dire troppo sull’influenza del denaro. Dal 1999 al 2004, Inhofe ha ricevuto più di 588.000 dollari dall’industria dei combustibili fossili, dei servizi elettrici, dell’estrazione, e da altri interessi legati alle risorse naturali, secondo i calcoli del Center for Responsive Politics. Otto degli altri nove membri repubblicani della commissione di Inhofe hanno ricevuto una media di 408.000 dollari a testa dal settore energia e risorse naturali nello stesso periodo.Per contro, gli otto democratici della commissione e l’unico indipendente, si sono accontentati di una media di soli 132.000 dollari a testa dagli stessi settori dal 1999.

Ma l’influenza della teologia, anche se meno trattata, non è meno significativa. Anche Inhofe, come DeLay, è un Sionista Cristiano. Anche se il senatore non ha espresso esplicitamente il suo punto di vista religioso nella commissione ambiente, l’ha fatto parlando di altre questioni. In un discorso al Senato sulla politica estera, Inhofe ha sostenuto che gli USA dovrebbero allearsi incondizionatamente a Israele “perché l’ha detto Dio”. Citando la Bibbia come il divino verbo di Dio, Inhofe ha citato la Genesi 13:14-17 – “tutta la regione che tuvedi, io la darò a te, ed alla tua discendenza, in eterno” – a giustificazione dell’occupazione in permanenza da parte di Israele della West Bank, e per le crescenti aggressioni contro i Palestinesi.

Inhofe sostiene anche apertamente il dispensazionalista Pat Robertson, che spaccia qualunque tornado, uragano, epidemia, attentato suicida, come segni del ritorno di Dio, che ha accusato sia Jimmy Carter che George Bush Senior di essere seguaci di Lucifero, e che non fa segreto degli sforzi della sua Christian Coalition per controllare il Partito Repubblicano, secondo gli studi di Theocracy Watch.

Da buon fondamentalista, Inhofe si è guadagnato un tondo 100% di valutazione da parte dei principali tre gruppi di pressione della destra cristiana, e un corrispondente 5% dalla League of Conservation Voters (più una serie di zeri dal 1997 al 2002). Allo stesso modo, otto degli altri nove repubblicani della commissione Ambiente e Lavori Pubblici si sono guadagnati una media del 94% di approvazione nel 2003 dalla destra cristiana, e un misero 4% dagli ambientalisti. L’unica eccezione conferma la regola: il moderato Lincoln Chafee lo scorso anno si è guadagnato il 79% dalla LCV e solo il 41% dalla destra religiosa.

Come presidente di commissione, Inhofe ha sottilmente preferito le sacre scritture alla scienza. Le fonti del suo discorso al Senato del 2003 contro la scienza e il cambiamento climatico globale, ad esempio, rivelano i suoi due mandanti: il discorso può essere fatto risalire ai think tanks dell’industria dei combustibili fossili e della finanza petrolchimica, ma anche alla pseudo-scienza dei siti web cristiani. Nella sua invettiva di due ore, Inhofe dismissed global warming by comparing it to a 1970s scientific scare that suggested the planet was cooling -- a hypothesis, he fails to note, held by only a minority of climatologists at the time. Inhofe's apparent source on global cooling was the Acton Institute for the Study of Religion and Liberty, a Christian-right and free-market economics think tank. In an editorial on that site called "Global Warming or Globaloney? The Forgotten Case for Global Cooling," we hear echoes of Inhofe's position. The article calls climate change "a shrewdly planned campaign to inflict a lot of socialistic restriction on our cherished freedoms. Environmentalism, in short, is the last refuge of socialism." Inhofe's views can be heard in the words of dispensationalist Jerry Falwell as well, who said on CNN, "It was global cooling 30 years ago ... and it's global warming now. ... The fact is there is no global warming."

Inhofe's views are also closely tied to the Interfaith Council for Environmental Stewardship, a radical-right Christian organization founded by radio evangelist James Dobson, dispensationalist Rev. D. James Kennedy of Coral Ridge Ministries, Jerry Falwell, and Robert Sirico, a Catholic priest who has been editing Vatican texts to align the Catholic Church's historical teachings with his free-market philosophy, according to E Magazine.

The ICES environmental view is shaped by the Book of Genesis: "Be fruitful and multiply; fill the earth and subdue it. Have dominion over the fish of the seas, the birds of the air, and all the living things that move on this earth." The group says this passage proves that "man" is superior to nature and gives the go-ahead to unchecked population growth and unrestrained resource use. Such beliefs fly in the face of ecology, which shows humankind to be an equal and interdependent participant in the natural web.

Inhofe's staff defends his backward scientific positions, no matter how at odds they are with mainstream scientists. "How do you define 'mainstream'?" asked a miffed staffer. "Scientists who accept the so-called consensus about global warming? Galileo was not mainstream." But Inhofe is no Galileo. In fact, his use of lawsuits to try to suppress the peer-reviewed science of the National Assessment on Climate Change -- which predicts major extinctions and threats to coastal regions -- arguably puts him on the side of Galileo's oppressors, the perpetrators of the Christian Inquisition, writes Chris Mooney in The American Prospect.

"I trust God with my legislative goals and the issues that are important to my constituents," Inhofe has told Pentecostal Evangel magazine. "I don't believe there is a single issue we deal with in government that hasn't been dealt with in the Scriptures." But Inhofe stayed silent in that interview as to which passages he applies to the environment, and he remained so when I asked him if End-Time beliefs influence his leadership of the most powerful environmental committee in the country.

E la Mucca balzò fino alla Luna

I tentativi di accelerare la Fine dei Tempi sono diventati tanto strampalati, che un gruppo di allevatori ultra-cristiani del Texas di recente ha aiutato degli ebrei fondamentalisti di Israele a selezionare esemplari puri di vacca rossa, un tipo geneticamente raro, che è quello specifico da sacrificare per realizzare una profezia apocalittica contenuta nel biblico Libro dei Numeri (l’animale sarà pronto per il sacrificio entro il 2005, secondo la National Review).

Deve essere difficile per gli ambientalisti, molti dei quali si rompono la testa con l’informazione scientifica, immaginare che qualcuno possa credere che un vitello color ruggine possa provocare la fine del mondo, o che qualcuno possa ricostruire una storia della Fine dei Tempi (e figuriamoci una politica nazionale) a partire dalle simbologie poetiche del libro dell’Apocalisse. Ma nell’America di oggi ci sono milioni di persone del genere: compresi 231 legislatori che, o credono alle dottrine dispensazionaliste o ricostruzioniste, oppure per calcolo politico sono ben felici di allinearsi a quelli che ci credono.

È preoccupante, perché il credo in questione è antitetico all’ambientalismo. Tanto per cominciare, qualunque scienza ambientale che contraddica l’interpretazione delle sacre scritture della cultura Fine dei Tempi, diventa automaticamente sospetta. Questo spiega il disprezzo per l’approccio scientifico all’ambiente così diffuso fra i legislatori cristiani fondamentalisti: negare il riscaldamento globale, la distruzione dello strato di ozono, l’avvelenamento causato da arsenico o mercurio di produzione industriale.

Più importante, le credenze Fine dei Tempi rendono questi problemi del tutto ininfluenti. La fede nell’imminente ritorno di Cristo causa nei fedeli un interesse esclusivo per i risultati politico-teologici di breve termine, non per le soluzioni di lungo periodo. Sfortunatamente, quasi tutte le questioni ambientali, dalla conservazione delle specie in pericolo al contenimento del cambio climatico, richiedono fiducia e impegno per un mondo che continua. E sinora, nessun tipo di prova scientifica si è rivelato in grado di scuotere i credenti dalla propria fede, o di portarli verso la causa della salvezza ambientale.

”È come se metà di questa nazione volesse guidare la nave dello stato con la bussola: una bussola che funziona attraverso la scienza, la razionalità, il buon senso empirico” ha punzecchiato l’attore Bill Maher al Larry King Live. “E l’altra metà voglia farlo uccidendo un pollo e leggendo le viscere, come facevano ai tempi del vecchio Impero Romano”.

Chi dubita degli effettivi pericoli di questo tipo di politica basata sulla fede, deve solo ricordarsi i dirottatori dell’11 settembre, che devotamente credevano ci fossero settantadue vergini dagli occhi neri ad aspettarli, come ricompensa, in paradiso.

Nel passato, non era ritenuto politicamente corretto far domande approfondite sulle convinzioni religiose intime di un legislatore. Ma nel momento in cui queste convinzioni giocano un ruolo cruciale nel formare le politiche pubbliche, diventa necessario che il pubblico le conosca e le capisca. Può apparire sorprendente, ma la grande domanda che non è stata posta, e che deve invece essere fatta, ai 231 parlamentari USA sostenuti dalla destra cristiana, e allo stesso Presidente Bush, non riguarda le cosucce sulle pressioni religiose ai candidati nel recente dibattito presidenziale. Riguarda invece pesanti e specifiche questioni sui particolari, di questa fede: credete che ci troviamo alla Fine dei Tempi? Le politiche governative che sostenete, si basano sulla vostra fede nell’imminente Secondo Avvento di Cristo? Non è esagerato affermare che il destino del nostro pianeta dipende dal nostro porre tali domande, e dalla nostra capacità di ridefinire le nostre strategie ambientali alla luce delle risposte.

Molti anni fa, un mio amico mi presentò i suoi “nonni religiosi” che, ogni volta veniva loro domandato qualcosa sul futuro, proclamavano “sta arrivando l’Armageddon!”. E ci credevano. Cristo poteva tornare da un giorno all’altro, e di conseguenza loro non si preoccupavano di ridipingere o rifare il tetto alla casa. A cosa sarebbe servito? Anno dopo anno, sono tornato in quel posto a guardare gli strati di vernice pelarsi, le tavole di legno scoperte invecchiare, davanzali e tetto marcire. Alla fine la casa cadde in rovina e fu necessario abbatterla, lasciando per strada i nonni del mio amico.

In qualche modo, le loro previsioni si sono dimostrate esatte. Ma questa umile apocalisse, una casa che crolla su se stessa, non era opera di Dio, ma dell’uomo. È una parabola dedicata ai 231 parlamentari sostenuti dalla destra religiosa del 108° Congresso. Le loro convinzioni sostenute istituzionalmente possono portare all’auto-inveramento della peggiore e più distruttiva profezia mai annunciata di tutti i tempi.

Nota: qui il link al testo originale su Grist Magazine; qui invece i numerosissimi,vari e vivaci commenti sulla medesima rivista, il 22 gennaio, che questo acuto e provocatorio articolo ha suscitato fra credenti e non. Anche un articolo proposto da Eddyburg tempo fa, proponeva gli stessi temi (f.b.).

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