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Azione indecente della giunta Cappellacci: cancellata la Conservatoria delle coste
5 Luglio 2010
Sardegna
Due piccioni con una fava: un dispetto a chi ha bocciato il loro “piano casa” e la soppressione di un ostacolo al saccheggio del paesaggio. Servizio di Filippo Peretti, la Nuova Sardegna, 2 luglio 2010, con postilla

Cappellacci sulla graticola

Manovra, cancellata la Conservatoria delle coste



Dopo la batosta elettorale, i franchi tiratori. La giunta Cappellacci e il centrodestra sono sull’orlo di una crisi, almeno di nervi. Il terremoto della bocciatura del Piano casa-bis anticiperà la verifica politica e forse il rimpasto. Nuove tensioni Cappellacci-Asunis. L’opposizione tuona: «Se non siete in grado di governare è meglio che andiate a casa». La giunta reagisce varando la manovra correttiva e tagliando quattro Agenzie, tra cui la Conservatoria delle coste.

Senza cemento la giunta è a rischio

Dopo la batosta elettorale, i franchi tiratori. La giunta Cappellacci e il centrodestra sono sull’orlo di una crisi, almeno di nervi. Il terremoto provocato mercoledì dalla bocciatura del Piano casa-bis in Consiglio regionale ha fatto salire ulteriormente la tensione politica: per ironia della sorte il cemento della maggioranza ha ceduto proprio sulla cementificazione. Il caso ha provocato anche un nuovo scontro a distanza tra il presidente e l’assessore Gabriele Asunis, tanto che l’opposizione di centrosinistra, con il capogruppo del Pd Mario Bruno in prima fila, ha tuonato: «Se non siete in grado di governare è meglio trarne subito le conseguenze e andare a casa».

La maggioranza caduta su un provvedimento considerato strategico è ormai a un bivio: rilancio o crisi politica vera e irreversibile ad appena un anno e mezzo dalle elezioni regionali. Il pericolo lo ha avvertito con lucidità il decano dei consiglieri, Mario Floris, leader dell’Uds: «Sento che qualcuno pensa di risolvere tutto con un rimpasto di giunta, io dico che è l’ultima cosa a cui pensare: prima vanno affrontati i problemi politici e vanno aggiornati il programma e le priorità. Non bisogna fare finta di niente, occorre forse rivedere anche gli assetti e va costruito un rapporto con la minoranza sulla crisi economica e sulle riforme». Già martedì nel vertice di maggioranza, Floris aveva posto l’esigenza il tema di una «verifica vera e profonda».

Ugo Cappellacci, che sta cercando di non finire sulla graticola, è apparso in sintonia con la linea di Floris. Senza citare l’incidente in Consiglio, il presidente, nell’annunciare la manovra correttiva varata ieri sera dalla giunta, ha dichiarato che si «apre una stagione di grande responsabilità per l’intera classe dirigente sarda per affrontare questa stagione difficile con comportamenti coerenti e il massimo di condivisione generale». Il governatore sembra annunciare una svolta e ha così segnalato nuovamente una presa di distanze dall’assessore all’Urbanistica, Gabriele Asunis, il presentatore del testo bocciato dal Consiglio. Ieri mattina Asunis ha cercato di minimizzare l’accaduto: la comparsa dei franchi tiratori non è contro la giunta, ha dichiarato, ma «fa emergere i malumori della coalizione» perché «siamo in un momento politico di grande fibrillazione» con «lo stato di malessere che coinvolge alcune forze politiche».

Il coordinatore e il capogruppo del Pdl, Mariano Delogu e Mario Diana, hanno detto che una riunione della maggioranza «è indispensabile» per «avviare un confronto che valga ad evitare il ripetersi di situazioni analoghe che potrebbero condizionare in maniera del tutto negativa l’azione della giunta e del Consiglio». E hanno detto stop a «sgradevoli diatribe», occorre «un rilancio dell’azione politica dell’esecutivo e della maggioranza, con iun’univoca assunzione di responsabilità da parte di tutti».

D’accordo i sardisti, che con il capogruppo Giacomo Sanna hanno respinto il sospetto di aver votato contro la giunta: «I numeri sono ben altri». Quanto al chiarimento: «Poteva già partire martedì e in ogni caso si deve concludere entro luglio, anche con la verifica di giunta. Nessuno pensi alle vacanze».

Si è detto preoccupato anche uno dei leader dei dissidenti del Pdl, il finiano Ignazio Artizzu: «Il Pdl ha tenuto, è stato un episodio grave, il Piano casa andava completato, era un impegno con gli elettori, sono messaggi politici che fanno male alla coalizione».

In mattinata i leader consiliari del centrosinistra hanno tenuto una conferenza stampa per denunciare «il fallimento della giunta e della maggioranza di centrodestra». Secondo Mario Bruno (Pd), Carlo Sechi (Sel), Adriano Salis (Idv) e Chicco Porcu (Pd) l’opposizione è disponibile a confronti serrati sui temi vitali dell’isola, ma il centrodestra «ossessionato dal cemento, è assolutamente inadeguato».

Si voleva recuperare Costa Turchese. E non solo

Il provvedimento poteva salvare tra i tanti altri i progetti in posti di costa pregiata a Teulada, Villasimius e S.Caterina di Pittinurri

Il progetto berlusconiano di Costa Turchese, vietato dal Ppr della gestione di Renato Soru, sarebbe diventato realtà se la legge-bis del Piano casa sardo fosse stata approvata. Ma non era certo l’unica lottizzazione che la giunta, non trovando però il pieno consenso della maggioranza, voleva recuperare. Le nuove norme, eliminando alcuni vincoli, avrebbero consentito di sbloccare, ad esempio, il villaggio dei Benettom sulla Costa di Teulada, le “micro” lottizzazioni a Santa Caterina di Pittinurri e il villaggio di Cala Giungo, a Villasimius, dell’editore-costruttore Sergio Zuncheddu. Il quale, secondo quanto dichiarato dagli esponenti dell’opposizione, sperava anche in una modifica delle procedure del Piano casa per gli ampliamenti: nuove procedure di cui avrebbe avuto bisogno un suo mega-progetto cagliaritano a Santa Gilla.

Il piatto grosso delle lottizzazioni da sbloccare era servito da uno dei numerosi commi del disegno di legge dell’assessore Gabriele Asunis, stoppato mercoledì dal Consiglio regionale con una quindicina di franchi tiratori. Il Ppr aveva previsto che non potessero essere realizzate le lottizzazioni convenzionate ma senza l’avvio delle opere di urbanizzazione. Il ddl del Piano casa-bis faceva cadere, tra gli altri, questo vincolo. L’ex assessore Gian Valerio Sanna (Pd) ha detto che «è stata bocciata una politica arrogante e clientelare che ha evitato il confronto con l’opposizione e di prendere in giro settori della maggioranza, mentre per uscire dalla crisi servono franchezza e dialogo».

Manovra, tagliata la Conservatoria delle coste

Cancellate altre 3 Agenzie, l’esecutivo vara le correzioni al bilancio

Taglio della spesa regionale per 380 milioni, eliminazione di una parte dei residui passivi, cancellazione della Conservatoria delle coste e di altre 3 Agenzie (Entrate, Sardegna Promozione e Osservatorio Economico). Sono i principali contenuti della manovra correttiva approvata ieri sera dalla giunta Cappellacci. Che ha tenuto a sottolineare: «Abbiamo confermato le scelte strategiche poste alla base dell’azione di governo per lo sviluppo, le infrastruttrure, il contrasto alla povertà, le politiche per il lavoro».

Rispetto alle anticipazioni dei giorni scorsi la sorpresa è stata la cancellazione delle quattro agenzie, tre delle quali (Conservatoria, Sardegna Promozione e Agenzia delle Entrate) erano state introdotte dalla giunta di Renato Soru. Secondo quanto è stato chiarito ieri sera dalla stessa giunta, loe funzioni delle quattro agenzie saranno assegnati a servizi della presidenza o di alcuni assessorati.

Come sarà accolta la manovra? lo si vedrà in Consiglio regionale non appena l’assessore Giorgio La Spisa presenterà gli emendamenti al collegato alla Finanziaria. «La manovra - ha spiegato Cappellacci lanciando un chiaro messaggio politico dopo la comparsa dei franchi tiratori in Consiglio - introduce azioni strutturali finalizzate a una maggiore razionalizzazione della spesa, privilegiando lo sviluppo e il mantenimento delle azioni di governo volte a contrastare l’emergenza economico-sociale. Quella che si apre è una stagione di grande responsabilità: con la proposta che presentiamo al Consiglio vogliamo testimoniare dell’attenzione non solo per le fasce più deboli ma anche per tutte le azioni richieste da una visione strategica dello sviluppo; la responsabilità è quella che deve assumere l’intera classe dirigente sarda per affrontare questa stagione difficile con comportamenti coerenti e il massimo di condivisione generale».

«Il bilancio di previsione per il 2010 - ha detto La Spisa - è stato elaborato nel 2009 sulla base di previsioni di entrate derivanti dalle quote di compartecipazione al gettito fiscale che oggi devono tener conto della crisi economica: il calo del Pil produce la diminuzione delle riscossioni di imposte e conseguentemente delle spettanze della Regione. La manovra approvata dalla giunta si rende necessaria nel 2010 proprio perché la nostra è una Regione a statuto speciale che ha entrate originarie e non derivate, come le altre Regioni. A fronte delle riduzioni di entrate occorre puntare al contenimento della spesa dell’anno in corso e quella per il 2011 verrà raggiunta attraverso cancellazioni di alcune spese di minore importanza o col differimento delle stesse a esercizi successivi».

Postilla



La Conservatoria delle coste, insieme al Piano paesaggistico regionale, ha costituito il più prezioso contributo della giunta di Renato Soru alla difesa e alla messa in valore (il termine “valorizzazione” non piace né a eddyburg né a Soru) dei residui paesaggi della costa della Sardegna. Essa è stata costituita sul modello inglese del National Trust e quello francese del Conservatoire du littoral ; acquisisce beni immobili mediante trasferimento dalle proprietà pubbliche, donazioni da privati e – dove ve n’è l’opportunità e le risorse – acquisizione diretta. Si occupa poi della gestione sociale dei beni acquisiti, per garantirne, insieme alla più rigorosa tutela, anche la fruizione culturale.

Decidere la chiusura della Conservatoria delle coste rivela la meschinità politica e culturale dell’attuale giunta sarda, mossa da due obiettivi concorrenti: fare un dispetto a chi ha promosso la bocciatura il loro “piano casa” e ha difesso il piano paesaggistico, e contemporaneamente cancellare una istituzione che, attuando modo intelligente e moderno la protezione del bene comune costituito dal paesaggio, ostacola il suo saccheggio da parte dei soliti padroni. Nel caso specifico, questi ultimi sono ben rappresentati dai titolari delle lottizzazioni interrotte dal piano paesaggistico (che il “Piano casa” avrebbe voluto ripristinare), di cui parlano le cronache qui sopra.

A questa vicenda bisogna che la Sardegna, l’Italia, l’Europa e tutto il mondo civile reagiscano esprimendo la più radicale critica allo spegnimento della Conservatoria delle coste.

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