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Silvio Ardy
Una scuola per urbanisti pubblici (1926) parte I
2 Giugno 2004
Urbanisti Urbanistica Città
Nel 1926, al Congresso Internazionale di Urbanesimo di Torino, si propone per l'Italia una scuola/associazione di "urbanisti pubblici" sul modello francese. E' il progetto contro il quale nascerà poi l'INU di Alberto Calza Bini, un progetto certo non privo di difetti, ma anche di alcuni pregi e potenzialità, che ancor oggi ha motivi di interesse, oltre gli studi storici (fb)

Silvio Ardy , Proposta di creazione di un Istituto Italiano di Urbanesimo e di Alti Studi Municipali, Congresso Internazionale dell'Urbanesimo, Torino 28 maggio 1926, IV Tema, S.A.V.I.T. Società Anonima Vercellese Industria Tipografica, MCMXXVI. Il testo integrale, con una nota introduttiva di Fabrizio Bottini

INDICE

Che cos’è l'Urbanesimo

. premessa

. i fenomeni urbanistici

. se l'Urbanesimo sia una scienza

Come lo si coltiva all'estero

. sguardo generale

. l'Union Internationale des Villes

L'urbanesimo in Italia

. enti, esposizioni, congressi

. l'Urbanesimo in Italia è soprattutto in azione

. necessità di un Ente Nazionale di coltura urbanistica

L'Istituto come scuola

. l'Istituto della Sorbona

. considerazioni

L'Istituto Italiano (nella II parte)

. i criteri informatori

. inquadramento fra gli attuali Istituti d'insegnamento superiore

Il programma

. corso comune

. sezione tecnica

. sezione amministrativa

. ordinamento della scuola

. diplomi

L'Istituto come Associazione Urbanistica (nella parte III)

. servizi generali

. servizio di consulenza

. dei Soci, del Consiglio Generale e della Presidenza

Bilancio dell'Istituto

Conclusione

Nota introduttiva

Introducendo la sua raccolta di saggi sulle origini dell’urbanistica moderna italiana, qualche anno fa Giulio Ernesti descriveva così la fine degli anni Venti: “L’architetto urbanista forzava ed esaltava il ruolo fondamentale della componente artistica, la preponderanza dei valori estetici, sino ad ipotizzare l’assorbimento dell’urbanistica nella sfera dell’architettura, a considerarla parte dell’architettura e quindi di sua specifica competenza. Era possibile così negare la necessità di istituti particolari e sostenere come sufficiente l’insegnamento che dell’urbanistica veniva impartito nelle scuole di architettura”.

”Istituti particolari”: come quello, appunto, proposto da Silvio Ardy a Torino nel 1926, avversato dal sindacato fascista architetti che vede anche e soprattutto nell’urbanistica l’occasione per una nuova visibilità sociale e potere professionale. Del resto, l’immagine pubblica degli uffici municipali non usciva benissimo dalle sfide urbanistiche dei primi anni del Novecento: la modernizzazione aveva lasciato molte profonde e indesiderate tracce nelle principali città italiane, e gli apparati tecnici e amministrativi dei Comuni (forse senza tutte le colpe), erano in qualche modo visti come i responsabili dei ritardi nell’affrontare l’emergenza. Ardy riconosce anche questi aspetti, ma vuole rilanciare ruolo e competenze dei civil servants italiani, attraverso la nuova disciplina complessa dell’Urbanismo, modellata soprattutto sul modello francese delle alte scuole amministrative.

È un approccio complesso, e per molti versi sorprendente nell’accostare competenze che per il lettore di oggi appaiono difficilmente conciliabili, ma che a ben vedere rappresentano ancora un possibile riferimento, non solo di tipo storico, per riflettere sul rapporto fra interesse pubblico, ricerca, professione, città. La figura che si afferma, come ben sappiamo, è quella dell’architetto libero professionista, legato o meno alla cultura comprensiva internazionale dei CIAM (che rappresenta per lustri pur con ovvie lacune il portato positivo di questa tendenza), e l’ipotesi di Ardy per un super-tecnico urbanista pubblico rimane in ombra, come pura testimonianza. Ha scritto Luigi Falco che questo è “il segno dell’inversione della tendenza che aveva fino ad allora visto predominare i tecnici municipali, ed è il primo segnale dell’emergere della nuova figura degli urbanisti professionisti”, divenuti poi, dal secondo dopoguerra ai nostri giorni, gli urbanisti tout court, lasciando le altre, numerose figure attive nel campo disciplinare in una posizione defilata. Resta, con tutte le eccezioni e sottolineature del caso, il valore non solo testimoniale della proposta di Ardy, che forse meglio di altri individua, se non altro, il ruolo strategico di una figura complessa, probabilmente di carattere manageriale e/o di apparato organizzativo, modernamente assimilabile ad un centro studi anziché ad uno studio/bottega professionale, in altre parole più adatto ad affrontare la complessità di quanto non si siano dimostrate, sul lungo periodo, le pur alte intuizioni e intenzioni della cultura architettonica coeva.

Non un “modello”, quindi, né un’occasione mancata, ma certo una ricca fonte di spunti di riflessione, che vale la pena di proporre integralmente al lettore di oggi, in forma comparata con altri “profili” di urbanista. (Fabrizio Bottini)

CHE COS'E' L'URBANESIMO

Premessa

Esiste in Italia, fin dal 1895, un Regio Istituto Nazionale di Archeologia, che ha il pregevole compito - e lo assolve egregiamente - di coordinare e promuovere gli studi dei gloriosi avanzi del passato, la ricerca dei ruderi di Città sepolte che testimoniano della nostra più lontana civiltà.

Non esiste ancora in Italia un Istituto che coordini e promuova gli studi per il più razionale sviluppo delle Città moderne e per il loro buon governo edile, igienico, sociale, mentre tutti i grandi e medi centri della penisola stanno seguendo un ritmo di fervido rinnovamento, prodigandosi in nuove opere grandiose che sopravanzano le antiche, e portandosi ad un altissimo livello di civiltà che può ben chiamarsi romana grandezza.

L'Istituto Italiano di Urbanesimo non è stato ancora nè attuato nè concepito, e sarà grande onore di questo Congresso avergli dato un soffio di vita.

I fenomeni urbanistici

Ma che cos'è l'Urbanesimo?

E' per esso come per il Diritto: nasce cioè con la consociazione umana. Dal momento in cui più famiglie si riuniscono nello stesso angolo della terra per procacciarsi il cibo ed aiutarsi nella difesa delle belve o dai vicini, questa forma primordiale di convivenza genera digià dei bisogni, delle aspirazioni, delle norme e consuetudini che la vita fisica impone, se anche è appena abbozzata quella morale e non è ancora nata quella intellettuale.

Così, a rigore, uno spirito primitivo di urbanesimo si sprigiona anche dal pagus, poiché a scegliere il luogo ove i nomadi si son fermati hanno contribuito la vicinanza del corso d'acqua, la posizione alta e difendibile sulla roccia, la prossimità di boschi per la caccia e per la legna, i terreni fertili da coltivare, le vie di comunicazione per qualche primo scambio di prodotti.

E' tuttavia con l' urbs che si sviluppa veramente l'arte di costruire e orientare le Città, che si ricerca il miglior terreno per la fondazione, si traccia la cerchia delle mura, si scelgono le posizioni più adatte per il tempio, il foro, il circo, le terme, il palazzo pretorio, le prigioni, si cotruiscono gli acquedotti e le cloache, si aprono le grandi vie selciate.

E quando una organizzazione sociale comincia a delinearsi, da un lato si afferma con più precise tavole il Diritto, dall'altro si sviluppa rapidamente, e per la forza stessa delle cose, l'arte urbanistica, che deve provvedere nel miglior modo a tutti i servizi - materiali, morali ed intellettuali - di cui ha bisogno la popolazione; anzitutto per non emigrare, per non ribellarsi, per non perire - interesse supremo anche dei tiranni -, in secondo luogo per prosperare nei commerci, per crescere in generazioni robuste, atte alla potenza militare, per raggiungere lo splendore delle lettere e delle arti.

Ma non mai come nella turbinosa vita della Città moderna l'arte del buon governo sociale si è dimostrata così difficile.

In una civiltà che non è mai stata così complessa, e che pertanto richiede di venir sempre più e sempre meglio ordinata, il progresso raggiunto dall'industria, dal commercio, dalle comunicazioni, da ogni ordine di scienze e di arti e dalla morale stessa, impone l'immediata inderogabile soluzione di problemi tecnici, sanitari, amministrativi, economici, sociali, che tutti attengono non solo al benessere della cittadinanza, ma alla sua stessa conservazione.

I fenomeni urbanistici giganteggiano, ed a stento li segue l'arte urbanistica, non ancora e dappertutto la scienza.

Un primo fenomeno preoccupante è quello dell'inurbamento: la grande industria svuota le campagne ed attira nuova popolazione alla Città, che non ha sempre l'attrezzatura sufficiente per riceverla.

Occorre pensare all'ampliamento dell'edilizia, su piani organici e suscettibili di ulteriore sviluppo, lasciare spazi verdi, disciplinare il sorgere febbrile degli edifizi, acquisire al demanio comunale vasti terreni per combattere il caro-terreni, commisurare la qualità delle case alla potenzialità economica dei ceti medi e popolari, promovendo la costruzione di case operaie, di città giardino, di quartieri per impiegati e professionisti; e nel contempo dettare norme per l'igiene e l'estetica di ogni tipo di abitazione. Indi occorre provvedere queste nuove zone di mercati, di scuole, di comunicazioni, di illuminazione, di tutti i servizi stradali, di uffici di polizia e di stato civile, dei servizi sanitari e di assistenza.

Un secondo fenomeno è il progresso intellettuale e morale, che impone un nuovo trattamento della Città e della Cittadinanza.

Per restare nel campo edilizio, le nuove generazioni male si alle vecchie case malsane degli antichi quartieri: sventramenti e sistemazioni nel centro medesimo della città si rendono necessari; la formazione di quartieri signorili, di quartieri d'affari, di Città degli studi diventa un canone dell'arte urbanistica. Nuovi centri cittadini vengono ricavati per decongestionare il traffico degli antichi: si abbattono gallerie, si innalzano ascensori, si gettano dei ponti, si abbattono storiche mura, si creano corsi, passeggiate e giardini.

Dal lato igienico si moltiplicano le cure per prevenire, isolare e curare le malattie contagiose, sia degli uomini che degli animali; la polizia degli alimenti richiede vigilanza oculatissima; i mercati e i macelli vengono riformati con nuovi criteri; l'eliminazione dei rifiuti domestici è oggetto di assillanti studi.

Dal lato sociale ai grandi bisogni di un'imponente popolazione si va incontro con istituti che l'autorità pubblica continuamente crea od incoraggia: dagli asili d'infanzia agli Uffici di collocamento, dal ricovero dei vecchi indigenti ai dormitori pubblici, dagli alberghi popolari ai posti di pronto soccorso, è infinita la serie dei servizi e delle provvidenze che alla Città fanno carico.

Nel campo economico sono i servizi industriali in cui essa interviene, quasi sempre direttamente, perché la loro estrema importanza per ogni ordine di cittadini le comanda di non lasciarli in balia delle private speculazioni: la fornitura del gas, dell'energia elettrica, dell'acqua, talora di importanti alimenti, come il pane, il latte, il ghiaccio, la carne congelata; il problema delle comunicazioni, i servizi di trams, di autobus, di linee metropolitane, di funicolari, di vaporetti, di vetture o automobili pubbliche; ed il problema della circolazione.

Nel campo colturale, otre ai nuovi moderni edifici delle scuole primarie, è lo studio dei bisogni ambientali, delle aspirazioni, della composizione stessa dei vari ceti cittadini che occorre compiere per sapere quali ordini di scuole secondarie, professionali, superiori creare o mantenere o sviluppare.

E tutto questo movimento, quest'azione, questo formidabile sviluppo di vita urbana devono essere regolati da un organismo centrale direttivo, il quale ha pure i suoi problemi interni da risolvere, anzitutto quelli giuridico-amministrativi, in secondo luogo quelli finanziari.

Un errore, un ritardo, un cattivo funzionamento di quest'organo possono provocare gravi sciagure, la paralisi di un dato servizio, la decadenza generale della Città: un nuovo ritrovato, un nuovo impianto, un tempestivo benefico intervento possono portare lenimento a pietose miserie, scongiurare pericoli sociali, dare un vivo impulso alla vita economica cittadina.

Se l'Urbanesimo sia una scienza

Per cui possiamo ora rispondere alla domanda che ci siamo in principio rivolti. Senza volerci avventurare in definizioni che siano modelli di docimastica, possiamo ritenere che l'Urbanesimo sia quella scienza che studia lo sviluppo edilizio, demografico e sociale delle Città ed il progresso dei servizi pubblici locali.

I due grandi pilastri su cui poggia questa scienza di avanguardia sono dunque l'edilizia e la demografia: l'urbs e la civitas.

Ma - si dirà - è veramente l'urbanesimo una scienza nuova? O, per avventura, il suo contenuto non è già quello di altre scienze?

L'obbiezione ha una parvenza di fondamento come, a ben guardare, l'ha per altre grandi correnti del pensiero umano, alle quali pure il carattere di scienza è stato giustamente riconosciuto.

La scienza urbanistica infatti si vale di tutte le atre scienze: dell'igiene come dell'economia politica, dell'ingegneria come del diritto, e vive con esse una feconda vita di relazione. Ma essa non è un semplice mosaico di altre discipline: perché le scevera, le elabora e le amalgama per armonizzarle in un tutto ispirato ad un'unica accezione: la vita urbana.

Non è dunque una fibra completamente nuova che ne forma il tessuto, ma è la colorazione che la distingue da tutte le altre. E noi di un colore nuovo da dare a questa complessa materia abbiamo veramente bisogno: sentiamo la necessità di uomini che vedano le policrome discipline sotto il colore unico del buon governo della Città: di reggitori che tutte le scienze e tutte le arti sappiano sfruttare per giungere al supremo interesse civico di avere delle cittadinanze ordinate, laboriose, sane, bene alloggiate, favorite di ogni mezzo per il loro benessere, sì da farne meravigliosi perfetti strumenti per le sempre crescenti fortune della Patria.

COME LO SI COLTIVA ALL'ESTERO

Sguardo generale

Non possiamo affermare che in tutti gli altri Paesi l'arte urbanistica sia già divenuta una scienza. Riconosciamo questo merito soltanto alla Francia, perché essa ha creato l'unico Istituto di alta coltura urbanistica - di cui avremo occasione di parlare largamente - non accontentandosi dell'Associazione Urbanistica. Questa Associazione però esiste in quasi tutti i più importanti Stati e si può dire manchi solo da noi.

Ora, se un'Associazione non può svolgere ancora un'opera didattica diretta, essa serve mirabilmente però a quegli scambi intellettuali fra gli studiosi ed a quell'azione viva nella pubblica opinione che a poco per volta preparano il nascere della scienza.

Non deve certo stupire se la Germania, la Francia, l'Inghilterra, gli Stati Uniti hanno affrontato prima di noi le spinose questioni che sono imposte dai grandi agglomerati urbani. Berlino e Parigi hanno ciascuna 4 milioni di abitanti, Londra ne ha 7 e New York ne ha quasi 8, mentre la nostra città più popolosa non arriva al milione: la creazione di grandi sobborghi, di Città satelliti o Città giardino è stata dunque per esse uno sbocco inderogabile.

Oltre a ciò, nei Paesi della grande industria le Città sorgono rapidamente e quasi per generazione spontanea attorno alle caminiere delle fabbriche, e l'applicazione dei postulati urbanistici ha luogo sotto la spinta della necessità. Da noi vi sono rarissimi esempi di Città affatto nuove: Messina che va ricostruendosi dopo il terremoto, le cittadine delle Terre Liberate, la Città dell'Aniene, Ostia, Mussolinia.

Comunque bisogna apertamente riconoscere che l'attività urbanistica è all'estero assai più sviluppata.

In tutti i campi si tengono Esposizioni e Congressi, il più delle volte internazionali.

Per l'anteguerra, senza risalire alle particolari mostre del Muncipio di Parigi nelle Esposizioni del 1889 e del 1900, occorre ricordare le Esposizioni dello «Städte Bau» di Dresda (1903), di Berlino (1910), di Düsseldorf (1912), quella di «Town Planning» a Londra (1910), accompagnata da una importante Conferenza e seguita nel 1911 da una manifestazione di carattere permanente, la «Cities and Town Planning Exhibition» presentata a Londra, Edimburgo, Dublino e Belfast.

Ed ancora a Düsseldorf, nel 1922, aveva luogo una interessante Esposizione dei piani regolatori.

Del dopoguerra basti ricordare per l'igiene l'Esposizione ed il Congresso di Strasburgo del 1923, organizzati da quell'«Institut d'Hygiène et de Bactériologie» per il centenario di Pasteur, in cui fu ampiamente trattata, fra l'altro, la questione delle spazzature domestiche; e la imminente Conferenza-Esposizione di Vienna per trattare dei problemi dell'abitazione e dell'ordinamento edilizio; conferenza che tien luogo alle precedenti del 1913 (Parigi), 1914 (Londra), 1919 (Bruxelles), 1920 (Londra), 1922 (Parigi), 1923 (Gothenbourg), 1924 (Amsterdam), e 1925 (New York), tutte organizzate da quella «Federation Internationale de l'Amenagement des Villes, des Campagnes et des Cités-Jardins», che raggruppa l'analoga «Association Française», la «Societé des Urbanistes Belges», la «Stadtsingeniörkkontoret di Göteberg, la «International Federation for Town and Country Planning and Garden Cities» di Londra, ed altre consimili.

Vienna, del resto, passa per una delle grandi capitali meglio ordinate, ed il suo piano regolatore è stato testè adottato dalla Città di gerusalemme per il suo ulteriore sviluppo.

Dal canto suo l'Unione delle Città Polacche, che già nel 1925 ha tenuto una Mostra a Posen, ha organizzato per Maggio e Giugno - contemporaneamente cioè alla Mostra di Torino che ci ospita - una analoga Esposizione Edilizia.

Un'altra Esposizione di Attività Municipale - sulla falsariga di quella di Vercelli del 1924, che le ha fornito tutti gli elementi - si sta preparando a Bukarest.

Anche nei piccoli Stati nordici del resto, come la Svezia, la Norvegia, la Danimarca, la Finlandia, gli studi urbanistici sono assai in onore, e corrispondono al senso d'ordine, alla cura dell'igiene, al benessere economico, alle minori preoccupazioni politiche di quei popoli.

Una visita d'istruzione potè essere, nel 1921, effettuata con profitto dai più autorevoli membri e Funzionari del Consiglio Municipale di Parigi alla Città di Stoccolma, per rendersi conto di quei servizi amministrativi, sanitari, scolastici, edilizi e di beneficienza.

L'Union Internationale des Villes

Ma, fra tutti gli Enti urbanistici stranieri, merita di essere maggiormente illustrata per la sua attività ed importanza l'«Union Internationale des Villes et Communes», che ha sede a Bruxelles, ed alla quale l'Italia ha in questi ultimi anni aderito.

Essa, contando nelle sue file quasi tutte le Unioni Nazionali d'Europa, oltre ad alcune del Nord America e ad una quantità di Città isolate, ed essendo in relazione con le Unioni Nazionali degli altri continenti, rappresenta il più grande sforzo per il coordinamento ed il progresso dell'attività comunale nel mondo.

Delle Unioni affigliate sono fra le più salde quelle della Francia, dell'Italia, del Belgio, dell'Olanda, della Polonia, della Svizzera, della Finlandia, della Svezia, della Norvegia, della Rumenia, della Cecoslovacchia, del Canadà: ma essa sta per guadagnare anche quelle dell'Inghilterra, della Germania, degli Stati Uniti, del Giappone.

L'Union persegue i suoi scopi anzitutto con le «Tablettes documentaires», indicazioni periodiche e sistematiche di studi urbanistici generali o particolari e di opere, che essa pubblica nella sua rivista «Les Sciences Administratives»; in secondo luogo, coi suoi Congressi.

Importantissimi sono stati i tre Congressi sinora riuniti.

Il primo, quello di Gand del 1913, ha, secondo noi, gettato veramente le basi dell'urbanesimo. Esso era diviso in due Sezioni: «L'arte di costruire le Città» e «L'organizzazione della vita comunale», ed era accompagnato da una esposizione documentaria.

Vi parteciparono 161 Città di tutti gli Stati, fra cui 5 italiane: Roma, Napoli, Torino, Firenze, Vercelli; e 50 Associazioni, fra cui 3 italiane: l'Unione Statistica delle Città Italiane (Firenze), l'Istituto per le Case Popolari ed Economiche di Milano e la Società Umanitaria, pure di Milano.

Nella prima Sezione furono presentate e discusse 30 Relazioni, di cui nessuna italiana; nella seconda 33, di cui una italiana: quella del Prof. Ugo Giusti per l'Unione Statistica.

Dopo la lunga parentesi della guerra, la serie dei Congressi fu ripresa, e si tenne il 2° ad Amsterdam nel 1924. Assai meno importante del primo, vi parteciparono 75 Città; fra cui solo Milano, delle italiane, mandò i suoi rappresentanti: e vi fu discussa in modo particolare la questione dell'organizzazione dei rapporti fra le Città di tutto il monda attraverso le loro Unioni Nazionali e dello sviluppo delle reciproche informazioni; nonché quella della collaborazione dei Municipi all'opera dei grandi organismi internazionali, specie in materia d'igiene, di sanità e di provvidenza sociali.

Il 3° Congresso, imponentissimo, ebbe luogo a Parigi nel 1925 e raccolse 700 delegati, rappresentanti 35 Stati e 300 Città, di cui 25 Capitali. La partecipazione italiana fu notevole. Oltre all'Associazione dei Comuni Italiani, che l'aveva organizzata, ed all'Unione Statistica, presenziarono il Congresso i rappresentanti di Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Perugia, Alessandria, Vercelli e del Comitato della Mostra Italiana di Attività Municipale.

I temi, per il cui svolgimento furono presentate relazioni italiane che apparvero fra le migliori, furono cinque, di cui due di carattere organizzativo, e gli altri tre a carattere veramente urbanistico: «Il regime municipale nei diversi paesi», «La politica fondiaria dei Comuni e la sua influenza sul problema dell’abitazione» e «Le grandi agglomerazioni urbane».

L'URBANESIMO IN ITALIA

Enti, Esposizioni e Congressi

Esiste in Italia una scienza dell'Urbanesimo?

Rispondiamo: esistono degli studiosi. Dall'archivista che ricostruisce le linee perimetrali della sua città nei secoli, all'amministratore tecnico che studia appassionatamente la miglior direzione di un piano di ampliamento; dal privato benefattore che si dedica alla creazione di un suo grande Asilo Modello, al demografo che indaga la composizione di un particolare strato sociale; dall'Ingegnere Municipale che cerca la soluzione di aspre difficoltà per una nuova rete di fognatura nel suo Comune, al funzionario cui è stato confidato l'impianto di un moderno ufficio del Lavoro e di Previdenza, tutti studiano isolatamente una parte specifica della scienza urbanistica a un dato effetto locale, superando con encomiabili sforzi le difficoltà che offre la mancanza di una vera scienza; pochi tessono, olteché per sè, per gli altri in un determinato campo; nessuno raccoglie, coordina queste membra sparse - economiche, amministrative, tecniche, sociali - in una grande teoria urbanistica, che deve pur formare il substrato necessario per lo studio del buon governo delle Città, il terreno di coltura per lo sviluppo di queste stesse particolari discipline.

E' dalla sintesi che scaturisce più ordinata, più efficace, più vitale l'analisi; è di armonia che vivono non solo gli uomini e le cose, ma tutte le creazioni intellettuali e scientifiche.

Soltanto la vita primordiale è individuale: la vita civile è collettiva, si basa sulla organizzazione e sullo scambio.

Ora, in Italia non esiste ancora nè un Istituto, nè un'Associazione Urbanistica.

Qual è dunque lo stato attuale dell'Urbanesimo nel nostro paese?

L'Associazione dei Comuni Italiani, la Confederazione degli Enti Autarchici, l'Unione Statistica delle Città Italiane si occupano in parte di urbanesimo, pubblicando pregevoli Riviste e Bollettini propri, indicendo Congressi, partecipando a quelli internazionali.

L'ultimo convegno nazionale dell'Unione Statistica, tenutosi a Roma nel Marzo 1925, ebbe ad esempio per temi: Gli Atti dello Stato Civile - L'ordinamento degli Uffici Municipali di Statistica - Numeri indici del costo della vita - Sviluppo della Statistica Municipale.

Il Segretario dell'Unione Statistica, Prof.Giusti, ed il Segretario dell'Associazione dei Comuni, Dottor Verratti, hanno pubblicato recentemente una apprezzatissima, coscienziosa «Indagine sulle acque potabili nei Comuni del Regno». Recente e istruttivo è pure il loro studio dell'anno scorso sui Bilanci dei principali Comuni italiani.

Una manifestazione squisitamente urbanistica e completa in ogni sua parte fu la I° Mostra Italiana di Attività Municipale, tenuta in Vercelli nel 1924 (imitata poi da quella Polacca del 1925 e da quella Rumena del 1926) alla quale concorsero tutte le principali Città Italiane con la dimostrazione dei loro servizi, e che sollevò tanto entusiasmo fra gli Amministratori, i Funzionari, gli studiosi ed il gran pubblico stesso, da far nascere l'idea di ripeterla a base internazionale.

L'idea fu accolta dall'Union Internationale des Villes, e la nuova grandiosa manifestazione, assicurata dall'Italia, sta preparandosi a sorgere.

In occasione della Mostra 1924 furono tenuti a Vercelli i Congressi Nazionali degli Amministratori Tecnici ed Ingegneri Municipali, dei dirigenti delle Aziende Municipalizzate, del Dazio e dello Stato Civile.

Ottima la partecipazione italiana al già citato Congresso dell'Union Internationale des Villes, tenutosi a Parigi nel Settembre 1925: sia per il numero di delegati, sia per la presentazione degli elaborati sui diversi temi, che nel complesso superarono per organicità e per importanza quasi tutti quelli delle altre Nazioni. Uno dei temi, forse il più importante, «Il regime municipale nei diversi Paesi» era stato anzi proposto dagli italiani alla Conferenza preparatoria di Basilea, e cura dell'Avvocato Molinari e del Dott. Verratti ne era stato il questionario: degli stessi fu la relazione.

Sul tema «La politica fondiaria dei Comuni e la sua influenza sul problema delle abitazioni» chiara e lodevole fu la relazione dell'Avv. Testa di Roma; ed in fatto di piani regolatori eccellente impressione suscitò quella dell'Ing. Chiodi «Come viene impostato dalla Città di Milano lo studio del suo nuovo piano di ampliamento» con opportuni riferimenti a Parigi, a Vienna, a Bruxelles.

Così sul tema «Le grandi agglomerazioni urbane» la miglior relazione fu indubbiamente quella italiana, presentata da Municipio di Milano e stesa dall'Avv. Visconti.

Altri Congressi e Mostre su argomenti particolari di interesse urbanistico non sono mancati in Italia: basti accennare alla riuscitissima Mostra Didattica di Firenze (1925), alla Mostra Internazionale della Strada ed al V° Congresso Internazionale della Strada che si terranno a Milano nel prossimo Settembre: basta guardarci attorno, in questa magnifica II° Mostra Internazionale di Edilizia, che ci ospita, e ricordare il gruppo di Congressi che l'accompagnano e la illustrano, di cui specialmente quelli dell'Edilizia e dell'Igiene hanno col nostro maggiori affinità.

Qui a Torino sta poi felicemente sorgendo, per iniziativa della Confederazione Nazionale Inquilini, un Istituto che potrà avere un grande avvenire e grandi benemerenze: l'Ente Nazionale delle Città giardino, che si propone di svolgere la propria attività in ogni città d'Italia.

E' quasi superfluo infine accennare alla veramente gloriosa «Associazione Italiana per l'Igiene» che con tutti i suoi mezzi ha saputo acquistarsi titoli alla riconoscenza degli italiani, e gli igienisti raduna ogni anno a Congresso.

Non abbiamo inteso con questo di dare un quadro completo, ma soltanto un saggio delle più recenti manifestazioni collettive che attengono all'urbanesimo in Italia.

Impossibile dare anche un sommario elenco della letteratura urbanistica, che tratta di svariatissimi oggetti. Ma, a dimostrazione dell'importanza assunta anche da noi dagli studi delle singole discipline, accenniamo alle più importanti Riviste Tecniche, sanitarie ed amministrative.

Riviste e Bollettini Municipali - Sono fra i più ricchi e portano il più cospicuo contributo all'arte urbanistica, illustrando con genialità di esposizione e spesso con suggestivo senso d'arte le iniziative, i progetti, le realizzazioni delle rispettive Città, e presentando pure periodiche minutissime statistiche mensili della vita municipale:

- Capitolium, Rassegna di Attività Municipale del Governatorato di Roma - Città di Milano - Rivista della Città di Venezia - Il Comune di Genova - Bollettino del Comune di Napoli - Bollettino dell'Ufficio del Lavoro e della Statistica della Città di Torino - Il Comune di Bologna - Il Comune della Spezia - Il Comune di Ravenna - La Città di Brescia, etc.

Sono pure assai interessanti, specie dal punto di vista statistico:

- Bollettino Statistico del Comune di Firenze - Bollettino Statistico del Comune di Trento - Bollettino dell'Ufficio del Lavoro e della Statistica del Comune di Trieste - Bollettino Demografico del Comune di Foggia - Bollettino Statistico del Comune di Padova - Bollettino di Cronaca amministrativa e di Statistica del Comune di Verona - e pubblicazioni analoghe di Como, Varese, Cremona, Alessandria, etc.

Riviste Tecniche:

- Ingegneria, Organo della Associazione Nazionale Ingegneri e Architetti Italiani - Monitore Tecnico - La Casa - Le Strade - L'Architettura Italiana - I Lavori Pubblici - Giornale di Biliografia Tecnica Internazionale, etc.

Riviste d'Igiene:

- L'Igiene Moderna - L'Italia Sanitaria - Il Progresso Sociale del Mezzogiorno - Annali d'Igiene - Il Policlinico - La salute e l'igiene nelle famiglie - L'Igiene d'oggi - L'igiene e la vita.

Riviste Amministrative:

- Il Corriere dei Comuni - Il Rinnovamento Amministrativo - La Rivista degli Enti Locali - Il Comune Italiano - La Rivista dei Comuni d'Italia - L'Autonomia Comunale - L'Amministrazione Locale - Rivista Amministrativa Piemontese - Il Funzionario Comunale - Lo Stato Civile Italiano - Annuario Statistico Italiano.

- Rivista di Finanza moderna - Rivista di Amministrazione e Finanza - Rassegna Tributaria - Rivista Italiana di Ragioneria - Rivista di Amministrazione e Ragioneria.

- Manuale Astengo - Rivista Amministrativa del regno - Il Foro Amministrativo - La Giustizia Tributaria.

- Rassegna della Previdenza Sociale - La Croce Verde, etc.

L'urbanesimo in Italia è soprattutto azione

E' detto in una pubblicazione dell'Istituto d'Urbanesimo francese che in Francia le applicazioni della scienza urbanistica sono singolarmente in ritardo sulla scienza stessa.

Il contrario accade in Italia, dove l'arte urbanistica è largamente applicata, mentre ancora non si può dire che esista la scienza.

E veramente meraviglioso è il risveglio edilizio e sociale delle nostre belle Città italiane, degno non soltanto di un grande popolo che cresce di mezzo milione all'anno, ma dell'avvenire imperiale, nel senso più squisitamente morale, cui si va rapidamente preparando.

Fuse da un cinquantennio nell'unità nazionale dal Risorgimento, esse avevano perduto un poco della loro magnifica individualità, che fu la ragione prima della loro storia, non soltanto politica, ma intellettuale; mentre il commercio e l'industria progredivano, mentre l'agricoltura si perfezionava, sopita sembrava, per gli inciampi degli organismi centrali e per le difficoltà finanziarie medesime in cui si dibattevano esse e lo Stato, la loro attività edilizia ed urbanistica.

Ma oggi, in questa splendida ripresa di tutti i valori nazionali, cui gli altri popoli assistono ormai con chiara ammirazione, è lo Stato medesimo che le incita a valersi dei risanati bilanci: è la madre che tende ancora la mano ai suoi figli, perché, non paga di aver assicurata loro la vita di ogni giorno col tranquillo lavoro, vuole ch'essi si elevino a nuovo civile splendore.

E allora vediamo lo stesso Capo del Governo, dopo avere innalzato l'Urbe immortale alle sue vere funzioni ed alla sua vera degnità di Capitale, tracciare al Governatore, nell'atto di insediarlo, le linee della formidabile rinascita, perché Roma, centro di attrazione universale, ritorni faro di nuovissima civiltà e ritrovi il suo fulgido cammino.

E non soltanto la grandiosità dell'impresa, ma la sua stessa rapidità dovrà ricordare la maniera romana.

Molto si era fatto già in tre anni, dal 1923 al 1925, per togliere la Capitale ad uno stato di disagio di cui tutte le Amministrazioni si erano sempre invano lagnate col Governo.

Ora, in cinque anni si dovrà svolgere per Roma questo imponente programma:

1. - Opere destinate a risolvere contemporaneamente problemi della circolazione nell'interno della città e problemi di assetto edilizio.

2. - Opere destinate a promuovere lo sviluppo delle costruzioni per nuove case secondo determinati criteri di agevolazione a favore di gruppi produttori:

a) Inizio del quartiere dell'Artigianato.

3. - Opere destinate ad assicurare un assetto decoroso ad alcuni istituti di cultura:

a) Completamento degli edifici dell'Università.

b) Sede dell'Accademia di Belle Arti, della Scuola Superiore di Architettura e del pensionato artistico.

c) Nuovo palazzo per le esposizioni a Valle Giulia.

4. - Opere destinate a promuovere la liberazione di antichi monumenti e l'assetto di alcune zone di grande interesse archeologico:

a) Liberazione del Teatro Marcello.

b) Assetto del Foro Olitorio e della Piazza della Bocca della Verità.

c) Primi lavori di liberazione dell'area del Circo Massimo.

d) Sistemazione della regione della Via Appia Antica.

Milano, dalla tenace volontà realizzatrice, si è costituita un formidabile programma di opere pubbliche per 700 milioni, da svolgersi pure in cinque anni:

Nuove case popolari per 50 milioni; case per i dipendenti comunali; pavimentazione di strade, quali in granito e quali in asfalto; costruzione di nuove strade, acquisto di altri 12 potenti compressori, sviluppo della fognatura, per un complesso di 100 milioni; esecuzione del piano regolatore con larghi espropri e sistemazione di interi quartieri al centro; completamento della Città degli studi.

Dieci nuovi impianti di sollevamento dell'acqua potabile, di cui quattro pressoché ultimati in Città e sei per servire gli 11 Comuni recentemente aggregati, con una spesa di 12 milioni; nuovo macello, costruzione del tubercolosario; nuovo Palazzo degli Uffici municipali; nuovo Palazzo di Giustizia; nuovo Osservatorio Astronomico; Palazzo degli Archivi; Museo Industriale; Galleria d'Arte moderna.

Quanto al problema delle comunicazioni, che nella metropoli lombarda investe enorme importanza, non solo continuano i lavori della nuova Stazione centrale ferroviaria, ma si pensa a nuovi scali merci ed a nuove linee alla periferia.

Anche il servizio tramviario sta per ricevere un potente impulso con nuove linee di autobus elettrici od a benzina, nuove linee tramviarie, di cui una di circonvallazione più eccentrica dell'attuale, e la riforma del materiale con vetture a grande capacità ed a quattro motori.

Nè per attuare questo suo gruppo di moderne iniziative Milano ha creduto di disfarsi, come qualcuno proponeva, di qualche suo importantissimo servizio industriale municipalizzato; ma ha scelto la via del prestito, giustamente confidando per l'ammortamento nelle sue ricche risorse contributive.

Segnaliamo poi, fra i numerosissimi provvedimenti di ordine urbanistico del Municipio di Milano che è impossibile elencare, il particolare studio del problema della circolazione, ch'essa ha cercato anche di volgarizzare con una Mostra e con proiezioni cinematografiche, e l'istituzione di un servizio di ordinamento professionale per limitare il numero degli spostati.

Napoli sta risolvendo coraggiosamente i suoi leggendari problemi che formarono sempre la base di vane promesse politiche in materia di larga platonica letteratura.

In attesa di portare a termine il piano regolatore con un finanziamento di 80 milioni, l'Amministrazione ne ha disposto lo stralcio per alcune zone, per aprire nuove vie e valorizzare larghi territori vicini al centro. I progetti per il Rione Arenella (24 milioni), il Rione Materdei (5 milioni), la nuova via Ponti Rossi Capodichino (2 milioni), la nuova via Posillipo Alta Moggia Canzanella (1 milione e mezzo), e la nuova via Piazza Arenella-Due Porte (1 milione), sono approvati; due tronchi della nuova via Posillipo Alto (6 milioni) sono in corso. Si pensa pure all'ampliamento della fognatura (12 milioni).

Per le Case popolari si sono ottenute a mutuo 60 milioni.

Per l'edilizia scolastica occorre notare che per 40.000 sui 50.000 alunni di Napoli il Comune, in mancanza di fabbricati proprii, affittava case private e inadatte. Ora per 10.000 alunni sono in corso di costruzione moderni edifici scolastici; per gli altri 30.000 si stanno progettando, con una spesa di 50 milioni; e ciò varrà anche a mitigare la crisi degli alloggi, poiché le case private saranno restituite all'uso di abitazione.

Per ingrandire il suo territorio, Napoli dal 1918 sta provvedendo anch'essa alle necessarie aggregazioni dei piccoli Comuni contermini.

Sta inoltre per iniziare la nuova grande via litoranea da ovest ad est (4 milioni) per decongestionare il traffico di Piazza Municipio, Via S.Carlo, Piazza S.Ferdinando, Piazza Plebiscito e Via Cesario Console.

Genova, che troppo ristretta nel suo vecchio territorio si è testè annessa 19 Comuni contermini, portando la sua popolazione a quasi 600.000 abitanti, sta febbrilmente adattandosi al nuovo posto che le viene a spettare fra le Città italiane.

Il fervore delle opere pubbliche, dei risanamenti, delle demolizioni di colline, delle grandi passeggiate a mare, è per Genova una tradizione; da quando, trent'anni fa, si spianava l'antica Via Giulia per farne la moderna Via XX Settembre, sino a pochi anni or sono, quando si apriva la superba strada del Lido.

Ma ora essa deve pensare agli accresciuti bisogni proprii e dei Comuni aggregati, qualcuno dei quali, come Sampierdarena, costituisce un centro demografico di 50.000 abitanti, e tutti sono saturi di vita industriale e svolgono una intensissima attività economica.

Il piano regolatore, uno dei più difficili per la varietà delle zone, per le pendenze, per l'angustia della lingua di terra ove si stringe Genova vecchia, fra le colline e il mare, procede tuttavia in vari punti, come nella zona di Albaro; si studia l'allargamento della Via Carlo Felice, nel cuore della Città, e si progetta una strada di allacciamento fra la Stazione Principe e la Via Milano, preventivata in 3 milioni.

La fognatura segue le fabbricazioni delle nuove zone. Si sta costruendo la grande diga dell'acquedotto di Val Noci, il quale costerà 30 milioni. Per le case popolari e relative strade si lavora già per 50 milioni. Nuove strade sono continuamente necessarie per seguire le costruzioni incessanti, che ormai hanno raggiunto quasi il culmine delle colline: 4 milioni costa soltanto la Via Napoli, che si svolge sulle alture; 15 milioni costeranno le due nuove gallerie fra le Piazze Corridoni e Corvetto.

Si progettano per 2 milioni gli edifici per i servizi generali, l'autorimessa e il piano caricatore della nettezza urbana.

Procede la costruzione del grandioso Ospedale di S.Martino, i cui due ultimi padiglioni sono costati oltre 2 milioni.

Le scuole di ogni ordine - che per Genova costituiscono un giusto titolo di orgoglio - vennero accresciute dal 1922 ad oggi di 5 caseggiati, del costo di 10 milioni, arditamente superandosi gravi difficoltà per le fondazioni su terreno a forte pendenza. Altre due scuole sono in progetto, e più di 3 milioni il Municipio ha speso per collocare la R.Scuola di Ingegneria Navale nel bel palazzo Cambiasio di Albaro.

In Piazza di Francia infine si sta progettando, col Monumento ai Caduti, un grande Palazzo dell'Arte e dello Sport della grande Genova.

Quanto alle comunicazioni, v'ha in progetto, oltre ad un'autorimessa per gli autobus, (2 milioni), la costruzione della Metropolitana, da Sampierdarena a Quarto dei Mille, preventivata in 150 milioni.

Torino, che veramente conserva tutta la sue regalità, grande centro intellettuale e industriale, tranquillo e operoso, sta procurando nuova copia di energia alle sue fabbriche mercè la grandiosa derivazione del torrente Orco, da cui ricaverà 150 milioni di Kwo, con una spesa di 100 milioni di lire. E nuovi impianti termici di riserva sta apprestando per la propria azienda Elettrica Municipale.

L'aumento di materiale mobile e nuovi depositi per l'Azienda Tramviaria (5 milioni), la sottostazione per l'alimentazione della rete tramviaria (5 milioni), l'aumento di potenzialità dell'Acquedotto, la costruzione del pontone fisso lungo il Po per la linea aerea con Trieste, nuovi Lavatoi pubblici, nuove scuole (13 milioni), il nuovo Archivio di Stato (2 milioni e mezzo), i nuovi impianti ai mercati (1 milione), fanno parte del grandioso programma.

L'acquisto di nuove autoinnaffiatrici, nuovi pozzetti raccoglitori delle spazzature, nuove pavimentazioni in asfalto o in congelamento bituminoso nelle strade cittadine; l'allargamento di Via Roma ed il risanamento dei fabbricati laterali, la sistemazione di nuove vie e nuovi cavalcavia ferroviari; nuovo ponti sul Po e sulla Stura; nuovi canali di fognatura bianca e nera (circa 5 milioni all'anno), la deviazione di altri (2 milioni e mezzo), l'Asilo infantile modello, le «Scuole Materne», il nuovo Ospedale e le nuove Cliniche Universitarie (52 milioni di cui 23 del Comune), il nuovo Mattatoio (45 milioni), l'edificio della Colonia Marina a Loano (3 milioni), le Case Popolari: 4000 locali, il progetto della Città giardino, costituiscono altrettante iniziative che tornano di alto onore alla bella Città subalpina, come la lotta contro l'accattonaggio ed altri importanti provvedimenti sociali.

Anche per Palermo è recentemente venuto, nonché l'indicazione, l'aiuto del Governo, che nel suo programma di resurrezione del Mezzogiorno ha voluto comprendere fra le prime la grande Città siciliana, facendole concedere dal Consorzio di Credito per le opere pubbliche un mutuo garantito dallo Stato di 300 milioni per opere di miglioramento igienico-sanitario, ed assegnandole 11 anni di tempo per eseguirle.

Ed ecco l'elenco dei lavori che verranno compiuti:

Ricostruzione e sistemazione di strade (35 milioni); Risanamento dell'abitato e piano regolatore (105 milioni); Case ultrapopolari (28 milioni); ricostruzione dell'antica fognatura della Città e costruzione della nuova nei nuovi rioni (47 milioni); Nuovo Macello (12 milioni); Sistemazione del Lazzaretto e dello Stabilimento di Disinfezioni (3 milioni e mezzo); Bagni popolari (3 milioni e mezzo); Nuovi edifici scolastici (35 milioni); Nuovi edifici per servizi sanitari municipali (4 milioni); Istituti scientifici e cliniche (27 milioni).

Bologna pure ha nel suo immediato programma di rinnovamento cittadino:

Il completamento delle opere relative al vecchio piano regolatore e di ampliamento, e lo studio del nuovo piano di ampliamento per la zona collinosa in cui la Città va espandendosi; l'esecuzione di una razionale rete di fognatura, l'assetto definitivo degli Istituti Superiori e delle cliniche, e l'esecuzione di tutte le opere stradali ed edilizie inerenti, nuove Scuole Professionali, nuove Scuole Elementari, Scuole all'aperto e Colonie scolastiche per i fanciulli gracili.

Ed ancora:

L'ampliamento della rete tramviaria, l'aumento della portata dell'acquedotto del Setta (in corso di esecuzione) ed il coordinamento dei diversi acquedotti cittadini, la trasformazione dell'illuminazione cittadina a gas in elettrica, il nuovo aerodromo e la nuova Piazza d'Armi, le nuove caserme alla periferia, il nuovo Cimitero.

Venezia, regina dell'Adriatico, non dorme sugli allori della sua storia.

In condizioni naturalmente assai difficili per il disimpegno in forma moderna dei più vitali servizi, essa ha cercato e cerca di superare ogni ostacolo, provvedendo anzi all'impianto di nuovi servizi nelle isole di Burano, Murano e Pellestrina che si è recentemente annesse.

Il maggior titolo d'onore per Venezia in questo periodo è certamente la colossale opera di formazione della Zona Industriale, del Quartiere Urbano e del Porto Commerciale Marghera, in cui sono stati investiti circa 500 milioni, per ricavare, la posto di una regione malarica, saldi terreni e profondi canali, innalzarvi numerosi ed importanti stabilimenti industriali e dare vita ad una vera Città nuova e moderna. Trasformazione che fa onore, otreché a Venezia, all'ingegno ed all'iniziativa italiani.

Degna di nota è pure la politica edilizia del Comune, che, oltre a concedere premi di costruzione, ha acquistato la Piazza d'Armi per erigervi case, e si prepara a fabbricare i vasti terreni che possiede al Lido. Ed al nuovo quartiere di Sant'Elena stanno sorgendo 3800 nuovi locali per cura dell'Istituto Autonomo delle Case Popolari.

Abbiamo inteso sinora dare soltanto degli esempi della formidabile attività urbanistica delle principali Città italiane che sono alla testa della vita nazionale. Ne daremo ora pochi altri di Città minori, scelti nelle più varie regioni d'Italia, ed anche qui non per formare un elenco, ma per dare un'idea dello sviluppo urbanistico dei medi e piccoli centri.

Alessandria ha trovato nella munificienza di un suo cittadino, l'illustre Senatore Borsalino, la soluzione di due gravissimi problemi che si erano ormai fatti indilazionabili: l'acquedotto già in corso, che costerà 4 milioni, e la fognatura, di prossimo inizio, che ne costerà 8. Sta provvedendo poi alla costruzione del nuovo macello e di un mercato coperto, per 5 milioni.

Verona ha compiuto la sistemazione del suo Castelvecchio, adattandolo a Museo, a Pinacoteca e a Casa della Musica. Ma essa sta creando anche una superba Passeggiata ai Colli, sul tipo del famoso Viale di Firenze.

Trento vuole rinnovare con sistemi moderni la sua rete di fognatura (20 milioni), ha in corso di approvazione il piano regolatore, che già applica alla periferia; sta costruendo il nuovo tronco della strada per l'altipiano di Lavarone, con ponti e viadotti; costruirà un nuovo edificio scolastico al Fersina (4 milioni) ed un Foro Boario. Ha in costruzione un nuovo gruppo di case economiche per 8 milioni.

Di Parma basta ricordare il grandioso lavoro della fognatura, già in corso, ed il quartiere giardino per impiegati ed operai.

Lucca ha compiuto il suo nuovo Acquedotto Urbano (10 milioni) ed ha in costruzione la fognatura dinamica per le acque nere a tipo separatore (3 milioni e mezzo). Ha pressoché ultimati lo Stabilimento dei Bagni Popolari, l'ampliamento del Cimitero Urbano (1 milione mezzo) e gruppi di case popolari (5 milioni).

Ha inoltre in progetto un piano di sistemazione del centro cittadino, con galleria centrale (6 milioni), un piano di ampliamento fuori delle antiche mura (5 milioni), Edifizi scolastici (3 milioni), lavori stradali e impianti di illuminazione (2 milioni), ed il Palazzo delle Poste e Telegrafi (2 milioni e mezzo).

Vicenza ha costruita nell'ex Piazza d'Armi 8 nuove Case Popolari, ed altre per 3 milioni ne costruirà presso Porta Nuova e San Rosso. Altre case per gli impiegati sorgeranno presto. Ha Provveduto e sta provvedendo alla sistemazione edilizia del suo centro cittadino e di altre zone, creando nuove strade e quartieri di villini, e studiando il piano di ampliamento. Ha restaurato la «Casa della Scuola» e nuovi edifici scolastici.

Progetta un nuovo Mercato coperto, con annessi magazzini e abitazioni, nuove strade, una Borsa Merci, un Campo di atterraggio, un Campo Sportivo ed il nuovo Cimitero. Sta studiando infine la sua fognatura, da eseguirsi per zone.

Treviso ha trasformato il suo impianto di illuminazione a gas in elettrico, ha municipalizzato il servizio del gas, ha in corso l'esecuzione dell'acquedotto (4 milioni), sta pensando alla Città-giardino sull'area dell'ex Raffineria, all'apertura di un nuovo pubblico Giardino all'ex Ciclodromo; ha costruito case operaie anche a S.Angelo e nuovi padiglioni per i Cronici.

Savona ha in progetto Case Popolari per 8 milioni.

Casale sta sistemando la strada di circonvallazione con selciati e rotaie in granito (2 milioni).

Vercelli ha in corso i progetti del nuovo piano regolatore, dello sventramento del quartiere del Carmine, della fognatura, dell'arginatura del Sesia, di nuove Scuole; ha costruito e sta costruendo Case Popolari, sta rimodernando il suo Macello, ha acquistato materiale modernissimo per l'estinzione degli incendi e per l'innaffiatura delle strade.

Asti ha eretto un nuovo Mercato coperto ed un nuovo edificio scolastico, provvede al piano regolatore e di ampliamento della zona Sbocchi Nord, e sistema le sue strade.

Busto Arsizio, fra le più progredite cittadine industriali che fanno corona a Milano, sta provvedendo al miglioramento di tutti i suoi servizi, che è impossibile enumerare. Citiamo soltanto i nuovi Caseggiati scolastici, le Colonie Alpine e Marine, il nuovo Palazzo della Corte di Assise, l'allargamento del Cimitero, la nuovo arteria per la Stazione Ferroviaria, ecc.

Ed a titolo di onore segnaliamo le opere pubbliche in corso in una sola cittadina del Mezzogiorno, Molfetta: Fognatura (5 milioni), Risanamento della Città vecchia (2 milioni), nuovo Macello (2 milioni), nuovo Palazzo di Città (2 milioni), nuovo quartiere popolare (4 milioni), Piazzale della Stazione (1 milione).

Il Mezzogiorno, del resto, ha trovato la sua ora, ed è in pieno risorgimento. Una statistica ci informa che nel solo mese di Marzo vi sono state terminate ben 104 opere pubbliche, e sono stati disposti 215 appalti, concessioni e lavori in economia per un importo di 113 milioni.

Questo, a grandi tratti, l'imponente movimento urbanistico delle Città Italiane, dal solo punto di vista delle opere pubbliche. Altrettanto ci sarebbe da segnalare sotto l'aspetto amministrativo e sotto quello delle istituzioni sociali. Basterebbe sfogliare un solo periodico: Il progresso sociale del Mezzogiorno, organo del Comitato per la propaganda della previdenza nell'Italia Meridionale, per sentirsene orgogliosi.

Necessità di un Ente Nazionale di Coltura Urbanistica

Riteniamo dunque non solo maturo il tempo, ma singolarmente propizia l'ora per la creazione di un Istituto Nazionale di Urbanesimo e di Alti Studi Municipale. Riteniamo anzi ch'essa ne indichi la necessità:

1°) perché occorre oramai, di fronte a così varia e diffusa attività urbanistica, immettere un flotto continuo di sangue nuovo negli organismi municipali, creando, con apposita scuola, degli amministratori e funzionari di alta competenza, i quali dovranno oggi coadiuvare, più tardi sostituire i predecessori, portando nella soluzione dei vasti problemi urbani univesalità di concezione, razionalità di attitudini e modernità di postulati scientifici.

«Una grande Città» scriveva or non è molto, rendendo conto di un primo periodo della sua gestione, il Generale Donato Etna, Commissario straordinario di Torino - uno dei grandi centri meglio ordinati in Italia - «in cui il magnifico incremento delle industrie e dei commerci, l'incessante sviluppo edilizio, il culto delle arti e delle scienze, il continuo crescente benessere, determinano ognora nuove esigenze, richiede nell'amministrazione della pubblica cosa una costante e vigilante cura, una chiara, larga visione dei problemi immediati e mediati, un ininterrotto studio di sempre maggiori e più acconce provvidenze».

Ora, se alla mancanza, in genere, di studi speciali ha potuto supplire finora l'esperienza intelligente di lunghi anni di pratica professionale, che ci ha dato valentissimi Amministratori e Funzionari ed opere mirabili, oggi che il ritmo accelerato dell'urbanesimo pulsa senza tregua, è urgente e indispensabile preparare questi uomini nella scuola, sì che immediatamente essi possano gettare sulla bilancia della rinascita nazionale la loro forza intellettiva, la loro giovinezza entusiasta, la loro volontà creativa.

2°) perché occorre pure un centro di raccolta, di elaborazione e di divulgazione dei dati scientifici e delle applicazioni pratiche che possono servire a meglio indirizzare l'attività municipale - che si svolge in un campo difficilissimo e con incalcolabili conseguenze sociali - nonché un organo tecnico di consultazione per i centri minori, che non dispongono di personale specializzato.

E' giunto il tempo di nazionalizzare anche la produzione intellettuale dei Municipi; cioè di considerare acquisito alla Nazione tutto ciò che di meglio in ciascuno di essi si studia, si compie, si innova, perché altri possa valersene, e sia possibile, con un largo generoso scambio, attuare in tutto il Paese nuove civili conquiste.Tratteremo prima dell'Istituto come Scuola, poi dell'Istituto quale Associazione Urbanistica.

L'ISTITUTO COME SCUOLA

L'insegnamento organico e razionale dell'urbanesimo non ha luogo attualmente che in Francia. L'Italia sarà dunque il secondo Paese che lo introdurrà fra i suoi studi di alta coltura.

Negli altri Stati le varie discipline che concorrono a formare la scienza urbanistica sono insegnate separatamente nei diversi Istituti d'istruzione superiore.

Nella Svezia, ad esempio, che abbiamo già citato come un buon ambiente di studio, la parte tecnica è insegnata alla Scuola Tecnica Superiore di Stoccolma ed all 'Istituto Chalmers di Gothenbourg: la parte amministrativa ed economica all 'Istituto per gli Studi di Previdenza sociale e di Politica comunale della Capitale.

In Inghilterra v'è, annessa alle Università di Londra e di Liverpool, una Facoltà speciale per i piani regolatori della Città ed i progetti municipali, oltre alle ordinarie facoltà di Ingegneria, e per la parte amministrativa la « London School of Economics».

In Polonia, dove esiste una fiorente Associazione Urbanistica, si sta studiando una Scuola speciale di scienze amministrative e comunali, in cui molto posto sarebbe riservato allo studio dell'Urbanesimo.

Lezioni di urbanesimo vennero recentemente tenute presso la Scuola Tecnica Superiore di Vienna.

Scuole speciali, che sono ben lungi dal comprendere tutta la materia, esistono in altri Paesi: la Verwaltungs Akademie di Berlino, la Facoltà di Scienze Sociali ed Economiche di Colonia, la Scuola Libera di Scienze Politiche a Parigi.

L'Istituto della Sorbona

L'Institut d'Urbanisme invece, annesso alla Facoltà di Diritto della Sorbona, rappresenta il più completo ed armonico centro di studi in questa materia.

Sorto nel 1919 come «Scuola di Alti Studi Urbani» per cura del Consiglio Generale del Dipartimento della Senna, fu da questo ceduto nel 1924 all'Università di Parigi.

Ha per iscopo di preparare dei buoni Funzionari Comunali e Provinciali. Vi sono ammessi i laureati o diplomati di Istituti superiori, i diplomati dei licei e collegi femminili, ed anche coloro che, sprovvisti di tali titoli di studio, a giudizio del Consiglio dei Professori dimostrino una coltura generale sufficiente per seguire l'insegnamento.

Il numero degli allievi fu di 294 nel 1919, di 64 nel 1920, di 183 nel 1921, di 326 nel 1922, di 181 nel 1923, di 153 nel 1924-25, dei quali molti di nazionalità straniera, nessuno italiano.

L'insegnamento, impartito da Docenti scelti fra Professori Universitari, fra gli specialisti che i loro studi e lavori hanno imposto alla pubblica attenzione e tra i Funzionari in servizio od a riposo, comprende due anni di studio, con 115 ore di lezione ciascuno e 12 corsi di conferenze.

Esso è unico per tutti gli allievi, e si divide in 5 Sezioni, corrispondenti ciascuna ad un Corso fondamentale, al quale sono annesse delle Conferenze destinate ad approfondire lo studio di determinate questioni.

Una prima Sezione è dedicata alla Evoluzione delle Città, cioè allo studio dell'origine e delle trasformazioni subite.

Una seconda alla Organizzazione sociale delle Città, studia cioè la popolazione dal punto di vista demografico e sanitario, economico, intellettuale e morale.

Una terza si occupa della Organizzazione Amministrativa, ed espone la teoria della responsabilità del Comune e dei suoi agenti. Vi sono annesse conferenze sulla «Banlieu» (sobborghi) parigina, sulla organizzazione speciale delle Capitali, sulla vita municipale all'estero.

Una quarta Sezione studia l'Organizzazione economica, cioè l'utilizzazione della terra, le conseguenze dello sviluppo industriale moderno, il plus-valore dei terreni; nonché la ragione economica delle Città-giardino. Ne fanno parte conferenze sulla Municipalizzazione dei pubblici servizi.

Un'ultima Sezione ha per oggetto infine l'Arte e Tecnica della Costruzione delle Città, cioè i piani di miglioramento, di abbellimento, di estensione. Comprende delle conferenze sull'«Arte dell'Ingegnere Municipale», sulle strade, sulle fognature.

Il diploma rilasciato agli allievi, dopo la favorevole prova in tutti gli esami e lo svolgimento di una tesi finale, è assimilato a quelli degli Istituti Superiori per i concorsi agli impieghi della Prefettura della Senna e ad altri pubblici Uffici.

Una speciale Sezione di perfezionamento amministrativo è riservata agli impiegati comunali e provinciali, od anche a chi possegga una istruzione sufficiente a seguirne l'insegnamento.

Considerazioni

Esposti così brevemente gli scopi e l'ordinamento dell'Istituto della Sorbona, occorre dichiarare, con tutta lealtà ed ammirazione, che esso ha per così dire scritto le tavole di fondazione di questa nuova scienza, e non v'è studioso al mondo che non gli debba grandissimo onore.

Per il nostro Paese noi riterremo consigliabili alcune varianti.

L'Istituto Francese si rivolge ai laureati di qualsiasi Facoltà - medicina come ingegneria, legge come lettere e filosofia o storia naturale - ed anche ai semplici diplomati dei licei e dei collegi femminili, e li chiama a sè per farne degli urbanisti.

Nessun dubbio che l'urbanesimo come scienza possa essere assimilato da coloro cui gli studi superiori di qualsiasi ramo, (meglio quelli secondari) abbiano conferito la necessaria maturità intellettuale: come arte però esso non ha luogo ad essere praticamente applicato se non da parte di coloro che ad una funzione urbanistica effettivamente dovranno dedicarsi.

Quali sono queste funzioni? Quelle degli alti Funzionari Municipali anzitutto: Segretari, Ragionieri, Ingegneri, Architetti, Ufficiali Sanitari dei grandi e medi Comuni. Per cui saranno in prevalenza i laureati od i laureandi in Legge, in Scienze Sociali, in Scienze Politiche, in Studi Commerciali, in Ingegneria, in Architettura, in Medicina che potranno praticamente profittarne.

Ne profittano certamente anche gli Amministratori elettivi, ufficio che tutti possono essere chiamati a coprire: ed allora, in considerazione che le loro funzioni, per quanto tecniche, sono pur sempre transitorie e parziali in relazione alla completa attività della persona, noi ammetteremo anche i diplomati delle Scuole Secondarie in qualità di Uditori.

Ma per i Funzionari - che possiamo definire Amministratori fissi e specializzati - non si può a nostro avviso, richiedere meno di una preparazione superiore e specifica, della quale gli studi urbanistici non sono che una integrazione e un coronamento.

Osserviamo infatti che dei 62 allievi che l'Istituto francese ebbe nell'anno scolastico 1924-25, (esclusa la Sezione di perfezionamento amministrativo) soltanto 5 erano già impiegati municipali e 16 studenti di facoltà universitarie, cioè possibili funzionari futuri. Il terzo al massimo degli iscritti aveva dunque la possibilità di specializzarzi nelle alte pubbliche funzioni, a cui prevalentemente l'arte urbanistica sarebbe devoluta.

Ed ecco infatti le professioni dei 15 diplomati nei primi 4 anni di vita dell'Istituto (dal 1922 al 1925):

Funzionari Tecnici4

Funzionari Amministrativi 2

Professionisti 3

Altri di cui non risulta la condizione 6

Ciò significa che l'Istituto francese ha prevalentemente il carattere di un corso di alta coltura generale.

Questo spiega anche perché nei programmi dei singoli corsi ufficiali accada talora di trovare una profonda trattazione della parte generale, (una Sezione intera, delle cinque dell'Istituto, è per esempio dedicata alla rievocazione storica della formazione della Città), mentre a conferenze accessorie è riservata la parte pratica dell'insegnamento, quella che si addentra nel vivo dei servizi pubblici, come circolazione e trasporti, tipi e costruzioni di strade, luce, gas, nettezza urbana, acqua potabile, fognature.

Così il laureato in legge assiste anche ad una serie di conferenze su «L'arte dell'ingegnere municipale», mentre l'Ingegnere dedica una parte dei suoi studi all'organizzazione giuridica e alle finanze dei Comuni.

E' vero che, annessa all'Istituto, vi è una Sezione di Perfezionamento Amministrativo, in cui il titolo di ammissione è soltanto la qualità di impiegato comunale o provinciale, o senz'altro un grado di istruzione sufficiente. Essa consiste, per il primo anno, (corso preparatorio 60 lezioni), in elementi di diritto costituzionale, civile e commerciale; e nel secondo (corso complementare 30 lezioni) in nozioni sul funzionamento dei Municipi e in lavori pratici di contabilità comunale.

Ma questo ramoscello inserito per apprezzabili ragioni pratiche nella grande quercia non ha rapporto con l'insegnamento urbanistico dell'Istituto.

La Sezione contava nell'anno scolastico 1924-25 N.91 alunni inscritti, di cui 52 impiegati comunali, 23 impiegati di altre pubbliche amministrazioni e 16 impiegati di amministrazioni private.

Nota: Il testo prosegue con la descrizione della Scuola Italiana alla Parte II

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