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Roberta De Rossi
«Via le navi dalla laguna» Referendum fai-da-te
21 Maggio 2017
Terra acqua e società
«Appuntamento il 18 giugno, quando i NoGrandiNavi allestiranno 60 seggi, ambientalisti contro lo scavo del Vittorio Emanuele: “Impatto devastante”».

«Appuntamento il 18 giugno, quando i NoGrandiNavi allestiranno 60 seggi, ambientalisti contro lo scavo del Vittorio Emanuele: “Impatto devastante”». La Nuova Venezia, 21 maggio 2017 (m.p.r.)

«Sarà un mese di “campagna elettorale” serrata: saremo in tutti i mercati, i campi, le feste, le sagre perché non solo il 18 giugno vogliamo vincere, ma vogliamo che la partecipazione sia altissima, per non dare a alibi a nessuno». A parlare è Tommaso Cacciari, portavoce del Comitato NoGrandiNavi, nell’annunciare - nel corso di un’assemblea pubblica in sala San Leonardo - l’appuntamento con il referendum fai-da-te che gli ambientalisti hanno organizzato per domenica 18 giugno.

Il quesito è chiaro: «Vuoi che le grandi navi da crociera restino fuori dalla laguna di Venezia e che non vengano effettuati nuovi scavi all’interno della laguna stessa? ». Tradotto: “No” allo scavo del canale Vittorio Emanuele per portare le grandi navi in Marittima, via Canale dei Petroli e Marghera, al quale stanno lavorando Porto e ministero Infrastrutture, con il sostegno del sindaco Brugnaro, dopo l’arrivo alla presidenza del Porto di Pino Musolino, l’abbandono dello scavo del Contorta prima e del progetto Tresse poi. “Sì”, invece, al progetto firmato da Duferco e Cesare De Piccoli (ieri a San Leonardo), per uno scalo in bocca di porto al Lido, l’unico sinora ad aver ottenuto il via libera dalla commissione Valutazione di impatto ambientale, ma che vede contrario il Porto e il vicino comune di Cavallino Treporti.
«Allestiremo 60 seggi tra Venezia e Mestre e naturalmente lo scrutinio delle schede sarà pubblico, a partire dalle 20, in campo Santa Margherita», prosegue Cacciari, «poi il 24 settembre, ci sarà a Venezia una grande manifestazione nazionale, alla quale hanno già aderito No Tav della Val di Susa e Terra dei fuochi. Sarà una grande festa, se non insisteranno su un progetto deleterio come il Vittorio Emanuele, altrimenti sarà più… incisiva». «Bloccheremo le navi», chiosa Luciano Mazzolin.
Sessantamila euro di multa.

Il Comitato lancia al contempo anche una campagna di raccolta fondi, per pagare le spese legali dei ricorsi contro i 60 mila euro di multa che la Capitaneria di porto ha fatto arrivare ai 30 manifestanti che due anni fa si tuffarono nel canale della Giudecca, bloccando il transito delle navi lungo il canale marittimo. Duemila euro a testa di sanzione già all’incasso, mentre altrettanti sono attesi per una seconda protesta in acqua.
Le ragioni del “no”.

Ieri in sala San Leonardo, il Comitato No Grandi Navi ha poi messo in fila i perché dell’opposizione allo scavo del Vittorio Emanuele, contro il quale è già stato presentato un esposto, chiedendo che il progetto Duferco-De Piccoli vada al Cipe per il finanziamento e la realizzazione. Se il Porto considera lo scavo, la semplice manutenzione di un canale portuale già esistente, gli ambientalisti replicano che risale al 1925, quando le navi erano più piccole e che oggi bisognerebbe scavare sei milioni di metri cubi di fanghi, «con effetti devastanti per la morfologia della laguna per l’erosione dei fondali prodotta dal dislocamento delle navi». Sotto accusa anche la commistione tra navi passeggeri e merci nel canale dei Petroli, il rischio chimico per la vicinanza con la zona industriale interessata dal’impianto Cracking Versalis. Infine, le interferenze con il Mose.
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