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Enrico Tantucci
Premio alla Codello, Mueller si dimette
12 Febbraio 2016
Terra acqua e società
Sacrosanta indignazione di persona perbene: «In linea con i miei ideali di migliore conservazione del patrimonio storico, non trovo più onorevole appartenere a un istituto che premia chi fa

Sacrosanta indignazione di persona perbene: «In linea con i miei ideali di migliore conservazione del patrimonio storico, non trovo più onorevole appartenere a un istituto che premia chi fa l’esatto contrario col Fondaco dei Tedeschi». La Nuova Venezia, 11 febbraio 2016

«Con questa mia chiedo di essere depennato dalla lista dei Soci dell’Ateneo Veneto. Mi dimetto per protesta contro l’assegnazione del Premio Torta nello scorso dicembre all’architetto Renata Codello, già Soprintendente alle Belle Arti e al Paesaggio e in tale veste principale responsabile dell’autorizzazione data alla vasta manomissione in atto del Fondaco dei Tedeschi, a suo tempo ricostruito in meno di tre anni (1505-1508) dopo un incendio, il terzo edificio della Repubblica di Venezia in importanza dopo Palazzo ducale e San Marco (cappella ducale) e il primo edificio d’importanza economica, da parte dei nuovi proprietari, la famiglia Benetton, noti mecenati culturali (si fa per dire) e dell’architetto Rem Koolhaas».

Comincia così la lettera che il professor Reinhold C. Mueller, noto medievista e già Ordinario di storia economica e sociale del Medioevo all’Università di Ca’ Foscari ha inviato di recente al presidente dell’Ateneo Veneto Guido Zucconi per protesta contro il riconoscimento all’architetto Codello (premiato in questo caso per la ristrutturazione delle Gallerie dell’Accademia), per il via libera alla trasformazione del Fontego dei Tedeschi che tanto sta facendo discutere in città, anche con le nuove finestre «dorate» in simil-alluminio anodizzato.
«Il Comune, sotto il sindaco Orsoni, e la Soprintendenza, sotto la direzione dell’architetto Codello» scrive ancora Mueller «hanno approvato il progetto di “restauro”, meno qualche provocazione più oscena, con lo scopo di rendere l’edificio rinascimentale un mega-store. Per farlo passare la Soprintendenza ha sposato la tesi che l’edificio, a seguito di manomissioni degli anni 1930, non era più una costruzione rinascimentale ma era da considerarsi addirittura un edificio degli anni attorno al 1930, ciò di fronte al compito di salvaguardare un edificio storico e riportarlo il più possibile allo stato originale, o comunque di non peggiorare interventi precedenti dove non reversibili».
E conclude: «In breve, in linea con i miei ideali sulla migliore conservazione possibile del patrimonio storico, non trovo più onorevole appartenere a un istituto che premia, per un’opera qualsiasi tanto “sapiente” e di “autentico interesse culturale per la città”, come suonano le motivazioni del premio, chi ha permesso l’esatto contrario nel caso del Fondaco dei Tedeschi. Pertanto, per correttezza e coerenza, rassegno - seppur con rammarico - le mie dimissioni da socio dell’Ateneo Veneto».
«Condivido buona parte dei tuoi giudizi sul progetto di Koolhaas, ma il Premio Torta non è un riconoscimento alla carriera», replica il professor Zucconi a Mueller, difendendo il premio assegnato all’architetto Codello per le Gallerie dell’Accademia. Ma senza fargli cambiare idea. (e.t.)
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