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Vittorio Emiliani
Il valzer delle statue romane dai musei a Palazzo Chigi
21 Febbraio 2009
Beni culturali
Il patrimonio culturale di tutti usato per arredare le stanze dei soliti pochi. Da l’Unità, 20 febbraio 2009 (m.p.g.)

Macché stare ad impolverarsi nei nostri musei: quadri e statue devono viaggiare e ancora viaggiare o magari traslocare per un po’ di anni. Questo è il nuovo credo dei beni culturali dettato da Silvio Berlusconi. Lui vuole a Palazzo Chigi almeno quattro statue romane ora al Museo delle Terme a Roma (riallestito pochi anni or sono), due per il suo studio – che gli sembra, onestamente, spoglio – e altre due per il palazzo dove riceve. L’ha rivelato ieri dalle pagine romane il "Corriere della Sera" e, sin qui, non ci sono state smentite. A mezza bocca si lascia trapelare che quelle quattro statue sono ora chiuse nei magazzini. Per la verità, dobbiamo dire che esse sono in una sala del bel Museo delle Terme, chiusa per mancanza di fondi, come capiterà sempre più coi tagli feroci inferti alle risorse delle Soprintendenze. Quando Palazzo Chigi chiama, come si fa a dirgli di no? Sono metodi da papa-re, questi del Cavaliere. Ma papi e cardinali investivano denari di famiglia, denari loro.

Il presidente del Consiglio ha un suo motto: "ciascuno è padrone a casa sua" e, fino a prova contraria, le sedi del governo sono casa sua. Quindi anche quella della Maddalena dove si svolgerà il G8. Lì vuole i due "totem" più noti della scultura antica: i Bronzi di Riace. E c’è subito qualche illustre archeologo pronto a dire che, sì, insomma, si può fare. Nonostante la conclamata fragilità di quei due guerrieri? Nonostante. Ma non basta: per il G8 della Maddalena Berlusconi pensa in grande, vuole stupire i potenti del pianeta e quindi i suoi uffici hanno chiesto ventiquattro pezzi forti alle Soprintendenze romane ottenendo una ricca lista di possibili opzioni per quella sorta di finta parata di capolavori.

Il predecessore di Bondi al Collegio Romano, Francesco Rutelli, aveva creato per questo una commissione di esperti che, dopo alcuni mesi di lavoro, gli ha consegnato una sorta di prontuario delle cose trasportabili e di quelle che non si possono muovere. Che fine ha fatto? In questi giorni sarebbe molto utile rispolverarlo e farsene magari scudo. Non andrà così. Quando Berlusconi vuole, l’obbedienza scatta subito. Politica di potenza che, secondo l’etruscologo Mario Torelli, porta ad "una vera e propria bulimia di militarizzazioni e di commissariamenti". In testa quella delle Soprintendenze archeologiche di Roma e di Ostia. Commissario capo l’onnipresente Guido Bertolaso, che balza dai rifiuti campani alle frane calabresi, all’archeologia romana. Sostiene che lui non vuol fare l’archeologo e che già basta "l’archeologo Marchetti". Per la verità, Luciano Marchetti, direttore generale regionale del Lazio, è ingegnere e non archeologo, quindi bastava davvero lui a verificare se nei Fori romani ci sono guasti tali da esigere interventi da protezione civile. Bastavano lui e il personale delle Soprintendenze debitamente finanziati per risolvere con piena soddisfazione – come negli anni passati – i problemi sul campo. Senza consulenti esterni (che costeranno), senza "il codazzo di accademici" denunciato da Mario Torelli. Stamattina se ne parla alla Stampa Estera dalle 11 a cura di Assotecnici. I commissariamenti sono il grimaldello per esautorare le Soprintendenze la sui autonomia tecnico-scientifica dà un gran fastidio a chi vuole comandare e avere a disposizione i capolavori che gli pare. Quando, dove e come gli pare.

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