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Paola Somma
Me(S)tropolis. Migliaia di nuovi posti letto turistici alla stazione di Mestre
31 Gennaio 2017
Paola Somma
Il 4 novembre 2016, si è celebrato a Venezia il cinquantesimo anniversario della grande alluvione. Per l’occasione sono stati allestiti convegni, mostre e spettacoli ...
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Il 4 novembre 2016, si è celebrato a Venezia il cinquantesimo anniversario della grande alluvione. Per l’occasione sono stati allestiti convegni, mostre e spettacoli nel corso dei quali notabili locali ed esperti internazionali si sono esibiti in rimembranze e autocelebrazioni. Uno dei pochi interventi interessanti è l’intervista che il sindaco Brugnaro ha rilasciato all’inviato della Stampa, Giuseppe Salvaggiulo. E’ un documento che dovrebbe essere tenuto presente da coloro che spesso ridicolizzano le dichiarazioni del sindaco, al quale non si dovrebbe negare, invece, il merito di enunciare in modo esplicito e inequivocabile gli obiettivi che la sua amministrazione persegue e gli interessi che rappresenta e tutela.

Nell’intervista, Brugnaro ha espresso con chiarezza la sua “visione” ed ha elencato i quattro punti principali sui quali si incardina la sua azione di governo: «il turismo non è un’emergenza, tutt’altro»; «le grandi navi non fanno male a nessuno»; «sul waterfront grattacieli fino a cento metri con terziario e residenziale»; «i soldi pubblici servono a portare qui le multinazionali».
Tra le molte iniziative avviate in conformità a tali intendimenti, di particolare rilievo, per la dimensione e per il tipo di interessi coinvolti, è il moltiplicarsi di strutture ricettive attorno alla stazione di Mestre, in corrispondenza della testa di ponte che congiunge la terraferma alla città insulare. L’idea di devolvere alla speculazione immobiliare/turistica le aree adiacenti alla stazione (nonché quelle ricavabili costruendo una piastra sopra il fascio dei binari, come previsto fin dal 1993 da un progetto di Renzo Piano) non è di Brugnaro, ma risale all’ex sindaco Cacciari e ai suoi accordi con le Ferrovie e la società Grandi Stazioni. L’unica differenza è che gli interlocutori privilegiati da Cacciari, ai tempi dei governi dell’Ulivo quando si privatizzava per fare favori agli amici, erano i “mecenati” nostrani - da Benetton allo stesso Brugnaro- mentre Brugnaro, che si definisce il sindaco più renziano d’Italia, è a caccia di “investitori da tutto il mondo”.
Al momento, il cantiere in fase più avanzata è quello sull’area dell’ex concessionaria di automobili Vempa, dove la società tedesca A&O sta costruendo un ostello di 320 stanze con 750 posti letto. Il progetto, presentato nel 2009, aveva subito suscitato l’entusiasmo della stampa cittadina, a cui giudizio “con l’arrivo di un ostello attrezzato e moderno, Mestre potrebbe smarcarsi dall’etichetta di cittadina di provincia e mettere in evidenza le sue potenzialità di metropoli … la mega-società tedesca sa di aver scelto una location perfetta… a due passi da via Torino dove di qui a breve sorgerà una cittadella universitaria”. Anche il comune era molto favorevole. “Ai tedeschi che chiedono garanzie circa trasporti pubblici e riduzione degli oneri di urbanizzazione” l’assessore all’urbanistica Gianfranco Vecchiato aveva assicurato di ”sostenere questo investimento”, ed infatti ci si era accontentati di 220 mila euro di oneri.
I lavori sono stati poi sospesi durante la gestione del commissario straordinario Zappalorto che, per ridurre il debito del comune, oltre a chiudere servizi pubblici e aumentare tasse e tariffe per i cittadini, aveva imposto un aumento degli oneri di urbanizzazione portandoli a 1 milione e 440, cifra ritenuta troppo esosa dai tedeschi e non solo da loro. “Mazzata sui costruttori”, è il commento della Nuova Venezia. Ora il commissario non c’è più, gli aumenti e i tagli che colpiscono i cittadini sono rimasti, ma con la A&O ci si è messi d’accordo per 650 mila euro.
Un buon affare. Investitori tedeschi hanno conquistato anche la vicina area ex Demont, in via Ca' Marcello a fianco della stazione, che il fondo di investimento MTK di proprietà di Tilmar Hansen si é aggiudicato all’asta per 4 milioni e 800 mila euro. Vi sorgeranno quattro strutture distinte (un apart-hotel, un ostello e due alberghi), gestite da altrettante catene alberghiere: il gruppo irlandese Stay City specializzato negli appartamenti turistici ammobiliati (175 stanze); la catena austriaca "Wombat's", del gruppo City Hostels che punta su una clientela “giovane, dinamica ed elegante” (500 stanze), la catena tedesca "Leonardo Hotels", che fa capo al gruppo turistico israeliano Fattal (500 stanze) e il gigante cinese della "Plateno" (208 stanze) che nel suo sito web decanta la vicinanza all’ “iconico centro storico di Venezia”. Il progetto prevede anche due silos per il parcheggio di circa 700 posti auto.
I contrasti che su questo punto sembravano essere sorti con il comune sono stati risolti e quindi i lavori possono partire “senza ritardi difficilmente comprensibili dagli investitori stranieri, poco avvezzi ai tempi lunghi e incerti delle approvazioni degli enti locali nel nostro paese”. Il conclamato beneficio pubblico derivante dagli oneri di urbanizzazione non è affatto evidente, dal momento che le opere a carico dei privati consistono in realtà in abbellimenti e migliorie degli ambiti di pertinenza della loro proprietà, ad esempio un marciapiede in via Cà Marcello e una piazza tra gli alberghi. Dal canto suo il comune provvederà (con i fondi statali del piano periferie) a migliorare la viabilità, ma nel complesso si ritiene soddisfatto perché l'operazione consentirà di risanare “un'area fortemente degradata della città”.
Altre 150 stanze “low cost ma di alta qualità” saranno presto disponibili con l’apertura di un albergo in via Piave, sul retro del Plaza, mentre sono in attesa dei permessi le costruzioni della Venice Campus (gruppo Mantovani) all’ex mercato ortofrutticolo di via Torino e l’albergo di 130 stanze della Pancin Sas sull’area di via Trento dove sorgevano “le palazzine abbattute dai privati su richiesta del comune, perché ricettacolo di bivacchi e cattive frequentazioni”. Mentre attorno alla stazione è tutto un fervore di opere, si stanno anche finalizzando gli accordi per intervenire sulla stazione stessa, cominciando dalla costruzione di un albergo al posto dell’ex palazzo delle Poste, di proprietà dell’immobiliare Favretti. Il nuovo edificio di tredici piani (200 stanze) avrà un doppio affaccio, uno sul viale della stazione, l’altro direttamente sul binario 1.
L’intervento era già previsto dal masterplan della stazione ferroviaria, avviato dalla giunta Cacciari. Ora dopo aver ottenuto dalla Regione la “liberazione” dal vincolo che insisteva sull’edificio, in quanto esempio di architettura brutalista, e con l’approvazione dell’accordo di programma, l’immobiliare Favretti sta cercando nuovi compratori perché la società spagnola H10 ha rinunciato ad acquistare l’albergo. Comunque, il rappresentante della società immobiliare ha espresso soddisfazione perché «dopo decenni di pastoie ed impedimenti burocratici che hanno, di fatto, impedito l'accesso di nuovi investitori a Venezia, ho trovato un'amministrazione attenta, competente e determinata a promuovere un nuovo sviluppo economico della città». Mentre l’assessore al turismo, Paola Mar, dichiara «Mestre è diventata una città turistica… questi investimenti sono un’occasione per darle dignità di città», si preannuncia anche una completa trasformazione dell’intera stazione in centro commerciale, a servizio delle strutture turistiche.
A questo proposito, così si è espresso il direttore di AVM l’azienda veneziana mobilità: «non sono sicuro che parlare di stazioni significhi discutere di mobilità. Penso a Grand Central a New York o a Shinjuku a Tokio… solo metà di chi vi transita è diretto ai treni.. ci vogliono servizi di eccellenza, da boutique a ristoranti stellati». In comune “si sta lavorando” sul restyling della stazione e lo stesso sindaco vi si dedica personalmente. Come ha avuto modo di vantarsi in consiglio comunale, infatti, non solo egli è in possesso di una laurea in architettura, ma l’ha ottenuta con “una tesi sulla stazione di Mestre”. Il destino!
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