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Giulio Marcon
Festa grande contro le Grandi navi in Laguna
24 Settembre 2016
Vivere a Venezia
Due articoli (di Ernesto Milanesi e di Giulio Marcon) sulla grande festa di combattimento, promossa
Due articoli (di Ernesto Milanesi e di Giulio Marcon) sulla grande festa di combattimento, promossa dal comitato "NO Grandi Navi", che si svolgerà a Venezia domenica 25 settembre. Il manifesto, 24 settembre 2016




VENEZIA, UNA FESTA
PER SALVARE LA LAGUNA
di Ernesto Milanesi
«Grandi Navi. Domani la manifestazione "Par tera e par mar» per realizzare un’idea di città opposta a quella che hanno in testa le multinazionali delle crocieristica"»

Una festa popolare. E la manifestazione «par tera e par mar» contro le Grandi Navi che violentano Venezia. Domani a partire dalle ore 15.30, dalla riva delle Zattere, torna la «resistenza» che dalla laguna si propaga oltre i confini nazionali.

Come già l’8 marzo in occasione del summit Renzi-Hollande, ci saranno i NoTav della Valsusa insieme alla rete Stop Biocidio di Chiaiano (Napoli) e ai rappresentati del comitato Barris Turisme Sostenible di Barcellona che si sta mobilitando contro le grandi navi e gli effetti del turismo di massa. E ancora comitati, associazioni e gruppi del Nord Est: si battono contro le Grandi Opere che riproducono il «modello Mose», con cui il Consorzio Venezia Nuova e le cricche nazionali hanno divorato finora oltre cinque miliardi di euro [l'autore dimentica di nominare il comitato "NO grandi navi", protagonista del vasto movimento d'opinione pubblica e promotore della manifestazione - n.d.r.]

Sul palco galleggiante di 20×8 metri ancorato di fronte alla riva delle Zattere, invece, è previsto un concerto speciale (dalle 15 fino alle 21) che spazia dal «revival» fino alle sonorità sull’onda delle nuove generazioni: StorieStorte, Rimorchiatori, Rooms Family, Eugenio Finardi, Gualtiero Bertelli, Herman Medrano, Sir Oliver Skardy, Bandanera e Marco Furio Ferrieri. Non basta, perché per i più piccoli viene allestita «la tenda dei piratini» mentre nei gazebo sono garantiti cibo e bevande insieme ai materiali informativi.

«Una festa della città, questo ci attendiamo: abitanti di Venezia uniti per realizzare un’idea di città opposta a quella che hanno in testa le multinazionali delle crocieristica, l’Autorità portuale e il sindaco – anticipano gli organizzatori della manifestazione – Aspettiamo tutti in barca o a piedi perché Venezia non può essere ridotta al silenzio. In una domenica qualunque come quella del 25 settembre è in programma il passaggio di sei navi da crociera, tre delle quali vengono definite di dimensioni ’medio grandi’ (due oltre le 90.000 tonnellate) che rapportate alla scala di Venezia diventano ’mastodontiche’. Di certo, la nostra non sarà un’orchestra di benvenuto».
È la vera partita sul futuro della laguna, perché le «città galleggianti» in Canal Grande nelle immagini di Gianni Berengo Gardin restituiscono lo stridente contrasto fra business e salvaguardia. Venezia città-cartolina rischia di restare definitivamente ostaggio delle lobby: non solo i commercianti del turismo, ma anche la sussidiarietà economico-politica che spazia dalle banchine del Porto alla «rigenerazione» del quadrante Tessera fino all’inossidabile grumo di interessi architettato dall’ingegner Giovanni Mazzacurati.
Venezia resta comunque sotto i riflettori: l’Unesco ha richiesto al governo Renzi di bloccare le navi da crociera nella fragile laguna. Il «patrimonio dell’umanità» va tutelato dall’Italia che entro febbraio 2017 deve spedire all’Unesco un rapporto dettagliato. Comprese le misure urgenti: stop a qualsiasi nuovo progetto infrastrutturale, un documento «legale» che sancisca la proibizione alla grandi navi in laguna, l’introduzione di limiti nel traffico acqueo e una strategia efficace per un turismo sostenibile.

Sono infatti oltre un milione e mezzo i passeggeri che anche quest’anno sbarcano e transitano nel terminal crocieristico. Finora è scattato il blocco solo per le navi superiori alle 96 mila tonnellate, ma occorre sempre trovare una «rotta alternativa» all’ingresso nel delicato centro storico di Venezia. Tanto più che è ormai consolidato l’effetto inquinante delle Grandi Navi: ad aprile l’associazione ambientalista tedesca Nabu ha registrato risultati clamorosi. «Al passaggio di una di queste navi da crociera – spiegano Daniel Rieger, responsabile Trasporti della Nabu e Axel Friedrich, già a capo dell’Agenzia dell’ambiente tedesca- gli strumenti hanno registrato in Canale della Giudecca 150 mila particelle di polveri sottili per centimetro cubo. Significa 150 volte i parametri dell’aria pulita, che prevedono mille parti per milione».


GRANDI NAVI, LE BUGIE
E LE COLPE DEL GOVERNO
di Giulio Marcon
«In questi anni i ministri Franceschini, Galletti e Orlando hanno assicurato che mai più le navi da crociera sarebbero circolate per la laguna. È successo qualcosa? Niente»

Domani ci sarà la manifestazione contro le grandi navi alle Zattere, a Venezia. E ieri il sottosegretario allo sviluppo economico, Antonello Giacomelli ha risposto ad una interpellanza presentata per l’occasione dal sottoscritto per sapere cosa si sta facendo per risolvere lo sconcio del passaggio dei «mostri del mare» per il canale della Giudecca e il bacino di San Marco.

Giacomelli ha risposto assai male. Ha detto che non è escluso lo scavo di nuovi canali in laguna (sarebbe un disastro per l’ecosistema lagunare: comitati e ambientalisti sono contrari). Poi ha detto che i traghetti (che sono spesso sotto le 40mila tonnellate) e le navi merce non passano più per il canale della Giudecca, ma si è dimenticato di dire che quasi 600 navi da crociera (che hanno più del doppio delle tonnellate di un traghetto, numero di navi aumentato dell’80% negli ultimi anni) fanno invece su e giù ogni anno per lo stesso canale. Infine il vice ministro – di fronte alla richiesta – di fare qualcosa presto, urgentemente, ha promesso un incontro tra l’Unesco e i ministeri competenti. Addirittura.

Infatti proprio l’Unesco il 13 luglio scorso nel suo vertice in Turchia ha minacciato di togliere Venezia dal catalogo dei siti «patrimonio dell’umanità» se il governo italiano non interverrà entro il 1 febbraio del 2017 su alcune questioni centrali della città: la salvaguardia dell’ecosistema lagunare, la gestione dei flussi turistici, la questione delle grandi navi. Che fa il governo? Convoca una riunione non si sa quando.

E Renzi che parla tanto di Olimpiadi a Roma e ieri di Expo a Milano, su Venezia – che merita almeno eguale rispetto – non spende nemmeno una parola.

Governo che in questi anni ha assicurato attraverso i suoi ministri (Franceschini, Galletti, Orlando) che mai più le navi da crociera sarebbero circolate per la laguna. È successo qualcosa? Niente. Nel 2012 (c’era il governo Monti) con il decreto Clini-Passera si stabiliva il divieto per la navigazione per le navi sopra le 40mila tonnellate, divieto che però veniva sospeso per trovare delle vie alternative alle navi-grattacielo. Decreto che poi è stato integrato da un provvedimento del governo Letta (nel 2013) che riduceva il numero di passaggi e stabiliva comunque a 96mila tonnellate il limite per le navi. Ma sono state trovate queste vie alternative? No. E le proposte presentate (scavo del canale Contorta, Tresse, ecc.) sono un pericolo enorme per la laguna. Qualsiasi via alternativa non deve manomettere l’ecosistema lagunare e non deve avere impatto sulle emissioni (acustiche ed atmosferiche). Ma intanto il governo latita e la giunta veneziana capitanata da Brugnaro non è da meno.

Allora c’è da fare una sola cosa oggi. Nell’attesa di trovare queste vie alternative (ancora da individuare e poi da realizzare e chissà quanti anni passeranno) bisogna imporre il divieto delle 40mila tonnellate «senza se e senza ma» e stabilire un numero chiuso per le navi. Questa è la strada da percorrere se si vuole salvare Venezia.

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