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Roberto Ciccarelli e Massimo Franchi
Due i Mattei, una la parola, uno il pensiero
8 Luglio 2017
2017-Accoglienza Italia
Una gaffe di Renzi parlare la stessa lingua di Salvini? Non ci crede nessuno.Articoli di Carlo Lania e di

Una gaffe di Renzi parlare la stessa lingua di Salvini? Non ci crede nessuno.Articoli di Carlo Lania e di Roberto Ciccarelli e Massimo Franchiil manifesto 8 luglio 2017


MIGRANTI, RENZI CAMBIA ROTTA:
«SERVE IL NUMERO CHIUSO»
di Carlo Lania
Pd. Ilsegretario del Pd: «Non abbiamo il dovere morale di accoglierli. Aiutiamoli acasa loro»
Chi conosce bene Matteo Renzi assicura che il cambiamento dilinea definitivo sarebbe avvenuto durante lo scorso weekend quando l’ex premier– impegnato nell’ennesima revisione di Avanti, il suo ultimo libro – ha capitoche dall’Europa non sarebbe mai arrivato quell’aiuto chiesto più volte per ungestione comune dei migranti. Da qui la scelta di invertire rotta e – andandoanche oltre le iniziative assunte finora dal governo Gentiloni e in particolaredal ministro degli Interni Minniti – mettere ufficialmente la barra a destraalle politiche del Pd sull’immigrazione. A spingere il segretario anche laconvinzione che esitare ulteriormente avrebbe solo continuato a favorire Lega eMovimento 5 Stelle. «Dobbiamo dire che ci deve essere un numero chiuso diarrivi, non ci dobbiamo sentire in colpa se non possiamo accogliere tutti»,annuncia quindi ieri mattina l’ex premier a «Ore nove», la rassegna stampa chetiene quotidianamente su Facebook. Affermazione compensata solo in parte dallacontemporanea assicurazione che il Pd manterrà la promessa di far approvare loius soli, «una norma di civiltà».
La proposta di istituire un numero chiuso per i migranti non èl’unico indizio del nuovo corso renziano. Anzi, le anticipazioni che sempreieri appaiono su Democratica, la rivista on line del partito, confermano che lasvolta ormai è definitiva. Anche per la scelta delle parole utilizzate. Insiemea una difesa delle frontiere, c’è infatti l’invito «a uscire dalla logicabuonista e terzomondista per cui noi abbiamo il dovere di accogliere tuttiquelli che stanno peggio di noi». A completare il quadro c’è poi un piccologiallo, relativo a una frase del libro apparsa su Facebook e poi rimossa. Frasenella quale, parlando sempre dei migranti, si afferma che «non abbiamo ildovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale diaiutarli. E aiutarli davvero a casa loro». Parole che scatenano le reazioni el’ironia del web.
Rispetto a pochi mesi fa il cambio di rotta è notevole. Fino aquando a Palazzo Chigi c’era Renzi l’accoglienza dei migranti non è infatti maistata messa in discussione dal governo. Il che non significa che siano mancatigli scontri, anche duri, con l’Unione europea, restìa allora come oggi a farsicarico della sua parte di responsabilità. Valgano per tutti la richiesta di nonfar accedere ai fondi europei i paesi che non accolgono i migranti, ma anche lepolemiche sulla richiesta italiana di scorporare le spese per l’accoglienza dalparametro deficit/Pil. Renzi però ha sempre rivendicato con orgoglio isalvataggi effettuati in mare e, soprattutto, non ha mai messo in discussioneil fatto che i migranti venissero fatti sbarcare e accolti in Italia.
Che il vento stesse cambiando, era comunque intuibile. Dadicembre a oggi, da quando al Viminale siede Minniti, Renzi non ha infatti maicriticato il nuovo e più duro indirizzo impresso dal governo alle politichesull’immigrazione. «Certo, quando qualche giorno fa l’Austria ha minacciato dischierare i mezzi corazzati al Brennero, Matteo avrebbe voluto una presa diposizione più dura da parte del ministro degli Interni, ma ha condiviso laminaccia di chiudere i porti», confermano le persone vicine all’ex premier.
La richiesta del numero chiuso rappresenta quindi l’avvio deiuna strategia che, nella mente dell’ex premier, guarderebbe ormai piùall’elettorato di centro che a quello di sinistra. Quanto questo sia poirealizzabile dal punto di vista tecnico, è tutto da vedere. L’unica modo perporre un tetto agli ingressi riguarda infatti solo i migranti in possesso di unpermesso di soggiorno per motivi di lavoro, e si concretizza attraverso undecreto flussi varato dal governo. Misura che chiaramente non comprende le migliaiadi disperati che rischiano di affogare nel Mediterraneo per di raggiungerel’Europa. E che per di più sono tutte potenziali richiedenti asilo e in quantotali impossibili da rimpatriare, almeno non prima che una commissioneterritoriale abbia deciso sul loro destino. «La convenzione di Ginevra nonprevedi tetti al numero dei richiedenti asilo», conferma l’avvocato FulvioVassallo Paleologo, presidente dell’associazione Diritti e frontiere, chericorda anche come l’Italia non abbia firmato la lista dei Paesi Terzi sicuriche permetterebbe di rimpatriare una parte dei migranti irregolari. «Fatico –prosegue Paleologo – a trovare un brandello di fonte normativa che possagiustificare il numero chiuso. Queste affermazioni mi preoccupano come quellefatte dal presidente estone secondo il quale non conta la cornice legale ma lavolontà di fare le cose. Assistiamo a una prevaricazione dei governi rispettoai parlamenti e alle norme vigenti».
Da Tallinn ieri il ministro della Giustizia Andrea Orlando haprovato a ridimensionare le parole di Renzi: «Sono solo un modo, come laquestione dei porti, di dire all’Europa che non riusciamo a gestire da soli unfenomeno che durerà ancora molto nel tempo», ha spiegato il Guardasigilli.
«AIUTIAMOLI A CASA LORO». E LA LEGA DI SALVINI
FINÌ PER COPIARE ILPD DI RENZI
di Roberto Ciccarelli e Massimo Franchi
Clamoroso autogol mediaticodel Pd. Una «card» riprendeva una frase contenuta nel libro di Matteo Renzi suimigranti da aiutare «davvero a casa loro». Le inviperite reazioni social («Masiete come la Lega!», le più educate) hanno portato a cancellare il post. Ma lafrittata ormai era fatta. E lo stesso consulente social di Matteo Salvini (LucaMorisi) ne ha approfittato rilanciando con la versione firmata dalla Lega:«Scegli l’originale». Renzi poi ha cercato di metterci una pezza in un postsuccessivo intitolato «Lotta alla superficialità».
Con poco successo. Tanto cheperfino Enrico Mentana in un post su facebook intitolato “Il caso Mattei” hastigmatizzato questo comune sentire tra i due leader del Pd e Lega accomunatidallo stesso nome. Il tutto mentre su twitter il trend topic più in voga era#renzirispondi lanciato dal Movimento 5 Stelle per accusare Renzi di posizionitroppo morbide sull’immigrazione. A questo campionato di chi supera a destra ladestra ha partecipato anche Forza Italia: “Diffidate dalle imitazioni” è statoscritto sull’account twitter delpartito. Eora, cosa farà Renzi con il suo libro? Lo ritirerà dalle librerie, neldisperato tentativo di correggere il disastroso passaggio xenofobo, oppurelascerà le bozze al suo editore percorrendo la strada fotografata sullacopertina verso la leghizzazione completa del Partito Democratico? Con questauscita il segretario del Pd ha voluto celebrare la fine del rapporto della“sinistra” “con la logica buonista e terzomondista per cui noi abbiamo ildovere di accogliere tutti quelli che stanno peggio di noi”.

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