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Guido Moltedo
Ius soli. Una riforma storica, ma non per la sinistra
20 Giugno 2017
2017-Accoglienza Italia
«Fa veramente male contemplare l’indifferenza della sinistra, in tutte le sue versioni, e anche dei social, sul tema dello ius soli».

ytali.com, 19 giugno 2017 (p.d.)

Nel dibattito sull’ le reazioni d’ira delle destre hanno almeno l’utilità di ricordarci che la legge in corso d’esame al senato – una volta approvata- costituisce un passaggio trasformativo epocale per il nostro paese.

È una riforma che fa la storia, e hanno ragione le destre, dal loro punto di vista, a volerla bloccare, e con essa la storia. Lo ius soli aggiunge un capitolo fondativo alla vicenda del nostro paese. E pone l’Italia come nazione modello e all’avanguardia in un mondo nel quale la rivoluzione demografica sta cambiando radicalmente in pochi anni assetti di secoli. È una riforma con un peso specifico pari, se non superiore a quello delle riforme che negli anni del miracolo economico furono definite “strutturali”, perché incidevano sulla struttura stessa della nazione, in primis la nazionalizzazione dell’energia elettrica. Ha la stessa portata, se non maggiore, delle grandi riforme sociali degli anni Settanta, come la 180 che aboliva i manicomi, la legge che riconosceva l’obiezione di coscienza, la Baslini-Fortuna che istitutiva il divorzio, la legge a tutela del diritto di interruzione della gravidanza. Furono riforme spinte e accompagnate da una forte, appassionata e corale pressione della società e della politica. Anche per questo, furono riforme che rivoluzionarono l’Italia.

Questa volta niente di tutto questo. Lo sembra una riformetta capitata chissà come in parlamento (e dire che furono 26 i ddl all’inizio del percorso nel 2014), un affare che riguarda il governo in carica, da una parte, e Salvini, Meloni e Grillo dall’altra, con la chiesa che ancora una volta supplisce alla latitanza della politica progressista nelle grandi battaglie per i bisognosi e gli esclusi. Nei giorni scorsi, abbiamo appreso di riunioni delle sinistre, di operazioni politiche di vario tipo. Di leader vecchi e nuovi tirati per la giacca, di leader vinavil tra fazioni in conflitto. Niente, zero sulla battaglia in corso per i nuovi italiani in attesa di essere regolarizzati. Fa veramente male contemplare l’indifferenza della sinistra, in tutte le sue versioni, e anche dei social, sul tema dello ius soli.

Siamo nell’imbarazzo di scegliere quale sia la spiegazione meno imbarazzante, se cioè l’assenza sia dovuta a distrazione, provocata da un’attenzione puramente autoreferenziale alla proprie vicende interne che esclude il mondo esterno, cadesse pure un meteorite sull’Italia; o se sia a dovuta al non voler riconoscere al governo in carica e al partito che lo sostiene il merito di una riforma storica, di cui l’Italia di sinistra e progressista dovrebbe essere particolarmente fiera. Abbiamo raccolto una voce secondo la quale Matteo Renzi avrebbe adesso intenzione di mobilitare il partito in tutte le sue articolazioni locali per difendere e sostenere la legge. Finora il leader del Pd si è limitato a polemizzare con i grillini, senza però rivendicare con la dovuta forza “in positivo” l’importanza rivoluzionaria della misura. Facendo così, anche lui contribuisce a banalizzare la riforma riducendola a oggettucolo di polemica tra tanti con avversari e concorrenti .

Noi vogliamo prenderla per buona, l’indiscrezione, perché sarebbe addirittura ovvio, da parte del segretario del principale partito di governo, accompagnare il varo della nuova legge con una mobilitazione sociale, non solo per dare più forza al governo, ma per sottolineare la portata storica della riforma. Come le marce che spinsero in America le grandi conquiste dei neri, conquiste che avrebbero portato al pieno godimento, da parte degli africani-americani, di tutti i diritti. Cittadini al pari di tutti gli altri. Come i nuovi cittadini italiani* che tali diventeranno grazie allo ius soli.

* Secondo la Fondazione Leone Moressa, basandosi su dati dell’ISTAT, ci sono circa un milione e sessantacinquemila minori stranieri, in gran parte figli di genitori da tempo residenti in Italia, o che hanno già frequentato almeno un ciclo scolastico (le due categorie si possono sovrapporre). I minori nati in Italia da madri straniere dal 1999 a oggi sono 634.592.
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