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Emilio Battisti
L'Expo sostenibile
24 Giugno 2010
Milano
Un appello del tutto ragionevole, sostenuto dai tagli finanziari alle grandi opere, ma che probabilmente cadrà in gran parte nel vuoto. Il Corriere della Sera, ed. Milano, 23 giugno 2010 (f.b.)

Non passa giorno senza che si sappia di nuovi tagli all'Expo e che il sindaco Moratti e Lucio Stanca annuncino «risparmi» anche per il nuovo masterplan presentato al Bie a maggio. Che la crisi avrebbe costretto a rifare più volte i conti dell' Expo era prevedibile e quando, più di un anno fa, pubblicammo la petizione contro «l'Expo dei padiglioni», la intitolammo «Milano Expo 2015: città sostenibile dopo la crisi».

Ritenevamo che l'Expo fosse l'occasione per avviare Milano e la Lombardia verso la sostenibilità sociale, ambientale, energetica e dei trasporti, utilizzando grandi edifici e siti già disponibili nel territorio. La crisi planetaria costituiva l'inconfutabile motivazione per ottenere dal Bie di abbandonare la formula della manifestazione luna park e proporre una Expo diffusa e sostenibile. E ciò sarebbe ancora possibile assicurandosi la partecipazione dei vari Paesi senza sprechi sia per loro che per noi.

Ormai il sito Expo ce lo dobbiamo tenere. Ma poiché il suo ruolo sarà molto ridimensionato, è necessario promuovere un fuori Expo, analogo a quello che si realizza ogni anno durante il Salone del Mobile, di cui si avvantaggino Milano e la Lombardia. Ma dato che l'Expo dura sei mesi e non sei giorni, il fuori Expo dovrà essere organizzato con tutt'altro impegno. Ci vuole una strategia per preparare il territorio alla pacifica invasione di milioni di visitatori; dovremo offrire, soprattutto ai giovani, una esperienza di vita sostenibile, consentendo loro di sperimentare concretamente come sia possibile nutrire l'umanità, salvaguardando l'ambiente, disciplinando i consumi, risparmiando energia ed evitando gli sprechi.

Il taglio dei finanziamenti non sarà il peggiore dei mali se la manifestazione sarà accompagnata da una Expo diffusa e sostenibile che estenda la partecipazione alle componenti sociali e imprenditoriali, offrendo l'occasione di far conoscere le eccellenze della Lombardia, con duraturi vantaggi anche per il turismo. Regione e Provincia di Milano dovrebbero promuovere questa componente della manifestazione con maggiore determinazione. Vedremo se Formigoni, che ha già annunciato per settembre la seconda edizione degli Stati generali dell'Expo, mobiliterà il potente apparato di cui dispone.

Come Politecnico di Milano, con il contributo della Fondazione Cariplo Area Ambiente, abbiamo avviato un progetto di Expo diffusa e sostenibile (Eds) per mettere in rete le varie iniziative che si stanno avviando da parte di soggetti sia pubblici che privati con l'obiettivo di favorire le possibili sinergie a vantaggio della qualità delle ricadute territoriali. Ma con questi chiari di luna è impensabile fare affidamento su finanziamenti pubblici. Tutte le iniziative di Expo diffusa e sostenibile dovranno essere autosufficienti, avere una reale fattibilità imprenditoriale e interpretare il tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita in tutte le sue possibili declinazioni, lasciando nel territorio una solida eredità in grado di configurare, fin da ora, l'armatura della futura metropoli sostenibile.

www.emiliobattisti.com

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