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Marilena Pirelli
Ddl Concorrenza: approvata la libera circolazione dei beni culturali
5 Maggio 2017
Beni culturali
Proclamano di voler «favorire la circolazione dell'arte contemporanea» ma in realtà ciò che favoriscono è la privatizzazione proprietaria delle opere d'arte e ell loro sottrazione al la loro fruizione a chi non è ricco.

il Sole24ore, 4 maggio 2017 (p.s.)

Il ddl Concorrenza approvato ieri dal Senato della Repubblica con il voto favorevole dell'aula (158 favorevoli contro 110 contrari) sulla questione di fiducia posta sul maxi-emendamento presentato dal Governo ha introdotto con gli articoli 176 e 177 la modifica all'articolo 68 del Codice dei Beni culturali (Codice Urbani 2004) sulla circolazione internazionale delle opere d'arte.

L'articolato ai commi 176 e 177 recepisce l'emendamento Marcucci 3, che modifica la temporalità del vincolo cioè della dichiarazione di interesse culturale da parte del Ministero dei Beni culturali, attraverso il Direttore Regionale e la Sovrintendenza. Per favorire la circolazione dell'arte contemporanea, la soglia temporale per il vincolo delle opere in possesso di privati, infatti, viene spostata da 50 a 70 anni dalla data della creazione dell'opera in caso di artista defunto (nelle norme Ue sono 100 anni e la Germania ha appena introdotto i 70 anni), pur garantendo la possibilità al Ministero di vincolare anche le opere di oltre 50 anni e di autore non più vivente, se d'interesse culturale eccezionale per il patrimonio italiano. Infatti in caso di autocertificazione finalizzata all'esportazione di un'opera, il competente Ufficio Esportazione può dichiarare l'interesse culturale nel termine perentorio di 60 giorni dalla presentazione della dichiarazione.

Il valore dell’arte. La riforma introduce le soglie di valore, pari a 13.500 euro, anche in Italia come in Europa al di sotto delle quali i beni culturali e anche le opere con più di 70 anni e di autore non più vivente potranno uscire dall'Italia liberamente, sulla base di una autocertificazione: questo significa che gli uffici esportazione e i collegati uffici delle soprintendenze dovranno sapere valutare la congruità del valore delle opere dichiarato in uscita dal nostro paese.

Sebbene i promotori abbiano insistito per l'adeguamento alle soglie già previste dal Regolamento (CE) n. 116/2009, il Ministero, cautamente, ha propeso per l'introduzione di una soglia unica per le diverse categorie di beni culturali di € 13.500, di molto inferiore alle soglie previste dal Regolamento (CE) n. 116/2009. Infatti la soglia dei 13.500 euro rappresenta il valore più basso in Europa: in Francia per i dipinti è di 150mila euro, 180mila sterline nel Regno Unito e 300mila euro in Germania, naturalmente dall'applicazione della soglia restano esclusi reperti archeologici, archivi, incunaboli e manoscritti.

I criteri. La riforma assegna al Mibact entro 60 giorni dall'entrata in vigore del ddl la revisione con decreto dei criteri previsti dalla Circolare del 1974 per le esportazioni ed estensione degli stessi criteri per le dichiarazioni di interesse culturale (c.d. notifica); e introduce un “passaporto” per le opere su modello francese, di durata quinquennale, per agevolare l'uscita e il rientro delle stesse nel e dal territorio nazionale.
«La norma favorisce la circolazione all'estero delle opere non vincolate nel pieno rispetto della tutela del nostro patrimonio e introduce misure come il passaporto e il registro informatico» aveva scritto giorni fa il ministro della cultura Dario Franceschini. «La nuova disciplina lascia inalterato il sistema di tutela del patrimonio culturale di proprietà privata che continuerà a richiedere, per poter vincolare un'opera, la sussistenza di un interesse culturale particolarmente importante e la piena autonomia tecnico scientifica dell'amministrazione nel riconoscerlo».

I promotori. La proposta di riforma sulla disciplina della circolazione dei beni culturali promossa dal Progetto Apollo è stata approvata l’8 giugno 2016 dalla Commissione Industria del Senato e inserita nell'emendamento n. 52.0.46, testo 3, a firma di Marcucci, Scalia, Fabbri, Lanzillotta, Valentini, (c.d. emendamento “Marcucci-ter”) al disegno di legge n. 2085/2016 (Legge annuale per il mercato e la concorrenza), discusso e approvato ieri in aula al Senato.

Il testo dell'emendamento è il risultato di un lungo confronto (e mediazione) tra i promotori del Progetto Apollo e numerosi esponenti delle principali forze politiche, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT).

Le critiche. Ma non tutti son d'accordo sul nuovo articolato: durante la discussione in aula ci sono stati interventi critici sulla riforma della circolazione dei beni culturali da parte dei senatori Michela Montevecchi (M5S), Miguel Gotor (MDP, i “fuoriusciti dal PD”) e Walter Tocci (PD).
«Gravi profili di criticità, favoriscono i mercanti d'arte e le case d'asta, ma diminuiscono le tutele e le protezioni dei beni culturali di origine privata che sono ridotti al loro solo valore di mercato» ha dichiarato in una nota Miguel Gotor (Mdp), auspicando che la Camera «possa correggere e migliorare quanto deliberato dal Senato sotto il vincolo della fiducia».

Critico anche il Movimento 5 Stelle che scrive sul sito: «Il PD ha usato il ddl Concorrenza per indebolire i vincoli che sino ad oggi hanno permesso di tutelare le nostre opere d'arte, in particolare quelle del Novecento, e di non svenderle all'estero». Anche Italia Nostra il mese scorso aveva lanciato un appello « per non svendere la cultura italiana».

Resta ora l'ultima lettura, di mera ratifica, da parte della Camera dei Deputati, che ha già inserito il ddl nel calendario di massima dell'aula a partire dal 29 maggio prossimo.

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