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Alfonso Gianni
Perchè è un errore proporre di uscire dall'euro
12 Settembre 2015
2015-Altra Europa
«Qualche prima e veloce osservazione sul documento "per un pianoB per l'Europa"Se vogliamo che l'Europa diventi una forza politica, federale, capace di dire la sua nel processo di transizione egemonica mondiale da Ovest ad Est è necessario che non venga smembrata».FB di Alfonso Gianni, 11 settembre 2015
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Qualche prima e veloce osservazione sul documento firmato da Varoufakis, Melenchon, LaFontaine e Fassina che propone una conferenza internazionale per un piano B di possibile uscita dall'euro.
Il guaio vero di questo documento non è solo che esso vede la luce nella imminenza delle elezioni greche e quindi rappresenta obiettivamente un attacco aperto alla linea seguita da Syriza. Ognuno è libero e quindi si assume le proprie responsabilità. Certamente non può fare finta di niente.

Con l'accordo che Tsipras stesso definisce pieno di rischi recessivi, quindi tutt'altro che bello, subito in condizioni ricattatorie, il governo greco aveva però ottenuto di porre la questione del debito come questione da discutere a livello europeo. Non solo per la Grecia, ma per tutti i paesi europei vittime dello stesso problema. Naturalmente restando nell'Eurozona. D'altro canto non vedo altro modo per fare oggi una conferenza - come ha più volte detto Syriza - se non all'interno di uno spazio comune.
Qui invece si propone una conferenza internazionale, cioè un altro atto pubblico, non , come disse precedentemente Varoufakis, un gruppo di lavoro che prepara con la dovuta riservatezza un eventuale piano d'uscita dall'euro da eseguire in tempi rapidi per evitare speculazioni distruttive. In questo modo il piano B diventerebbe inevitabilmente quello A, cioè il principale. Cioè l'uscita dall'euro.
Non sto a ricordare che questa uscita sarebbe traumatica e quindi ci vorrebbe molta accortezza nell'assumerla. Strumenti di governo, e non solo di opposizione, forti per contrastare la fuga dei capitali, le manovre speculative, l'aumento verticale della inflazione, la perdita ancora più veloce del potere d'acquisto di salari e pensioni.
Va ricordato che l'uscita dall'euro non eviterebbe al paese che lo fa di restare in balia dei mercati internazionali. Né di essere possibile preda del dominio tedesco. La Polonia ha una sua moneta, lo zloti, - e intende mantenerla a quanto mi risulta -, ma questo non ha evitato che essa potesse diventare un'articolazione subordinata dell'apparato produttivo tedesco. La forza di un paese non si determina dalla sua moneta. E' vero il contrario.
La forza di una moneta sullo scenario internazionale dipende dalla potenza economica, produttiva, politica e militare del paese che la sostiene. E' la storia del rapporto Usa-Dollaro. Se vogliamo che l'Europa diventi una forza politica, federale, capace di dire la sua nel processo di transizione egemonica mondiale da Ovest ad Est è necessario che non venga smembrata o che diventi un protettorato tedesco, che sconta l'abbandono o la cacciata dei paesi mediterranei in particolare, che è precisamente l'obiettivo della attuale leadership germanica.
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