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Arnaldo Capezzuto
Napoli: via libera alla colata di cemento su Volla, comune nelle mani di speculatori e clan
2 Aprile 2017
Napoli
«Le mani sulla città di Francesco Rosi sono davvero poca cosa: a Volla l’edilizia locale continua ad espandersi a dismisura senza alcuna programmazione per la realizzazione di servizi». Il FattoQuotidiano online, 1 aprile 2017 (p.s.)

«Le mani sulla città di Francesco Rosi sono davvero poca cosa: a Volla l’edilizia locale continua ad espandersi a dismisura senza alcuna programmazione per la realizzazione di servizi». Il FattoQuotidiano online, 1 aprile 2017 (p.s.)
Preoccupazione? neppure a parlarne. Il Consiglio comunale farà il proprio dovere. Nessuna sorpresa. Manca poco. Ci siamo quasi. Eccoci. "Permesso a costruire in deroga". E’ l’ottavo punto all’ordine del giorno, l’ultimo. Curiosa la circostanza: l’assemblea relega questa decisione, non da poco, a fine lavori consiliari preferendo, ad esempio, affrontare prima le complesse sfaccettature del regolamento dei nonni civici. Ci sono delle priorità. E’ vero, questa è una pura formalità. Come volevasi dimostrare.

Con nove voti a favore e otto contrari è approvato il nuovo progetto edilizio che prevede la realizzazione di due blocchi destinati al terziario-direzionale. E’ il 31 gennaio di quest’anno. Siamo a Volla, comune della provincia orientale di Napoli, con 28mila abitanti, 40 bar e un record da Guinness dei primati come certifica nel bollettino statistico ancora Bankitalia: elevato numero di sportelli bancari e costante incremento dei depositi sui conti correnti. Qualcuno sospetta che Volla sia una zona cuscinetto della camorra e un paradiso per i suoi prestanome.
Malelingue, detrattori, gufi invidiosi. Ciro Perdono, patron dell’impero immobiliare, è nella sala attigua l’aula consiliare, si trova a suo agio. E’ stato più volte consigliere comunale nella vicina Casalnuovo per il Pdl, conosce le liturgie della ‘politica’. Non molla un attimo lo smartphone e mostra di continuo le foto del suo progetto che, in attesa dell’approfondimento dell’Anac, a breve realizzerà. Il suo è un cognome pesante e legato al cosiddetto ‘sacco di Casalnuovo‘. Uno scandalo che fece il giro del mondo conquistando addirittura i media internazionali come France 2.

Fu un caso nato grazie ad alcuni controlli dei carabinieri per la sicurezza sul lavoro. Mentre effettuavano un sopralluogo i militari scoprirono – siamo a gennaio 2007 – dal nulla un intero rione composto da una settantina di edifici, costruiti senza permessi alle porte di Napoli e precisamente nell’area Casarea, un piccolo paese, nato dallo scorporo di Afragola. La cittadella si reggeva su di una montagna di carta straccia, la fabbrica degli atti falsi funzionava h24: certificazioni fasulle che facevano rientrare gli immobili nella sanatoria edilizia del 2003. Insomma, i costruttori esibirono documenti costruiti ad arte. Non servirono a nulla. Le case erano abusive. Ciro Perdono fu condannato a 5 anni di carcere mentre un altro costruttore Domenico Pelliccia a 9.
Sono cose che accadono. Occorre rialzarsi e andare avanti. Il Gruppo Perdono nelle sue tante declinazioni societarie è sempre sulla cresta dell’onda. Non manca il chiacchiericcio, le insinuazioni e perfino l’indagine denominata “Argine” e condotta dai carabinieri di Castello di Cisterna. Elementi investigativi che confluiranno e saranno parte della relazione del luglio 2004 della Commissione di Accesso che porta allo scioglimento del Consiglio comunale di Volla. Motivo? Sono attivi fenomeni di infiltrazioni e condizionamenti di tipo malavitoso. In particolare sotto la lente d’ingrandimento dei commissari nominati dalla Prefettura di Napoli finisce l’ufficio tecnico comunale: le indagini rilevano come la camorra abbia rivolto le proprie mire criminali nel settore dell’edilizia privata.

Sono trascorsi ormai 13 anni. Adesso le cose saranno cambiate? Con un atto di generosità Ciro Perdono dopo aver incassato il semaforo verde dal Consiglio comunale annuncia di voler costruire ed arredare a sue spese una piazza e donarla alla città. Poi dicono che mancano i valori.

Eppure le cose sono molto più semplici di quelle che malevolmente appaiono. Compri due pezzi di terra, presenti regolare progetto edilizio e l’ufficio tecnico accorda un veloce ok. Tocca al Consiglio comunale concedere il permesso in deroga agli strumenti urbanistici. Sì, perché Volla è uno straordinario laboratorio mattonaro. Le mani sulla città di Francesco Rosi sono davvero poca cosa: a Volla nonostante il piano urbanistico comunale abbia esaurito i suoi effetti da ormai più di un decennio, l’edilizia locale continua ad espandersi a dismisura senza alcuna programmazione per la realizzazione di servizi, sotto-servizi e nuove infrastrutture sulla carta.

Il rilascio delle autorizzazioni edilizie è surrettizia e ottenuta con applicazioni discutibili e continue forzature del cosiddetto “piano casa” ma anche mettendo in pratica una serie di trucchetti volti a bypassare e raggirare qualsiasi legge e regolamento. Basta fare quattro passi per le strade di Volla e notare i tanti cantieri aperti e i mega cartelloni delle attivissime società immobiliari legate ai costruttori che pubblicizzano i prossimi nuovi parchi di edilizia residenziale. I nomi sono originali: Mariasofia, Artemide, Farin, Hollywood, Florenzio, Partenope, Athena. Centinaia tra appartamenti, abitazioni e villette a schiera costruite rigorosamente in deroga. Una colata di cemento a pochi chilometri dal Vesuvio e nonostante la vicinanza con il vulcano, il comune di Volla, ‘stranamente’ non rientra per la Protezione civile nella nuova zona rossa dell’aggiornamento del Piano nazionale di emergenza.

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